lunedì 23 maggio 2022

Operare per i più bisognosi. Dedizione di chi ha a cuore il bene

 



Impegnarsi, quotidianamente, per i poveri e i piccoli. È questo l’insegnamento che ogni buon cristiano è chiamato ad assolvere.

Domenica scorsa, 22 maggio, proficuo e interessante incontro  nella Diocesi di Aversa tra il Gran Maestro della Pietà del Pellicano, Antonino Aloi, e Sua eminenza,  Monsignor Edgar Peña Parra, sostituto  per gli Affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede. 


Dopo la Celebrazione Eucaristica in onore di Santa Maria dell’Arco, alla presenza dell’arcivescovo della città campana, monsignor, Spiniello, e di numerose autorità e rappresentanze cavalleresche, l’evento è proseguito con un dialogo aperto sull’accoglienza, in Vaticano, delle associazioni che si rifanno all’ideale dei Poveri Cavalieri di Cristo e agli insegnamenti  di San Bernardo di Chiaravalle, dottore della Chiesa.

L’alto prelato, dopo aver espresso parole di elogio per le opere di Carità che la Pietà del Pellicano svolge in tutta Italia e in Calabria, ha invitato l’avvocato Aloi ad un incontro presso la segreteria della Santa Sede per approfondire i temi dell’assistenza ai bisognosi e della laicità nel mondo Cattolico .

Da parte sua, Aloi, ha consegnato una lettera di intenti e confermato l’impegno “in favore degli ultimi e dei piccoli, secondo i dettami cristiani”.

domenica 15 maggio 2022

Reggio Calabria: Il colonnello Carlo Calcagni insignito del premio 'Guerrieri'

 


“Mai arrendersi. Mai smettere di sognare”. Coraggio, onestà, amore per la vita. Virtù che caratterizzano il colonnello, Carlo Calcagni che ieri sera, sabato 14 maggio, ha ricevuto al Teatro ‘Cilea’ di Reggio Calabria il premio ‘Guerrieri’, dedicato a coloro che contribuiscono, ogni giorno, ad affermare la legalità, la cultura, l’educazione alla vita vera.

L’ufficiale, atleta paralimpico, reduce da tre medaglie d’oro agli ‘Invictus Games’ è stato protagonista di un grande evento al cine teatro ‘Il Metropolitano’ della città dello stretto, dove ha presentato il suo docu-film "Io sono il Colonnello".

Secondo i promotori dell’ambito riconoscimento, il Gran Maestro della Pietà del Pellicano, Nino Aloi, e Piromalli di Officina dell'arte “il guerriero è colui che si sacrifica per il prossimo, quell’uomo o quella donna che si batte per l’affermazione del bene comune. Il colonnello Calcagni – hanno affermato -  è un pregiato esempio e punto di riferimento per le nuove generazioni. In lui trovi il coraggio, l’onore, la dignità, l’umiltà, la determinazione, il carattere, la disponibilità verso gli altri e averlo scelto come primo tra i  "Guerrieri" gratifica quel percorso di crescita sul quale abbiamo e continuiamo ad investire”.

Incontrare un eroe è un’esperienza che rimane dentro. “L'eccezionalità del colonnello Calcagni – ha asserito il Gran Maestro della "La pietà del Pellicano", Nino Aloi - sta nel suo spessore profondamente umano. Il suo coraggio, la sua dignità, la forza che riesce a mostrare in tutto ciò che fa, te li senti dentro. Carlo è un uomo, un ufficiale, uno sportivo che ha dato tanto al suo Paese e non solo.

Improvvisamente, la sua vita è cambiata. Nel 2002, a seguito di accertamenti medici, scopre di essere gravemente malato. Nel suo corpo vengono riscontrate tracce di 28 tipi di metalli pesanti tra cui due radioattivi, cesio e uranio, probabilmente inalate durante la sua missione in Bosnia.

Per Carlo, inizia, così, una nuova battaglia tra ospedali, terapie invasive, interventi, cure che occupano la quasi totalità delle sue giornate. Lui, però, non si arrende. Sale sulla bicicletta e inizia una nuova sfida, raggiungendo grandi risultati nel settore paralimpico".

‘Mai arrendersi’ è il motto del colonnello Calcagni.  "Questo riconoscimento – continua Aloi - non è altro che un sentito ringraziamento della comunità che ha bisogno di uomini coraggiosi, onesti, pronti a tirar fuori qualcosa di positivo anche dal male ma, soprattutto, uomini che amano questa vita e che, nonostante le difficoltà, continuano ancora a sognare”.

mercoledì 27 aprile 2022

Giro d'Italia 2022. La Riviera dei Cedri protagonista con la tappa Palmi - Scalea. Umberto Labozzetta: "Giusto investire nella comunicazione"

 

“Da un grande evento derivano grandi responsabilità. Ma anche altrettanto grandi ritorni. In questo modo è da intendere l'arrivo del Giro d'Italia nella Rivera dei Cedri e nel Parco nazionale del Pollino con la sesta tappa della 105esima edizione della Corsa Rosa: la Palmi – Scalea Riviera dei Cedri, in programma il prossimo 12 maggio”.

Ne è convinto Umberto Labozzetta, esperto di comunicazione, promozione discografica e aziendale, con una forte radicazione professionale nell'universo radiofonico italiano. Cura la promozione di alcuni grandi artisti della scena musicale nostrana. Di recente, è diventato direttore della comunicazione di Casa Sanremo, hub hospitality del Festival della Canzone Italiana, e di ECOtur, consorzio di operatori turistici calabresi.

“Ne approfitto – afferma Labozzetta – per ringraziare chi mi ha voluto in questo delicato e stimolante ruolo. Mi riferisco a Giancarlo Formica, presidente ECOtur, e Angelo Napolitano, direttore tecnico de I Viaggi dell'Arca. Sono convinto – prosegue Labozzetta – che questo evento sia di fondamentale importanza per il territorio, non solo per Scalea che è la base operativa del consorzio. È per questo che la tappa che ci interessa e che stiamo promuovendo ha un nome particolare che richiama, appunto, la zona e non il singolo luogo come avviene di solito.

Portare il Giro – continua Umberto Labozzetta - è una scommessa vinta in partenza per le ricadute di immagine ed economiche che ne conseguono. Conviene a tutti. Dalle grandi strutture della ricettività fino al tabacchino all'angolo di strada. L'opportunità era ghiotta. Bene hanno fatto gli enti che, insieme a ECOtur, l'hanno colta: Comune di Scalea, Regione Calabria e Parco nazionale del Pollino”.

Le possibilità di ritorno di immagine territoriale non potevano essere affidate alla pur elevata visibilità mediatica dell'evento.

“Ovviamente – dice Labozzetta – è necessario curare la comunicazione dell'evento in proprio, sia a livello locale che nazionale, se si vuole ottenere un risultato superiore, sfruttando la vetrina del Giro d’Italia. Ed è quello che ha pensato di fare il consorzio del presidente Formica. Sfruttare il grande evento come trampolino di lancio di un'idea: la Riviera dei Cedri e il Parco nazionale del Pollino come destinazioni cicloturistiche.

Per questo motivo – chiosa Umberto Labozzetta - sono state azionate diverse leve per raggiungere l'obbiettivo. Mentre gli operatori del consorzio adeguano le loro strutture a soddisfare anche i bisogni dei cicloturisti, si progettano iniziative collaterali alla tappa del Giro e attività da svolgere tutto l'anno, oppure si pianificano viaggi di lavoro per restare aggiornati sulle tendenze e avere sempre il polso dei mercati”. 


A tal fine, è indispensabile dotarsi di una struttura dedicata alla comunicazione.

“ECOtur ha intrapreso questo percorso – spiega ancora Labozzetta – decidendo di considerare le risorse destinate a questo aspetto un investimento e non una spesa. Lo ha fatto, costituendo un ufficio comunicazione che dirigo e che, già da subito, ha potuto contare su importanti professionalità del luogo oltre che su me, che, comunque, sono scaleoto di nascita e qui ho vissuto i primi anni della mia vita prima di inseguire le mie aspirazioni, trasferendomi al Nord”.

 Un legame con la Calabria – asserisce Labozzetta – che, in tanti anni, non è mai scomparso e che mi riporta sempre qui appena posso per due semplici motivi: legami affettivi e posti stupendi. Questo territorio è pazzesco e anche mia moglie, veneta, se ne è innamorata. Però, e torniamo al punto di partenza, a un territorio che difetta in comunicazione, manca tutto. Ne sono convinto e lo dico con amarezza, perché qui ci sono delle eccellenze pazzesche che non sono raccontate. 

Me ne vengo con un luogo comune: di questi posti si parla solo per cose negative. I media locali o nazionali, che bisogna ringraziare per il ruolo che svolgono e per i quali bisogna avere massimo rispetto, sono obbligati a trattare aspetti negativi, lo so bene. Ma una narrazione dedicata a quanto di positivo esiste in questo pezzo di Calabria può, tranquillamente, coesistere con la cronaca nera e, chi lo sa, magari un giorno soppiantarla. Questo territorio – conclude Umberto Labozzetta – ha bisogno di una corretta comunicazione”.

 

 

martedì 26 aprile 2022

"No alla Guerra. Si alla Pace e all'Amore". Le dame e i cavalieri templari della Pietà del Pellicano scrivono al Santo Padre e agli ambasciatori di Ucraina e Russia

 

 

Nei giorni scorsi, all’Eremo dei Camaldoli di Visciano, in provincia di Napoli, si è tenuto un significativo evento dei Templari della Pietà del Pellicano.


I cavalieri e le dame, si sono ritrovati in ritiro spirituale in un luogo suggestivo, dedicato alla meditazione e alla preghiera, guidati dal Gran Maestro, Nino Aloi, Principe della Pietà del Pellicano, in collaborazione con l’Ambasciatore mondiale, Mario Saullo.

L’indomani, hanno, poi, partecipato ad un corteo per la pace in Ucraina, svoltosi lungo le strade del Castello di Sirignano, al margine del quale è stato redatto un messaggio che sarà inviato alle ambasciate russa ed Ucraina e al Santo Padre. 



Nella missiva, si chiede, a viva voce, un cessate il fuoco. Tutti noi, abbiamo il dovere di diventare ambasciatori di Pace. Quel senso di beltà che nasce dal cuore e dall'anima di coloro i quali credono che si possa continuare a vivere in un mondo migliore.


Il conflitto nel cuore dell'Europa sta dilaniando l'anima di ognuno. L'impegno comune è quello di costruire dialogo e pace, lavorando per far cessare le ostilità e ridare al popolo ucraino quella libertà tanto bramata.

Il Gran Maestro, Nino Aloi, ha concluso i lavori dichiarando che la pace “si costruisce dapprima dentro il cuore di ognuno” e ha invitato i numerosissimi cavalieri, accorsi da tutta Italia, al quotidiano impegno per la Carità e la concordia.

lunedì 11 aprile 2022

'La bellezza salverà il Mondo'........ 'Calabria a Sud dell'anima' incarna tutto il bello che esiste in ognuno

 


“Una delle cose che noto sempre, al rientro da un viaggio, è la stranezza di riaprire la porta di casa e di trovare tutto come l’ho lasciato. Nel frattempo, io ho riempito i miei occhi di immagini, di colori, di paesaggi e di persone diverse; nel frattempo ho viaggiato dentro e fuori di me quasi sempre”.

Si apre così il racconto emozionante, ricco di pathos, che Maddalena Cipriani scandisce, parola dopo parola, nel suo libro ‘Calabria a Sud dell’Anima’, edito da ‘Bookabook’.

Ebbene si! Una terra della quale innamorarsi subito. È una questione di pelle. O la ami o la odi. Ma se ti entra nel cuore non l’abbandoni più. L’ammiri, la fai tua, la implori di non abbandonarti. Perché è lei. Una Calabria ricca, unica. Terra amara e dolce. Un connubio di bellezze brulle che riempiono l’anima di beltà.

Ed è proprio dalla bellezza del territorio che Maddalena inizia il suo cammino fatto di incontri, sorrisi, amabilità. Un viaggio che le ha toccato, profondamente, l’anima. Ed è proprio da quella vocina interiore, dalla quale traspare gioia, che l’autrice ha iniziato a scrivere il suo ‘Diario’ in prima persona, ambientato tra giugno e luglio 2020.

La protagonista del libro, decide di partire in treno per una vacanza sulla costa tirrenica della Calabria con un unico obiettivo: pace e serenità dopo i duri mesi trascorsi in lockdown, a causa del Covid.

Lungo il suo percorso visita cittadine meravigliose. Parte da Scalea, per, poi, visitare Diamante, Paola, Pizzo Calabro, Zambrone e Tropea. In ogni città rivierasca, oltre ad ammirare tramonti suggestivi, assaporare la brezza marina e i luculliani manicaretti incontra e fa amicizia con la gente del luogo, con i turisti. Insieme, condividono ilarità e momenti di riflessione. I calabresi, ed è narrato con dovizia di particolari nel libro, si sono rivelati ottimi compagni di viaggio. A lei hanno raccontato storie di vita vissuta e confidato le difficoltà di vivere in una terra, dominata dall’Ndrangheta.

“….non c’è niente di così sincero come affidare per un attimo i propri pensieri profondi e la propria anima a qualcuno che non si conosce, che è lì per accoglierla a mani aperte e per accoglierti così come sei, senza preconcetti e senza metterti addosso giudizi e vesti che non sono i tuoi….”

Nel volume, ci si immerge anche nella gloriosa storia di Pizzo Calabro. Qui, la protagonista fa una tappa più lunga di tutte le altre, approfondendo, così, la conoscenza con il giovane proprietario del bed and breakfast, di nome Samuele. Insieme vivono dei momenti travolgenti e passionali che culminano in una sera buia e tempestosa. I due, arrivano a consegnarsi l’uno all’altra senza mai toccarsi. Tutto avviene tramite uno sguardo.

Nella città di Murat  c’era una serata di tango argentino. “….L’emozione era così forte che iniziarono a sudarmi le mani e le gambe si immobilizzarono…… La mente può imbrogliare, ma l’anima no……”.

 La donna, alla fine del suo viaggio, comprende che è arrivato il momento di dedicarsi alla vita in maniera passionale e coraggiosa.  Il suo destino, non può dispiegarsi senza che lei metta in atto passi concreti per la realizzazione dei suoi sogni.

Come diceva Dostoevskij, “La bellezza salverà il mondo”.  La Calabria è tutto questo. È bellezza, storia, cultura, panorami mozzafiato e gente che, con un sorriso, uno sguardo, una pacca sulla spalla, ti trasmette amore e dedizione. Questo è ‘Calabria a Sud dell’Anima’. Questa è la Calabria da amare e tutelare con onestà e caparbietà.

Maria Cristina Saullo

venerdì 25 marzo 2022

Un abbraccio lungo una vita. Un affetto che travalica i confini. Un solo humus: "Essere carabinieri sempre"!

 

Quella divisa cucita addosso. Un attaccamento alla Patria che porta con se umiltà, dedizione, professionalità, senso dello Stato. La fiamma della Benemerità che arde nel cuore, nell’anima, nel quotidiano di ognuno.

È racchiusa in questi valori l’opera di sette carabinieri che hanno dato il loro essere all’Arma.

Un attaccamento a valori e virtù, insito in chi ha fatto del proprio lavoro una ragione di vita. Una famiglia fatta di uomini, donne, bambini che hanno condiviso, insieme, momenti di vita vissuta, alternando alla loro opera il bene altrui. Giorni, mesi, anni che hanno forgiato l’anima.

Una vita intera a combattere il crimine, avendo bene a mente la serenità della popolazione. Una missione il cui unico obiettivo era quello di dare conforto ai più nei momenti di difficoltà, esprimere generosità verso i più deboli ed essere inflessibili verso coloro i quali commettevano reati. A tal riguardo, quante storie ci sarebbero da raccontare, quanti aneddoti da ricordare come, quando da piccoli ci prendevano in braccio per portarci a letto, si prodigavano per portarci a scuola, vegliavano su di noi con discrezione e affetto. Angeli in divisa……..


Conte, Barbuto, Lo Sciuto, Vommaro, Di Tommaso, Targa, si sono ritrovati, nei giorni scorsi, in un convivio insieme al il mio papà. Il loro comandante, confidente, fratello maggiore, uomo d’altri tempi.

Hanno ripercorso gli anni vissuti in simbiosi. Uniti come fratelli. Bastava uno sguardo, una sola parola per capire quale era il loro compito. Non esisteva distinzione tra loro. Erano tutti ‘Pari grado’.

Non è facile, per chi scrive, esternare tutta l’emozione, provata nel vedere tutti loro dopo anni. L’infanzia, l’adolescenza, trascorsa insieme a Carabinieri che hanno protetto il mio cammino di vita. Hanno avuto il merito, e lo hanno tutt’ora, di avermi insegnato il bene, a vivere e prosperare nella legalità e nel rispetto delle leggi.

Vederli insieme è stata un’emozione grande. Il cuore batteva all’impazzata. Erano tutti felici di rivedersi. Gioiosi di raccontarsi. 

Hanno ripercorso, uniti, le vie di quel borgo meraviglioso che è Diamante, dove hanno fatto servizio, così come Scalea. Lì sono riemersi i ricordi. Gli occhi lucidi dell’anima che riemerge. La consapevolezza di aver fatto sempre il proprio dovere.

Reimmergersi nel passato per far rifiorire il futuro. Questa è famiglia. La mia famiglia. L’arma dei carabinieri.

Ad maiora semper ragazzi!

lunedì 21 marzo 2022

"....E' il mio cuore il paese più straziato...."

 


 “Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro

Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto

Ma nel cuore nessuna croce manca

È il mio cuore il paese più straziato”.

Leggendo la poesia di Giuseppe Ungaretti ‘San Martino del Carso’ mi sovviene un balzo nell’anima, pensando alla distruzione delle città ucraine. Mariupol, Cherson, Kharkiv, Kiev, Odessa e tante altre, atterrite dal bagliore di missili, bombe che accerchiano il cielo e la terra in un ammasso di terrore.

Sono passati 26 lunghi giorni. Il mondo sta cambiando. Tutte le dinamiche hanno preso una piega diversa. L’emozione ha preso il sopravvento. I sentimenti sono cambiati in ognuno di noi.

È vero. “È il mio cuore il paese più straziato”, parafrasando Ungaretti. I battiti sono fiochi. L’anima è lacerata, come brandelli di neve al sole. Gli occhi di ognuno versano lacrime, cercando una motivazione a tanta disumanità.

Non c’è un perché a tutto ciò. Non c’è un senso a questa vita che cambia in maniera repentina e travolge qualunque cosa si trovi davanti. Non esiste alcuna spiegazione, almeno io non riesco a darmela. Vedo le immagini che scorrono in tv, leggo fiumi di inchiostro, ascolto voci discordanti, percepisco sentimenti che vanno dallo sconforto più assoluto alla speranza che tutta questa barbarie cessi di esistere.

Intanto i combattimenti continuano, i morti si contano a centinaia. Uomini, donne, bambini. Fotogrammi strazianti che lacerano l’anima. Accadimenti che abbiamo studiato sui libri di storia e che ci siamo ritrovati a vivere nel 2022. Sembra un film dell’orrore. Ora dopo ora, si materializza davanti a tutti noi uno scenario sempre più devastante.

L’unica consolazione è la consapevolezza che qualcosa ancora si può fare. Si deve fare. Gli occhi di quei bimbi scappati dall’inferno non possono lasciarci impietriti. L’amore verso il prossimo, quel sentimento puro che il nostro cuore sa donare, deve spingere tutti noi a fare di più. A proteggerli, a donare loro quella serenità perduta. 

Lo dobbiamo a noi stessi. Solo così riusciremo ad essere un popolo giusto tra i giusti.

Maria Cristina Saullo

domenica 13 marzo 2022

Conflitto in Ucraina: Al via la campagna mondiale 'Water For Peace'

 

Non è semplice descrivere lo stato d’animo di chi in questo momento storico crede che un piccolo gesto d’amore possa scatenare cose mai viste. Si può credere e fare del bene incondizionatamente a chi vive nel terrore. È  questo il senso della vita. È questa la via da intraprendere per aiutare il prossimo, con profondo amore e senza alcun interesse se non quello della Pace.

Tutto concorre al bene. Qualunque cosa vedano, sentano i nostri sensi c’è sempre la luce in fondo al tunnel tetro che stiamo vivendo da settimane.

Il conflitto in Ucraina, sta smuovendo i cuori, l’anima, le coscienze di tutti. In un abbraccio solidale, l’Italia, il mondo intero, si stanno mobilitando per accogliere, sostenere un popolo che fa parte della famiglia europea. Uomini donne e bambini che stanno scappando da una guerra senza un perché. In tutti gli emisferi un coro unanime di sostegno, abbraccio solidale, mobilitazione per aiutare chi è in difficoltà. 

Il simbolo è quel ‘Pellicano’ che vola sempre in alto. Con le sue ali possenti, dispensa amore, serenità, gioia, sorrisi a chi soffre, a chi patisce le pene più aspre. 

Il Gran Maestro Internazionale dei Cavalieri Templari della Pietà del Pellicano, Principe Nino Aloi, sta coordinando, in questi giorni, una serie costante di interventi umanitari in aiuto alle popolazioni indifese dell’Ucraina.

Dopo la raccolta di vestiario e viveri, veicolata attraverso la Chiesa Ortodossa, è stata indetta una campagna mondiale Water for Peace che ha interessato i Priorati Templari del Minnesota, della Georgia e degli altri Stati americani,  in collaborazione con l’Ordine di San Giorgio.

In queste ore, un convoglio aereo di medicine, acqua potabile e viveri viene trasportato in Ucraina per aiutare i rifugiati negli scenari dilaniati dalla guerra. 



“Attraverso il gruppo Studabacher e con il prezioso aiuto della sorella, Nina Maria Diaconescu, delegata della Pietà in Romania per gli interventi a Odessa, e con la supervisione di Larry Lang, Priore designato degli States dell’Ordine, - affermano - diamo il nostro contributo ai cristiani in difficoltà in quella martoriata terra.

Venerdì prossimo, a Parigi, gli Ordini Templari confederati pregheranno sulla Senna per la Pace posando sul fiume, in segno di lutto, rose rosse per i martiri innocenti della guerra ingiusta .Per la Pace coi fatti e con la preghiera .

NON NOBIS DOMINE

Ha vinto lo Stato. Ha vinto l'Italia. Abbiamo vinto tutti noi.

  30 anni di latitanza. 30 anni di misteri, depistaggi, ombre sul latitante più ricercato al mondo. Questa mattina, all’alba, in una clinica...