“Siamo
stati abbandonati a noi stessi. Defenestrati del diritto alla salute
che dovrebbe essere garantito a tutti, nessuno escluso”.
È questo
l'amaro sfogo della nonna di un bimbo di 3 anni di Scalea che, nei
giorni scorsi, è stata testimone di un'odissea tra gli ospedali
della provincia di Cosenza.
Il piccolo è caduto, procurandosi una
ferita all'orecchio.
Sono subito scattati i soccorsi, con una corsa
in macchina verso il vicino pronto soccorso di una clinica privata di Belvedere Marittimo.
Erano passate da poco le ore 21:00.
Da qui, la corsa al vicino
ospedale civile di Cetraro. Arrivati in loco, i sanitari, dopo una
prima visita, hanno detto ai congiunti del bimbo di recarsi al
nosocomio di Cosenza, perché non avevano l'attrezzatura adatta per
poter verificare, al meglio, le reali condizioni di salute del
paziente.
A questo punto, senza pensarci su un attimo, trasferimento
in macchina, verso Cosenza, dove sono arrivati a tarda sera.
Qui, i
medici del pronto soccorso, hanno provveduto alle cure del caso,
ricoverando il piccolo di 3 anni in codice rosso per trauma cranico.
Ora sta bene, ma la situazione poteva essere più grave.
“E'
inconcepibile, nel 2013, dover assistere ad avvenimenti del genere –
ha dichiarato la nonna del bimbo. Mi rivolgo al presidente della
Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, per evidenziare lo scempio,
perpetrato ai danni della sanità nel comprensorio Altotirrenico,
dopo la riconversione dell'ospedale di Praia a Mare. Siamo soli e
abbandonati da tutti. La salute è un diritto improcastinabile di
tutti ed è dovere delle istituzioni agire in tal senso, senza giochi
di potere e ripartizioni strumentali.”