Molti i punti, toccati dal
primo ministro, Giuseppe Conte, nella sua replica al Senato, prima delle
dichiarazioni di voto e la votazione finale sulla fiducia al governo.
Il premier, ha ricordato che
oggi ricorre l'anniversario della nascita di Paolo Borsellino. L’Aula, ha
tributato un lungo applauso alla memoria del magistrato siciliano, assassinato
dalla mafia con la sua scorta il 19 luglio del 1992.
“Se i numeri non ci sono questo governo va a casa – ha precisato Conte -.
"Un tema toccato dalla
senatrice Drago – ha affermato - è il calo demografico. È un problema
serissimo, è uno dei cali tra i più severi degli ultimi anni. Anni fa in
Germania successe la stessa cosa. Se non interveniamo adesso in tempo,
rischiamo di compromettere il futuro dei nostri figli.
Occorrono investimenti
economici strutturati – ha continuato il capo del governo -. Dobbiamo investire
sul futuro e non possiamo farlo, creando una crisi di governo o cercando di far
cadere un esecutivo.
Da luglio, partirà tra
l'altro la riforma dell'assegno unico mensile per oltre 12 milioni di bambini,
un progetto avviato dalla ministra di Iv Bonetti. Per ciascun figlio, fino a 21
anni, ci sarà un assegno unico che coinvolgerà 12,5 mln di bambini e ragazzi.
Il tema della scuola ci sta
a cuore – ha ribadito Conte -. Dobbiamo lavorare perché resti centrale
nell'agenda non del governo ma del Paese. Abbiamo realizzato 40 mila aule in
più, merito di una grandissima sinergia con sindaci, presidenti delle regioni,
autorità territoriali. Abbiamo mobilitato 10 mld in più sulla scuola,
archiviando la stagione dei tagli che avevamo ereditato”.
Conte si è soffermato anche sui risvolti economici e sociali del Paese.
“Molte osservazioni – ha chiosato
- hanno riguardato il nostro calo del Pil e la consistenza dei ristori. Non
corrisponde affatto al vero che l'Italia sia prima per caduta più forte del
Pil. Nonostante siamo stati colpiti per primi dalla pandemia nei primi tre
trimestri del 2020, il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso che in
Francia, inferiore alla Spagna e al Regno Unito.
Si è detto che abbiamo dato
meno ristori di altri Paesi? – ha continuato Giuseppe Conte -. È un'affermazione
destituita di fondamento. Grazie a quella rete di protezione il Pil è calato
meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit".
"È chiaro che sulla
giustizia abbiamo una delle riforme strutturali che ci attende. È uno degli
oggetti delle raccomandazioni europee. Intanto è stato programmato l'aumento
della dotazione organizzata dei magistrati di 600 unità.
Nel Recovery, troverete uno
stanziamento di 1,3 miliardi per rendere più spedita la nostra giustizia e per
smaltire l'arretrato.
Renzi ha ricostruito le ragioni del discutere la fiducia oggi. A me però non sembra che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione.
Il Recovery Plan non è stato
elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi, ma in incontri bilaterali
con tutti i ministri, anche quelli di Italia Viva. La bozza, che avete voluto
distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello
bilaterale con i ministri.
Sul Recovery, occorreva un
confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche,
tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può
fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione.
L'effetto finale – prosegue Conte,
puntando il dito su Iv - è stato bloccare per 40 giorni il Recovery. Avremmo
potuto incontrarci e in una ventina di giorni dare al Parlamento una versione
aggiornata che è stata migliorata anche grazie al vostro contributo, ma grazie
a tutte le forze di maggioranza e nessuno può avere la pretesa della verità
nelle soluzioni più proficue per il Paese.
"Avete ritenuto che la
cabina di regia non era accettabile? Ma quando mai non è stata discussa? Il
risultato è che ora dobbiamo affrettarci e il lavoro è urgente, perché ce lo
chiede anche l'Ue. Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non
avete mai trovato porte chiuse.
A un certo punto, avete scelto la strada dell'aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?".
Abbiamo chiesto contributi ad un progetto, con scelte chiare e valoriale, con una chiara vocazione europea e atlantica.
Si basa su un solido dialogo sperimentato già da almeno tre forze
di maggioranza ma è ben aperto a chi vuole migliorarlo, a chi vuole dare un
contributo leale. È un patto di fine legislatura, ci sono tutti i margini per
offrire un rendiconto ai cittadini su ciò che stiamo facendo".
Sul Covid – 19, il premier è
stato chiaro. "Il virus, sta mettendo in ginocchio Paesi anche più
strutturati, che hanno investito più di noi nella sanità e dovevano risultare
più resilienti, ma la contabilità dei morti è questione molto delicata. Teniamola
fuori dalla contesa politica, perché le polemiche rischiano di essere tristi.
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