lunedì 18 gennaio 2021

Crisi di governo. Conte ha chiesto un voto di fiducia alla Camera sulla risoluzione della maggioranza. Il segretario nazionale del Partito democratico ha incontrato i senatori Dem.

 

"Credo che la situazione sia grave perché in fondo, negli ultimi tre mesi, il cuore di quanto avviene è la difficoltà di tutti di ascoltare le ragioni degli altri e la volontà di fare insieme un salto in avanti".

È quanto ha dichiarato il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, all'assemblea dei senatori dem.

Non diamoci aggettivi fra ottimisti e pessimisti, perché siamo dentro una partita che di ora in ora cambia. La situazione è molto difficile e complessa, sia per quanto riguarda gli aspetti politici che per quanto riguarda gli equilibri parlamentari.

Io – ha aggiunto Zingaretti - ho fatto di tutto in questi giorni anche coinvolgendo non solo la direzione ma livelli diversi del partito, e di diffondere questo senso di una situazione che, nonostante quanto si dica, è molto complicata.

Abbiamo fatto davvero di tutto per dare udienza e ascolto alle idee di tutti i nostri alleati – ha continuato il segretario Dem -. Il quadro che ne traggo è di una situazione che è diventata all’improvviso molto complessa» Ora, la strada è molto più stretta di quanto si immagini, perché non possiamo in prospettiva accettare di tutto.

Sarebbe un errore politico dare una lettura della crisi come un errore di questi mesi. A quel punto, tanto varrebbe dare le chiavi di Palazzo Chigi alle destre sovraniste.

La strada non può che essere quella di ottenere una fiducia con il massimo del consenso per il governo. 

Trovo molto importante che Conte abbia citato nel suo discorso tutti i punti da noi avanzati, ma anche il patto di legislatura. 

Non una visione statica, ma ha preso su di sé l'esigenza di continuare l'azione di rilancio del governo.

Noi abbiamo indicato una strada possibile. La fine della legislatura sarebbe un fatto traumatico per il Paese e una scelta avventuristica.

Nelle condizioni date - ha chiosato Zingaretti - abbiamo ricollocato la nostra azione in un percorso corretto istituzionalmente perché la scelta della parlamentarizzazione non era solo dovuta, ma è anche l'occasione affinché, nelle sedi preposte, si aumenti il tasso di chiarezza su quanto sta avvenendo e permetta non un generico giudizio sulla politica, ma anche chi nella politica compie delle scelte. 

Non lo dico per accusare qualcuno, ma perché è un elemento di chiarezza indispensabile. Nel nostro Paese in questo momento, fra le persone, le famiglie, i lavoratori, gli imprenditori, prevale una domanda di sicurezza sanitaria, sociale, produttiva e imprenditoriale, rispetto alla quale la nostra politica entra in sintonia: non salti nel buio, ma la risposta migliore possibile a quella domanda di sicurezza. Per questo spingiamo per un rilancio dell'azione di governo.

La ricollocazione dell'Italia dentro uno scenario europeo e dentro l'area filo atlantica è stato risultato delle nostre battaglie e che ha salvato l'Italia da una deriva pericolosa. Sarebbe stato molto difficile affrontare la crisi sanitaria fuori da questo perimetro.

"Sono d'accordo con chi ha detto che non si possono accettare giudizi liquidatori di questi mesi. Il bilancio è il bilancio di un'azione di governo che ha avuto forse più della metà del tempo dentro la pandemia e ci consegna un paese in condizioni difficile ma protagonista del rilancio dell'Europa. 

E questo è un patrimonio nostro e non possiamo accettare che venga messo su questo risultato un segno No. Il Pd - aggiunto Zingaretti - ha sta provando a continuare ad essere il pilastro riformista di una azione di governo che vogliamo rilanciare.

Stiamo lavorando con gli alleati per ricostruire una prospettiva, nei mesi passati abbiamo condiviso la necessità di ricostruire una stagione di rilancio. Ma una cosa è mettere sul tavolo la necessità di aprire una nuova stagione, altra cosa è distruggere, porre fine.

Noi – ha affermato Nicola Zingaretti - siamo garanti di una situazione che deve avere l'autorevolezza e la forza di condurre il Paese a fine legislatura".

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