Sanità allo sfascio? Tutela
dei diritti elementari dei più deboli buttati al vento?
Leggendo una lettera,
pubblicata, nei giorni scorsi, sul sito di informazione di un collega, mi sono venuti i
brividi.
Si tratta di una vicenda che riguarda un piccolo angelo.
Chi scrive è la
mamma di una bimba di 5 anni. “Un angelo con gli occhi a mandorla – scrive la
donna -. Una bambina down”. La piccola, sempre secondo quanto scritto dalla
madre, “aveva 4 mesi di vita quando ha iniziato il suo percorso riabilitativo
presso l’Aias di Lauria, in provincia di Potenza. Il 10 agosto scorso è arrivata comunicazione che la
struttura ha sospeso, a tempo indeterminato, sia le autorizzazioni che le
terapie per i pazienti calabresi per indisponibilità di fondi”.
Una decisione che sta
provocando non pochi disagi per chi, come la bambina, segue le terapie
necessarie nel centro lucano.
Sempre secondo quanto riferito dalla mamma
della piccola, “fino al 14 agosto la struttura dirigenziale dell’Asp del Tirreno
non ha contattato i pazienti in cura presso l’Aias. Mi sono, quindi, recata dai carabinieri di Scalea per raccontare l'accaduto, fornendo copia della lettera
inviata all’Aias di Lauria”.
Molti sono stati e sono tutt’ora
i sacrifici dei congiunti della piccola. È una situazione senza senso che in
una paese civile non dovrebbe mai verificarsi. L’auspicio è che la problematica
venga risolta al più presto. I più deboli vanno tutelati. Questi bimbi non
vanno abbandonati dalle istituzioni. Chi è preposto alla risoluzione della
vicenda, spero lo faccia subito per il bene della piccola.
L’amore che i genitori,
donano a questi bimbi è immenso. Gli stessi sono la linfa vitale del loro
vivere quotidiano.
In questo caso, lo Stato ha
il dovere di intervenire.
L’essere umano è una creatura di Dio che va accompagnata
e difesa in toto con infinita caparbietà e serietà.