"Martedì sera ci sarà
Consiglio dei ministri per approvare il Recovery plan. Dobbiamo correre".
È quanto ha affermato il
premier, Giuseppe Conte. Quanto alla possibile apertura formale della crisi di
governo, il premier ha ribadito di lavorare “per costruire. Il momento è così
difficile che dobbiamo mettercela tutta per offrire risposte ai
cittadini".
L'approvazione del Recovery
Plan è il prossimo obiettivo dell'esecutivo nazionale, ma questo non spegne le
tensioni soprattutto con ‘’Italia Viva, visto che il rimpasto sembra essere
ormai alle porte.
La resa dei conti sui 209 miliardi in arrivo da Bruxelles potrebbe andare in scena nel Consiglio dei ministri di domani sera, ma le trattative sono ancora in corso. "Tirino fuori questo benedetto documento perché finora sono solo chiacchiere – ha detto il leader di IV, Matteo Renzi –“.
Secondo il vice presidente del Pd, Andrea
Orlando "l'accordo in generale non lo darei per fatto, ci sono molte
questioni aperte. Sul Recovery siamo contenti che sia passata la nostra linea. È
fondamentale che si metta in sicurezza e che non si intralci il percorso per
portarlo in Parlamento, ma ora si torni ai tavoli”.
I nodi da sciogliere, in effetti, non mancano e il clima all'interno della maggioranza resta da separati in casa. Renzi assicura di non volere la testa di Conte, ma i rapporti tra i due sono al minimo storico.
Anche Goffredo Bettini, che nei giorni scorsi
ha cercato di mediare, converge sul premier. “E’ il momento di stabilire un accordo solenne – ha affermato -
vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura.
Altro che rimpastino".
Secondo il consigliere del
segretario Dem, Nicola Zingaretti, a dare forza a tutta l'operazione potrebbe
essere l'ingresso dei leader al governo. "Un governo più politico è una
garanzia per la stabilità dello stesso Conte – ha dichiarato - a condizione che
prevalga un sentimento di lealtà e di solidarietà per una impresa comune".
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