"Il premier, Giuseppe Conte, deve guidare questo processo, altrimenti abbiamo scherzato e faremo
finta di niente. Non può cavarsela con un rimpasto...".
Chi ha in mano il dossier sui 'volenterosi' non nasconde che il lavoro di allargamento della maggioranza non è una strada in discesa.
Alla Camera la prossima settimana i 'contiani'
proveranno a costruire un gruppo per poi provocare un cambio di numeri nelle
Commissioni, ma i fari sono puntati soprattutto al Senato.
Il voto di mercoledì sulla relazione dello stato di giustizia fa paura ai rosso-gialli. Con i lavori fermi nelle Aule chi gira oggi tra Montecitorio e Palazzo Madama lo fa per portare avanti le trattative.
Al Senato sono stati visti
gli esponenti Udc Saccone e Binetti, alla Camera 'avvistati' Tabacci e l'ex M5s
De Falco, secondo il quale "alla fine si riuscirà a fare qualcosa in extremis".
Ma sui lavori in corso è
piombata l'inchiesta che ha coinvolto il leader Udc, Lorenzo Cesa. Alla Camera
come al Senato fioccano le interpretazioni sulle possibili conseguenze
dell'operazione anti 'ndrangheta.
"Sono sempre stato
rispettoso della magistratura e lo sono anche ora – ha dichiarato Cesa, da
poche ore ex segretario dell'Udc, all’Ansa -. Non credo a tempi sospetti".
Cesa, esclude che il suo coinvolgimento nell'inchiesta di Catanzaro possa essere letta come una 'mina' sulle interlocuzioni sulla crisi.
"Il centrodestra è unito. Detto questo – ha continuato - sono una persona seria e lo sono anche oggi.
Non mi occupo più di vicende politiche. È un momento difficile. L'unica cosa che devo fare – conclude Cesa - è prendere le carte e lasciare il mio ufficio nella sede dell'Udc".
Commentando indagini della
Dda di Catanzaro che vede coinvolto il segretario dimissionario dell'Udc
Lorenzo Cesa, l’esponente pentastellato, Alessandro Di Battista, dichiara che “chi
ha condanne sulle spalle e indagini per reati gravi, perché Cesa non è certo
indagato per diffamazione, non può essere un interlocutore".
(Fonte Ansa - Sky Tg24)
Nessun commento:
Posta un commento