martedì 19 gennaio 2021

Crisi di governo. Replica del premier, Giuseppe Conte, al Senato. " Abbiamo chiesto contributi ad un progetto. È un patto di fine legislatura, ci sono tutti i margini per offrire un rendiconto ai cittadini su ciò che stiamo facendo".

 

Molti i punti, toccati dal primo ministro, Giuseppe Conte, nella sua replica al Senato, prima delle dichiarazioni di voto e la votazione finale sulla fiducia al governo.

Il premier, ha ricordato che oggi ricorre l'anniversario della nascita di Paolo Borsellino. L’Aula, ha tributato un lungo applauso alla memoria del magistrato siciliano, assassinato dalla mafia con la sua scorta il 19 luglio del 1992.

“Se i numeri non ci sono questo governo va a casa – ha precisato Conte -.

"Un tema toccato dalla senatrice Drago – ha affermato - è il calo demografico. È un problema serissimo, è uno dei cali tra i più severi degli ultimi anni. Anni fa in Germania successe la stessa cosa. Se non interveniamo adesso in tempo, rischiamo di compromettere il futuro dei nostri figli.

Occorrono investimenti economici strutturati – ha continuato il capo del governo -. Dobbiamo investire sul futuro e non possiamo farlo, creando una crisi di governo o cercando di far cadere un esecutivo.

Da luglio, partirà tra l'altro la riforma dell'assegno unico mensile per oltre 12 milioni di bambini, un progetto avviato dalla ministra di Iv Bonetti. Per ciascun figlio, fino a 21 anni, ci sarà un assegno unico che coinvolgerà 12,5 mln di bambini e ragazzi.

Il tema della scuola ci sta a cuore – ha ribadito Conte -. Dobbiamo lavorare perché resti centrale nell'agenda non del governo ma del Paese. Abbiamo realizzato 40 mila aule in più, merito di una grandissima sinergia con sindaci, presidenti delle regioni, autorità territoriali. Abbiamo mobilitato 10 mld in più sulla scuola, archiviando la stagione dei tagli che avevamo ereditato”.

Conte si è soffermato anche sui risvolti economici e sociali del Paese.

“Molte osservazioni – ha chiosato - hanno riguardato il nostro calo del Pil e la consistenza dei ristori. Non corrisponde affatto al vero che l'Italia sia prima per caduta più forte del Pil. Nonostante siamo stati colpiti per primi dalla pandemia nei primi tre trimestri del 2020, il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso che in Francia, inferiore alla Spagna e al Regno Unito.

Si è detto che abbiamo dato meno ristori di altri Paesi? – ha continuato Giuseppe Conte -. È un'affermazione destituita di fondamento. Grazie a quella rete di protezione il Pil è calato meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit".

"È chiaro che sulla giustizia abbiamo una delle riforme strutturali che ci attende. È uno degli oggetti delle raccomandazioni europee. Intanto è stato programmato l'aumento della dotazione organizzata dei magistrati di 600 unità.

Nel Recovery, troverete uno stanziamento di 1,3 miliardi per rendere più spedita la nostra giustizia e per smaltire l'arretrato.

Renzi ha ricostruito le ragioni del discutere la fiducia oggi. A me però non sembra che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione.

Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi, ma in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche quelli di Italia Viva. La bozza, che avete voluto distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello bilaterale con i ministri.

Sul Recovery, occorreva un confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche, tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione.

L'effetto finale – prosegue Conte, puntando il dito su Iv - è stato bloccare per 40 giorni il Recovery. Avremmo potuto incontrarci e in una ventina di giorni dare al Parlamento una versione aggiornata che è stata migliorata anche grazie al vostro contributo, ma grazie a tutte le forze di maggioranza e nessuno può avere la pretesa della verità nelle soluzioni più proficue per il Paese.

"Avete ritenuto che la cabina di regia non era accettabile? Ma quando mai non è stata discussa? Il risultato è che ora dobbiamo affrettarci e il lavoro è urgente, perché ce lo chiede anche l'Ue. Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non avete mai trovato porte chiuse.

A un certo punto, avete scelto la strada dell'aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?".

Abbiamo chiesto contributi ad un progetto, con scelte chiare e valoriale, con una chiara vocazione europea e atlantica. 

Si basa su un solido dialogo sperimentato già da almeno tre forze di maggioranza ma è ben aperto a chi vuole migliorarlo, a chi vuole dare un contributo leale. È un patto di fine legislatura, ci sono tutti i margini per offrire un rendiconto ai cittadini su ciò che stiamo facendo".

Sul Covid – 19, il premier è stato chiaro. "Il virus, sta mettendo in ginocchio Paesi anche più strutturati, che hanno investito più di noi nella sanità e dovevano risultare più resilienti, ma la contabilità dei morti è questione molto delicata. Teniamola fuori dalla contesa politica, perché le polemiche rischiano di essere tristi.

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