Il maltempo di queste ultime ore non ha smorzato
l’entusiasmo per la prima edizione della “Night Christmas Shopping Show” che
avrà luogo domani, martedì 30 dicembre, a partire dalle ore 16:00. Si tratta nello
specifico di una serata dedicata agli acquisti, allo scopo di allontanare per
qualche ora i nefasti effetti della crisi economica che ha condizionato buona
parte delle festività natalizie. L’associazione “Notte bianca Amantea”, con il
supporto dell’amministrazione comunale, ha programmato questo evento per
consentire a turisti e residenti di vivere al meglio la gioia e l’allegria di
questo particolare periodo dell’anno. L’obiettivo è di trasferire la capacità
di accoglienza che Amantea offre in occasione della tradizionale Notte bianca
del 18 agosto nel bel mezzo delle vacanze, poco prima di San Silvestro. A partire
dalle 16 e fino a tarda notte, lungo via Margherita, grandi e bambini diventeranno
parte integrante di una festa fatta di musica, balli e banchetti degustativi. "L’obiettivo è semplice quanto immediato – spiegano
i promotori del progetto – allietare lo shopping, coccolando i visitatori in
un’atmosfera calda e gioiosa, allontanando almeno per qualche ora tristezza,
pensieri e musi lunghi. Nel cuore della città verranno predisposti spazi
dedicati ai bambini, con esibizioni canore e folkloristiche itineranti che
sottolineeranno la distribuzione gratuita delle caramelle. Ed ancora: le “babbonataline”,
gli artisti di strada, gli scultori del ghiacci, i negozianti pronti ad offrire
occasioni da non perdere con sconti dal 30 al 70 percento ed i bar che
proporranno aperitivi e cocktail a prezzi mai visti. In piazza
Commercio, inoltre, il concerto dei Tarantanova. Dobbiamo imparare ad operare
insieme per promuovere e valorizzare il tessuto sociale della città. La
concorrenza delle realtà vicine morde sempre di più ed Amantea, avendone le
potenzialità, non può e non deve cedere il passo".
lunedì 29 dicembre 2014
Successo ad Amantea per la X edizione di “Racconti e desideri: storie di sogni e realtà”
Il
freddo delle temperature rigide delle ultime ore non ha squarciato il calore
delle storie che hanno animato la decima edizione di “Racconti e desideri:
storie di sogni e realtà”, il particolare evento culturale organizzato
dall’associazione CP Produzioni ed istituzionalizzato dalla Commissione
Straordinaria nel 2010 che da un decennio rende merito alle eccellenze
amanteane che si sono contraddistinte nell’arco dell’anno. L’edizione
2015 è stata soprattutto la festa delle idee che si sono poi trasformate in
ricerca, lavoro e speranze. La cornice offerta dalla suggestione del complesso
conventuale di San Bernardino ha fatto il resto, rendendo la serata ancora più
interessante, soprattutto dal punto di vista dei contenuti. Il
premio “Giovani e ricerca” è stato conferito a padre Francesco Celestino,
autore di uno studio dettagliato sul cardinale Julien Ries, destinato a
divenire un punto di riferimento nell’universo accademico nazionale e
internazionale. Alla giovane promessa Lorenzo Falzetta, che milita nel Genoa, è
stato attribuito il premio “Attività sportiva”. Nella convinzione che l’arte
può contribuire a cambiare radicalmente il mondo, gli organizzatori hanno
assegnato il premio “Società e cultura” a Davide Marano che presso l’art –
place “La pecora nera” ha declinato l’intrattenimento di spessore, proponendo
gratuitamente rassegne teatrali, musicali e mostre di ogni genere. Il maestro
Giorgio Feroleto, sia per la sua formazione concertistica, sia per la passione
che gli ha consentito di aprire un museo dedicato alla memoria di Alessandro
Longo, è stato insignito del premio “Poesia e musica”. Per la sezione
“Imprenditoria attiva” è stata premiata la famiglia Perri, titolare del Grand
Hotel La Tonnara, che nel corso del 2014 ha celebrato i primi cinquant’anni di
attività. Al gruppo di artisti (oltre venti) che hanno realizzato i murales
sotto gli otto viadotti ferroviari della città è stato consegnato il premio
“Immagini e pittura”. Il piatto celebrativo dell’evento, realizzato dal maestro
Pedrito Bonavita, è stato consegnato dal vice sindaco Giovanni Battista Morelli
a Benedetto Giusta e Albino Fera. Gli
organizzatori hanno voluto rendere merito all’opera di divulgazione svolta dal
sito www.viverefiumefreddo.it che con passione e sacrificio offre uno spaccato
sempre aggiornato sugli eventi e sulle attività che hanno luogo lungo il Basso
Tirreno cosentino. A ricevere il riconoscimento dalle mani delle modelle
Fabiola Redavide e Asia Pati, sono stati Settimio Martire e Mariangela Gaudio. Dulcis
in fundo sono stati premiati anche i quattro migliori studenti delle scuole
superiori nepetine: Giulia Coscarella (liceo scientifico), Rossana Guido
(tecnico commerciale), Elisabetta Petralia (professionale) e Francesco Motta
(industriale). Toccanti
gli auguri alla città del sindaco Monica Sabatino che ha ricordato ai presenti
la figura di madre Teresa di Calcutta e l’importanza del fare rispetto al dire.
Il sindaco di Amantea Monica Sabatino risponde in maniera chiara e diretta alle accuse lanciate nei giorni scorsi all’indirizzo dell’esecutivo da Luciano Cappelli
"Leggo
con grande stupore – afferma il primo cittadino – dell’indignazione dell’ex
vicesindaco ed ex assessore comunale Luciano Cappelli in merito al ritardo
dell’apertura della nuova struttura che a breve ospiterà la scuola dell’infanzia
di Campora San Giovanni. Naturalmente è nostra intenzione aprire lo stabile nel
più breve tempo possibile, dotandolo almeno dello stretto necessario per dargli
la dignità che merita: il plesso è all’avanguardia ed è stato costruito con
tutti i requisiti di legge. Sarà una grande opportunità per i bambini che
avranno la possibilità di crescere e di diventare grandi in un luogo idoneo e
sicuro ed è nostra preoccupazione che ciò avvenga presto. Ma la cosa che
veramente mi stupisce è leggere l’indignazione dello stesso Cappelli che sicuramente
ha perorato la costruzione di questa struttura, ma che, a quanto pare, non l’ha
seguita con la dovuta attenzione visto che afferma cose inesatte, come la
presenza di 80 mila euro per gli arredi che non erano stati previsti né tanto
meno stanziati. Forse avrebbe dovuto saperlo da assessore e da vicesindaco che
la somma prevista è bastata appena, grazie al ribasso d’asta, a completare la
struttura. Ma forse la sua presenza in comune era così sporadica che non poteva
essere a conoscenza di questi dettagli. Capisco l’interesse per un sito che si
vorrebbe vedere funzionante e attivo, ma partire da qui per sparare a zero in
modo inopportuno sull’attuale amministrazione fornendo argomentazioni non
veritiere è una cosa che non si può tollerare. Abbiamo
dimostrato nei fatti – prosegue la Sabatino – l’importanza e il peso che ha
Campora nelle nostre decisioni e non abbiamo sentito la necessità di far valere
gli incarichi. Lavoriamo e siamo presenti tutti, consiglieri ed assessori per
migliorare le condizioni di Amantea e di Campora San Giovanni ne loro insieme. Cercando
insegnamenti dal passato, proprio l’esperienza di Cappelli ci ha dimostrato che
un incarico non serve a nulla se non è supportato da una presenza costante e
dall’impegno quotidiano. Per quanto riguarda le strategie studiate a tavolino, anche
qui Cappelli ha preso una grande cantonata perché non c’è stato nessuno studio.
In democrazia contano i numeri e le competenze. Questo dovrebbe ricordarlo. Per
l’ironia mostrata sulla vicenda relativa alla gratuità dell’incarico affidato a
Giuseppe Sabatino, rispedisco tutto al mittente. Chi è abituato a quantizzare
ogni cosa probabilmente non concepisce l’effettiva possibilità che qualcuno
possa prestare gratuitamente le proprie competenze al servizio della città".
Guida multimediale per valorizzare il comprensorio Altotirrenico
Borsa internazionale del
turismo. Expo 2015. Il comprensorio Altotirrenico si prepara a due eventi di
grande spessore che non possono cogliere impreparati addetti ai lavori,
imprenditori turistici, comuni, province e regione. A tal fine e nell'obiettivo
di fare rete è nato un progetto molto ambizioso, pensato dalle cooperative
"Gaia" di Paola e "Progetto Germano" di Scalea. L'idea, trova
le proprie basi sulla realizzazione di una guida multimediale che sarà
presentata, a Febbraio, nel corso della Borsa internazionale del turismo, e
sarà distribuita, da maggio, all'interno dell'Expo. In questo progetto,
troveranno spazio percorsi turistici, luoghi e posti delle nostre terre, spesso
non conosciuti e tutto quanto servirà a rendere l'eventuale soggiorno
all'insegna della perfetta organizzazione, dell'accoglienza, del relax e del
divertimento, a suon di cultura, arte, storia, ambiente, cucina, religione e
altre peculiarità tipicamente calabresi. Partner dell'iniziativa, al momento, é
la Provincia di Cosenza anche se molti altri soggetti associativi e
istituzionali stanno aderendo. Sul Tirreno, figurano i comuni di Fuscaldo, Guardia
Piemontese e Verbicaro che hanno già offerto la loro adesione ufficiale. “L'iniziativa
– si legge in una nota - servirà anche ad unire le varie comunità calabresi al
percorso formativo di alcuni studenti del dipartimento di scienze turistiche
dell'Università della Calabria che saranno protagonisti in questo progetto,
illustrando le bellezze nascoste della Calabria e mai valutate per come
dovrebbero”. Nelle prossime settimane, il progetto sarà presentato nei comuni
aderenti, all'Unical e nei saloni della Provincia di Cosenza.
Praia a Mare: Caso Marlane. Il 2 gennaio incontro con il ministro Lanzetta
Vicenda Marlane. Il 2
gennaio prossimo, alle ore 11:30, nei saloni del comune di Praia a Mare, il
ministro, Maria Carmela Lanzetta, parteciperà all’incontro con i lavoratori
dell’ex fabbrica tessile e gli amministratori. “I disastri ambientali e umani –
si legge in una nota, diramata dal ministro – provocati dalla Marlane di Praia
a Mare, dalla discarica dell’ex polo chimico Montecatini Edison di Bussi, dalla
fabbrica d’amianto a Casale Monferrato e dalla “terra dei fuochi” tra le
province di Napoli e Caserta, senza dimenticare i siti inquinati dell’ex-Montedison
di Crotone, sono i casi più emblematici e conosciuti di un passato inquinante e
luttuoso che non deve più tornare. Se le sentenze non si commentano – continua la
nota stampa - è anche vero che occorre intraprendere tutte le iniziative
possibili attraverso progetti che favoriscano la bonifica ambientale delle aree
colpite”.
Terremoto in provincia di Cosenza
Paura ieri notte in Calabria. Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.4 sulla scala Richter, è stata avvertita in provincia di Cosenza, poco dopo le ore 22:40. Il sisma avvenuto ad una profondità di 11,1 Km, è stato avvertito nella città dei bruzi, in tutti i paesi del circondario e nella fascia costiera del Tirreno cosentino. L’epicentro, secondo i rilievi effettuati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stato individuato a Spezzano della Sila, piccolo centro pedemontano sui monti della Sila, a 900 metri sul livello del mare, distante 15 chilometri da Cosenza. I comuni più vicini all’epicentro sono Spezzano Piccolo, Spezzano della Sila e Serra Pedace. Pochi minuti dopo le ore 22:40, un secondo sisma di magnitudo 3.3 è avvenuto nella stessa zona e successivamente è stato avvertito un altro terremoto di entità inferiore. Secondo le segnalazioni, arrivate sui social network, la scossa è stata avvertita anche nella parte bassa della Calabria, fino a Catanzaro e alla provincia di Reggio Calabria e anche in Sicilia, a Messina. Spavento per numerose famiglie, uscite in strada appena avvertita la forte scossa di terremoto che sarebbe durata alcuni secondi. In molti hanno dormito in auto. Al momento le centrali operative dei vigili del fuoco e della Protezione civile non hanno rilevato situazioni di criticità. “Dopo il terremoto che ha colpito qualche ora fa la provincia di Cosenza, ora stiamo monitorando la situazione”. È quanto scrive il presidente della Regione Mario Oliverio sulla sua pagina facebook. "La forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4, con epicentro nella Sila cosentina, fa ricordare il rischio sismico cui è particolarmente esposta la nostra regione". E' quanto afferma Francesco Fragale, presidente dell’Ordine regionale dei geologi, che illustra le misure utili per difendersi dal sisma. «Innanzitutto – dichiara – costruendo nel rispetto della normativa antisismica vigente e adeguando e migliorando sismicamente il patrimonio edilizio già esistente. La legge sismica regionale numero 35/2009 attualmente prevede procedure di controllo rigoroso sui progetti delle opere con volume maggiore a 3000 mc e/o altezza maggiore ai 10,5 m, per cui una buona parte dei progetti viene verificata. Tuttavia è auspicabile che in tempi brevi, al fine di concretizzare una maggiore garanzia della qualità progettuale degli interventi sul territorio, venga pienamente e definitivamente attuata la legge regionale 35/2009, con il controllo della totalità dei progetti". Secondo il presidente dei geologi calabresi è necessario il potenziamento delle "strutture tecniche regionali ancora carenti per la componente geologica. Bisogna potenziare la presenza di geologi nelle strutture tecniche per il controllo degli elaborati geologici a corredo delle progettazioni. L’Ordine dei geologi auspica che il nuovo governo regionale sia sensibile a tale criticità. Necessita, inoltre, l’emanazione di una legge regionale per l’istituzione del “Fascicolo del fabbricato”: una sorta di “libretto sanitario” dell’edificio, finalizzato a valutare le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali e geologiche del sito ove esso sorge. Ciò – prosegue Fragale – al fine di avere piena conoscenza della vulnerabilità sismica dell’edificato regionale. Al riguardo è bene ricordare che in Calabria molti edifici sono stati realizzati antecedentemente all’introduzione della legge antisismica 64 del 1974, quindi progettati senza alcun criterio antisismico, tra cui oltre 3 mila edifici scolastici. E il quadro si allarga se si considerano anche le altre strutture pubbliche, come a esempio gli ospedali. E', poi, fondamentale - chiosa Fragale - che vengano adeguati e aggiornati i Piani di emergenza comunali e che questi vengano realmente utilizzati dai Comuni e divulgati tra la popolazione. L’Ordine dei geologi sta organizzando, con grande spirito di servizio, attività divulgative sui rischi territoriali tra gli studenti delle scuole medie, in modo che essi possano essere informati dei rischi cui è esposto il territorio che abitano. L’educazione della popolazione rispetto ai rischi del territorio rappresenta il primo passo verso la strategia della prevenzione".
Visita alle chiese storiche di Catanzaro
Oltre trecento persone hanno
partecipato all’iniziativa organizzata dall’associazione Catanzaro è la mia
città dedicata alla visita delle storiche chiese del centro storico del
capoluogo calabrese. Piena soddisfazione degli organizzatori che assicurano di
voler ripetere l'iniziativa. La visita guidata, e gratuita, si è svolta sabato
27 dicembre: la guida Dott. Mario Mauro ha introdotto i visitatori, dopo una
breve storia delle origini di Catanzaro e della chiesa di San Giovanni, alla
scoperta dei tesori racchiusi nella chiesa che vedono tra gli altri un bel
portale in pietra locale del '600 cui si giunge con una doppia scalinata
ellissoidale costruita nel 1877, in occasione del livellamento della strada
vicina; decorato con due colonne e da un timpano spezzato, al di sopra di esso,
una nicchia che accoglie la bella statua di S. Giovanni, opera d'ignoto
napoletano del 1625.Più in alto un rosone chiuso da vetri colorati nel quale
campeggia la bianca Croce di Malta, simbolo della Confraternita presente nella parrocchia.
Il gruppo si è quindi spostato alla vicina Basilica dell’Immacolata per
scoprire che la devozione dei catanzaresi all'Immacolata risale all'8 Dicembre
del 1641 quando fu fatto atto di voto di pieno riconoscimento del concepimento
immacolato di Maria; fu attribuito all'intercessione della Vergine l'arresto
improvviso della peste che imperversava in città e per questo divenne la prima
Patrona e Principale Protettrice: il voto fu rinnovato con atto pubblico il 1
Febbraio del 1660 che si rinnova ad ogni elezione di un nuovo Sindaco. Ci si è
poi trasferiti nella chiesa del Monte dei Morti, dove i partecipanti alla
visita hanno scoperto che il portale della chiesa è opera di scalpellini
roglianesi e fu completato nel 1728 e che dal 1885 la chiesa fu affidata ai
Padri Cappuccini ma soprattutto che il nome della chiesa deriva sia dalla
piccola elevazione su cui sorge che dal fatto che sul posto c'era un monte di
pietà i cui risparmi servivano per i funerali dei poveri. Il tour per le chiese
del centro storico è proseguito con un’esclusiva che grazie al neo parroco del
Duomo si è potuta realizzare. La visita dell’antica chiesa di S.Maria della
Stella che ai più risultava del tutto sconosciuta. Il crollo della volta,
verificatasi nella fine del XX secolo in corrispondenza della cantoria, ha
provocato danni soprattutto agli affreschi in essa custoditi. Rimangono quelli
di Santa Fara, protettrice delle Messi, della Stella Maris ed il giro degli
Angeli sull'Altare maggiore, opere realizzate nel '900 da Guido Parentela,
allievo di Garibaldi Gariani della scuola di Andrea Cefaly. Molto interessante
è l'altare barocco realizzato completamente in legno rivestito con lamine
d'argento ed oro, esempio molto raro che ricorda, in città, quello
dell'Oratorio del Carmine. Molto prezioso l'organo a canne del '700 (le canne
sono andate perdute) con doratura in oro zecchino e dipinto con fiori. Santa
Fara, a cui i fedeli del rione sono devoti, viene ricordata nel mese di
Ottobre. L'ultima tappa è stata il Duomo della città dove ancora numerosissimi
i turisti della propria città sono giunti dopo un pomeriggio che è stato
utilissimo per apprezzare gli stupendi tesori presenti in città e grazie alla
guida si è potuto scoprire che l'attuale costruzione del Duomo sorge sulle
ceneri della vecchia Cattedrale normanna edificata sotto Roberto il Guiscardo e
consacrata il 28 Dicembre del 1122 da Papa Callisto II a Maria Vergine, agli
Apostoli Pietro e Paolo ed a S. Vitaliano, e che fu proprio nell'occasione
della visita alla città che il Papa portò in dono le reliquie di S. Vitaliano,
S. Ireneo e S. Fortunato. I partecipanti, molto soddisfatti, hanno preso
consapevolezza che solo conoscendo la propria città si può mirare allo sviluppo
di una città ormai piacevolmente assopita, che non fa nulla per riprendere il ruolo, perso negli
anni, che gli compete per la propria storia.
Presentata la nuova rivista, dedicata al terzo settore
Finalmente in edicola un
prodotto editoriale che racconta le storie positive del sud Italia: Insieme con Sette del Corriere della Sera, il
mensile Corriere Sociale che è stato presentato a Napoli con una conferenza stampa
di presentazione della nuova rivista dedicata al terzo settore e al
volontariato del mezzogiorno. Il consigliere Csv Cosenza, Antonello Grosso La
Valle dichiara: Ci siamo anche noi del Csv Cosenza! La funzione del
volontariato è trasmettere un’azione evidenziando un’ immagine e una comunicazione
che deve essere da stimolo in quanto mira esclusivamente verso il concetto del dono, dell’altruismo e
della solidarietà nel pieno messaggio di sostegno e di crescita equa e
solidale. Il carattere volontario si esplicita anche con un’attenzione
particolare nei confronti della comunità: azioni per una concreta applicazione
nella risoluzione dei problemi e nel processo di empatizzazione con la
consapevolezza della difficoltà di intervenire in maniera precisa e tempestiva
rispetto ai bisogni, molto spesso gravi e drammatici dei beneficiari, però
sempre in una modalità umana e vera. L’umanità è ciò che consente al volontario
di interpretare i bisogni dell’utente, anche e soprattutto quelli che rimangono
inespressi o difficili da comunicare, e consente inoltre di non alimentare nei
beneficiari illusioni sbagliate rispetto alla propria condizione e alla
risoluzione del bisogno stesso. Nel concetto dell’etica e della responsabilità
rientra la capacità del volontariato di promuovere dei comportamenti indirizzati
verso valori di fratellanza, partecipazione e solidarietà universale, e allo
stesso tempo di combattere contro atteggiamenti di individualismo e di
esclusione verso il prossimo. Il carattere dell’etica sembra nascere
fondamentalmente da un percorso di autoriflessione in seno alle associazioni;
alla base dell’etica delle associazioni c’è, inoltre, l’attitudine a promuovere
azioni concrete di tutela del bene comune con la massima attenzione verso
soggetti vulnerabili, deboli e svantaggiati.
Presentazione del ‘’CP CAL 2015’’
Tutto è oramai pronto per la
presentazione del ‘’CP CAL 2015’’ che avrà luogo questa mattina, alle ore 10:30
presso l’ex hotel Executive di Rende ora Ariha Hotel. All’importante evento
culturale parteciperà anche il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione.
Per gli ideatori del progetto, dopo la presentazione avvenuta a Milano lo
scorso 7 dicembre, si tratta della “prima” in Calabria. Il calendario è stato
realizzato con gli abiti di alcuni degli stilisti che hanno partecipato alla
decima edizione della Grotta dei desideri nello scorso mese di agosto.
Presenzieranno inoltre all’incontro il direttore artistico Ernesto Pastore,
quello amministrativo Giuseppe Catalano, Filomena Greco in rappresentanza
dell’azienda iGreco, il vice sindaco di Amantea, Giovanni Battista Morelli, e
il referente di Banca Mediolanum, Fabio Redavide. I lavori saranno moderati
dalla giornalista, Maria Francesca Calvano. Il particolare calendario
fotografico, dedicato al binomio “wine&fashion”, vuole celebrare due
eccellenze del made in Italy: il buon vino prodotto dall’Azienda iGreco di
Cariati (Cs) e l’alta moda rappresentata dalle creazioni degli stilisti Marco
Maisto, Annalisa Di Lazzaro, Marco Sfregola, Maria Chiara Saraceno, Anna
Calviello, Claudia Ferrise (Sposa Lucy). Gli scatti che raccontano il 2015 e
che sono stati interpretati dalla showgirl Claudia Borroni, sotto la sapiente
guida dei fotografi Pasquale Catanzaro e Franz Mazza, sono tra l’altro
ambientati in tre location d’eccezione del panorama imprenditoriale regionale:
oltre alla stessa Azienda iGreco, l’Art Place La Pecora Nera ed il Grand Hotel
La Tonnara di Amantea. “Per il secondo anno consecutivo – commenta Filomena
Greco – sponsorizziamo la manifestazione giacché essa rientra a pieno titolo in
quelle iniziative di spessore, in grado di valorizzare e rappresentare il
territorio e le sue risorse nella sua complessità, che vanno assolutamente
sostenute e promosse. Chi produce agroalimentare come la nostra Azienda con
olio e vino, diventa “ambasciatore” della nostra terra, ed è doveroso
restituire proprio alla terra, intesa anche come fattore culturale e sociale,
l’amore e la serenità che ci dona. Per questo siamo davvero orgogliosi di avere
in qualche modo ispirato il tema di questo calendario: una sintesi perfetta che
declina la bellezza, la grazia e l’eleganza calabrese con l’impegno e la
diligenza della nostra gente. «Il CP Cal – spiega Ernesto Pastore – è
strettamente collegato alla Grotta dei desideri, particolarissimo fashion
contest organizzato dall’associazione CP Produzioni che consente a stilisti
provenienti da tutta Italia di presentare le proprie collezioni e di concorrere
per vincere due borse di studio utili a completare la propria formazione o
contribuire alle spese di avviamento di un atelier. Al concorso possono
partecipare giovani designer ancora impegnati nello studio e stilisti che
abbiano aperto un’attività da meno di cinque anni. Gli stilisti vincitori che
partecipano alla Grotta dei desideri acquisiscono anche il diritto di
realizzare uno shooting fotografico professionale e un calendario con i propri
abiti. Intanto si lavora già all’edizione 2015. Il concorso prevede una borsa
di studio al primo classificato di 1.300 euro e al secondo di 700; i primi tre
stilisti, inoltre, svolgeranno gratuitamente lo shooting con modelle e
fotografi professionisti. È stato già pubblicato il bando che dà accesso alla
selezione. Il concorso è indirizzato a giovani stilisti diplomati, agli
studenti degli istituti superiori pubblici e privati, alle accademie di design,
moda e modellistica, alle università e alle scuole professionali. Possono
partecipare altresì gli stilisti che abbiano già aperto un proprio atelier da
meno di cinque anni. L’iniziativa, nata dall’idea di celebrare e approfondire
la relazione tra la moda, l’arte e la cultura, intende valorizzare e promuovere
i giovani talenti emergenti del mondo della moda e dar loro una possibilità di
confronto, formazione, crescita professionale e visibilità. Per scaricare il
bando, disponibile anche in lingua inglese, basta collegarsi al blog ufficiale
dell’evento http://lagrottadeidesideri.worpress.com o consultare la pagina
Facebook https://www.facebook.com/lagrottadeidesideri”.
mercoledì 24 dicembre 2014
Sangineto: E' tutto pronto per la XIIma edizione del presepe vivente
Al via a Sangineto la XIIma
edizione del presepe vivente calabrese, organizzato dalla locale Pro Loco, presieduta
da Rosalba Palermo. Appuntamento consolidato il 26 dicembre e il 6 gennaio, a
partire dalle ore 18:00, nel centro storico e consolidata anche la formula. Si
tratta, infatti, di un presepe calabrese che trae origine dalla tradizione
napoletana e riporta la nascita del Salvatore nella Sangineto della metà del
secolo scorso. Un passo indietro nel tempo, per riscoprire usi e mestieri della
tradizione tra i suggestivi vicoli del borgo, ma anche un viaggio
nell’enogastronomia locale con pietanze preparate dal vivo e offerte in
degustazione a tutti i visitatori.
L’evento richiama, ogni anno, centinaia di visitatori accolti dagli
abitanti del paese che, per l’occasione, si trasformano in attori e raccontano,
attraverso cibi e attività, la storia del borgo e le sue tradizioni.
lunedì 22 dicembre 2014
lunedì 24 novembre 2014
venerdì 21 novembre 2014
Celebrazione della ''Virgo Fidelis''
Preghiera del Carabiniere
Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra,
noi Carabinieri d'Italia,
a Te eleviamo reverente il pensiero,
fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!
Tu che le nostre Legioni invocano confortatrice e protettrice
con il titolo di "VIRGO FIDELIS".
Tu accogli ogni nostro proposito di bene
e fanne vigore e luce per la Patria nostra.
Tu accompagna la nostra vigilanza.
Tu consiglia il nostro dire.
Tu anima la nostra azione.
Tu sostenta il nostro sacrificio.
Tu infiamma la devozione nostra!
E da un capo all'altro d'Italia
suscita in ognuno di noi
l'entusiasmo di testimoniare,
con la fedeltà fino alla morte
l'amore a Dio e ai fratelli italiani.
Amen!
giovedì 13 novembre 2014
venerdì 31 ottobre 2014
Considerazioni a cuore aperto...
La posizione delle donne all’interno della massoneria è complessa, ma al tempo stesso, è affascinante e ricca di sentimento e contenuti.
Ciò che il genere femminile può esprimere, all’interno della fratellanza, è qualcosa di inscindibile dagli stereotipi che vedono la donna un po’ in disparte rispetto all’uomo.
Sfatato il dubbio. Nei giorni scorsi, a Scalea, si è tenuto un simposio, incentrato sul ‘’Ruolo della donna nella massoneria universale’’. Il primo convegno internazionele, organizzato dalla serenissima gran loggia nazionale italiana degli antichi liberi accettati muratori palazzo del sacramento, ha visto la presenza di personalità di spicco, provenienti da Italia, Brasile, Messico, Stati Uniti, e Argentina. Il clou del meeting sabato, 25 ottobre, quando, al tavolo dei relatori, moderati da Erminia Chizzoniti, hanno preso la parola, Maximo Calderon, Ana Cristina Azevedo, Fernando Rucci, Ennio Proietto, Juana Maria Delgadillo, Gloria E. Sabito, Maurizio Insana, Franco Galiano, Elisabetta Cimino e Benjamin Sabito. Un ruolo fondamentale, quello della donna, che si ispira ai principi di libertà, tolleranza, legalità, rispetto degli altri e di sé stessi.
La trasparenza, prima di tutto. Il grande desiderio di esprimese se stesse, ha portato le relatrici e i relatori del meeting ad addentrarsi in quel senso di beltà e umiltà che solo la donna sa trasmettere. Un confronto aperto e leale per far capire che quella sorta di ‘’melograno’’ che appartiene all’umanità, può portare i piccoli chicchi a rigenerarsi di luce propria per il benessere altrui.
Ed è proprio questo l’humus della Massoneria. Il donarsi agli altri con amore. L’aiutare chi ne ha più bisogno. Trasmettere quella speranza, tanto amata dal nostro Papa che ci ripete sempre: “Non perdete mai la speranza’’. Ed è proprio nel suo esempio che dobbiamo continuare a camminare, nell’assoluto rispetto della legge e delle regole, alla base del vivere quotidiano.
martedì 28 ottobre 2014
giovedì 22 maggio 2014
Non si dimentica...
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina.
Sono Passati 22 anni. 23 maggio del 1992. 19 luglio 1992
Oggi, come ieri, un ricordo indelebile di quei giorni vissuti con dolore e rabbia per delle morti inspiegabili. Avvenimenti che hanno toccato le nostre coscienze e le nostre anime, ma che, nel contempo, ci hanno insegnato a vivere e operare onestamente, nella piena trasparenza e nella più totale dedizione alla ''legalità''...
Cristina Saullo
lunedì 19 maggio 2014
I miei articoli su telegiornaliste.com "Helena Costa. Il calcio nella sua semplicità"
La Francia in rosa. Lo sport transalpino affidato ad una
donna. A volte basta poco per sfatare un tabù; in questo caso è il calcio a
farla da padrone; nessuna distinzione tra generi, ma un connubio che va a
perfezionare quella professionalità che solo il genere femminile sa
sprigionare.
Helena Costa, allenatrice portoghese, è il primo
commissario tecnico donna ad allenare una squadra di calcio francese. Nella
Ligue 2 è un periodo storico molto importante: per la prima volta, infatti, la
giovane 36enne allenerà in un club professionistico, il Clermont.
Ex del Benfica, Qatar e Iran con le nazionali femminili,
Helena Costa si è immersa nel calcio maschile professionistico «per realizzare
un sogno - come lei stessa ha affermato - un dream per tutte le allenatrici e
un senso di appagamento senza eguali. È un traguardo storico per lo sport. Sono
felice per quello che sta accadendo. Era il mio obiettivo».
Un curriculum di tutto rispetto quello della Costa.
Laureata in scienze sportive alla Facultad de Motricidad Humana de Lisboa, la
giovane ha lavorato anche con il Celtic, come scout e analista di avversari.
Una donna caparbia e grintosa, consapevole di un lavoro
estenuante, ma gratificante. A lei sono arrivati, infatti, gli auguri del
presidente dell’Uefa e della Fifa.
Una storia, la sua, che
l’ha proiettata negli albori della cronaca sportiva, riscuotendo successo,
nella consapevolezza che lo spogliatoio non sarà per lei una barriera. Non ha
dubbi.
Maria Cristina Saullo
lunedì 12 maggio 2014
lunedì 5 maggio 2014
I miei articoli su telegiornaliste.com "Elizabeth Peters. Una scrittrice appassionata"
È famosa per aver scritto una serie di racconti,
incentrati sulla figura dell’ereditiera, appassionata di archeologia, Amelia
Peabody.
Elizabeth Peters, scomparsa lo scorso agosto, è molto
conosciuta in Italia per i suoi romanzi, ambientati in Egitto.
Il suo primo lavoro editoriale, pubblicato nel nostro
Paese con il titolo La sfida della mummia, è il primo libro in cui appare
Amelia Peabody; personaggio emblematico, che caratterizza un ciclo di 17
episodi, tutti ambientati in Egitto tra la fine dell’800 e l'inizio del ‘900.
La sua avventura comincia quando decide di andare nella
terra dei faraoni, insieme ad un’amica. Qui, troverà l’amore e, nello stesso
tempo, diventerà un'archeologa e una famosa detective. Ed è proprio in queste
aree del Mediterraneo più suggestive e amate al mondo che la protagonista
immaginaria di Elizabeth Peters investigherà nell’area della città perduta di
Amarna, gestita da Walter e Radcliffe Emerson, due fratelli archeologi.
Con quest'ultimo, nasceranno dei disguidi e delle
divergenze che, in seguito, si tramuteranno in amore. Poi, Walter sposerà
Evelyn, la ragazza inglese incontrata da Amelia prima di partire per l’Egitto,
vittima della truffa di due criminali che la protagonista del romanzo
smaschererà.
Una trama avvincente, ricca di suspense e lucidità nel
raccontare vicende che si intrecciano tra loro in una cornice da favola.
Maria Cristina Saullo
mercoledì 23 aprile 2014
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mercoledì 16 aprile 2014
lunedì 7 aprile 2014
I miei articoli su telegiornaliste.com "Vicky Piria. Un sogno, una conquista"
«Tutti hanno un paio di ali ma solo chi sogna impara a
volare». Profeta in patria il grande Jim Morrison; una frase che racchiude in
sè l’animo grintoso e caparbio di una giovane donna italiana, Vicky Piria, che
ha inseguito il suo sogno e lo ha raggiunto.
Classe 1993; bella, giovane e sportiva, con
l’acceleratore sempre al massimo: sogna la Formula 1 e, ne siamo sicuri,
raggiungerà presto questo traguardo.
Vittoria (Vicky per tutti) ha iniziato la sua carriera
con i kart nel 2003; poi, nel 2008, è approdata alla classe KF3.
L’anno dopo salto di qualità con le monoposto; partecipa,
con la TomCat Racing, alla Formula 2000 Light e alla Formula Renault; ha anche
gareggiato alla gara di apertura della Formula Lista Junior a Digione con il
team Daltec Racing.
Una carriera in ascesa che ha portato Vicky ad ottenere
risultati, negli anni successivi, in varie categorie del mondo automobilistico;
per la sua bellezza, viene, spesso, paragonata a Belen, ma a lei non interessa:
il suo sogno è sempre stato quello di fare la pilota.
Nonostante sia approdata in un cosmo dove l’uomo la fa da
padrona, Vicky non si accontenta: vuole sempre il massimo e lo raggiunge;
grintosa, intelligente ed ambiziosa, la giovane ha già fatto parlare di se per
il suo talento e il suo modo di essere normale in uno sport competitivo come
l’automobilismo.
«La passione è nata quando avevo appena 8 anni (ha
dichiarato la giovane) quando mio padre, appassionato di motori, comprò un
go-kart per mio fratello; da lì sono entrata in questo mondo ed è nato l'amore
per le auto da corsa».
Un amore impegnativo,
che ha cambiato e non di poco la sua vita: inoltre, il fatto di essere l'unica
donna in un contesto tutto maschile non la preoccupa. «L'importante – afferma -
è farsi rispettare ed essere professionale». Una professione che la farà,
sicuramente, volare in alto come la grande professionalità che la
contraddistingue. In bocca al lupo!
Maria Cristina Saullo
lunedì 24 marzo 2014
Un testo da leggere tutto d'un fiato...
Mi pregio di postare, in toto, uno scritto che racchiude, in se, quel significato puro e semplice di una grande fratellanza...
Grazie a te per avermi dato la possibilità di conoscere quanto di più bello sei e che mi tramandi quotidianamente!!!!
Grazie a te per avermi dato la possibilità di conoscere quanto di più bello sei e che mi tramandi quotidianamente!!!!
Anni fa ho iniziato studiare la massoneria, i Rosacroce e i Templari, ma tante cose non mi quadravano e molte domande rimanevano irrisolte in mezzo alle mille contraddizioni sia della Chiesa che della massoneria. Le domande erano tante.
Perché la massoneria, che dovrebbe essere anticattolica e dunque, a rigor di logica, vedere tutto... ciò che richiama la Chiesa come il fumo negli occhi, festeggia San Giovanni ed è fissata con i santi, San Giacomo, Santa Rita, Santa Rosa, ecc.? Nelle mie prime tavole architettoniche, avevo dato una spiegazione in parte vera, ma molto semplicistica e per gran parte addirittura falsa. Avevo affermato che la massoneria stravolge i simboli cristiani per dare loro un significato contrario a quello che gli da la Chiesa. Questa cosa è vera per i satanisti, ma se riferita a tutta la massoneria in effetti è errata per vari motivi; prima di tutto perché la massoneria riunisce in sé simboli della religione egizia, si rifà a Pitagora, ma studia anche induismo e buddhismo e dentro all’etichetta massoneria c’è un po’ di tutto, dal satanismo al cristianesimo.
Una domanda cruciale che mi facevo, poi, era questa: perché se oggi la massoneria non è più perseguitata, non si diffonde a tutti l’immensa conoscenza di cui questa istituzione è portatrice?
Spesso poi sentivo dire in determinati ambienti che la massoneria custodisce il segreto sulla vera identità e natura del Cristo e che i veri cristiani sono i massoni. L’affermazione mi pareva senza senso.
E in che senso, come disse il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo, oggi esistono due chiese, quella cattolica e quella massonica? In che senso, mi dicevo, la massoneria è una chiesa? Ma non è vietato parlare di religione in massoneria, come dicono le regole base di questa organizzazione
Talvolta si accennava ad un segreto, custodito dalla massoneria, con cui essa terrebbe in scacco la Chiesa. Qual è questo segreto? In cosa consiste? Forse nel Graal? Ma cos’è questo Graal?
A proposito del Graal, in particolare mi colpì molto una dichiarazione che di un gran maestro templare, il quale, in tutta tranquillità, dichiarava dove si nascondevano le ceneri di Jacques de Molay, e subito dopo dichiarava che la coppa del Graal era autentica, come dalle analisi che aveva fatto fare da esperti per verificarne l’autenticità. Dichiarava inoltre che il vero segreto della massoneria e della Chiesa non era certo il Graal fisico, ma era il Graal spirituale, mentre quello fisico non interessava nessuno. Questa informazione non corrispondeva con quanto sapevo io, perché, per quel che mi consta, Hitler mise a ferro e fuoco intere località per cercare il Graal e finanziò spedizioni persino in Tibet; inoltre un oggetto, per quanto simbolico sia, è pur sempre importante a livello energetico per ciò che rappresenta più che per il potere reale che ha. Rimasi però colpito da questa affermazione, cioè che il vero segreto della massoneria e della Chiesa fosse un altro.
Per capire quale sia questo segreto dobbiamo fare prima un breve excursus storico sull’oggetto che storicamente è al centro della contesa tra massoneria e Chiesa cattolica: la figura di Cristo.
Il messaggio di Cristo in Palestina era un messaggio rivoluzionario, perlomeno in quelle zone, che non avevano conosciuto il buddhismo e quindi non avevano mai sentito parlare di pace universale, non violenza, compassione per tutti gli esseri compresi gli animali e le piante, ecc. Era un messaggio di amore, di amore incondizionato verso tutti. “Vi do un comandamento nuovo, amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, diceva Cristo.
Cristo poi perdona i propri nemici perché non sono cattivi, ma solo inconsapevoli (“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”), il che introduce un concetto molto diverso rispetto a quello tipico di “buono/cattivo” o “giusto/sbagliato”.
Il Dio di cui parlava Cristo non era il Dio degli ebrei, vendicativo, geloso (“Io sono un Dio geloso”), terribile. Era un dio d’amore che presta attenzione alle pecorelle smarrite senza punirle.
Il messaggio di Cristo non si limitava però a questo.
Esso conteneva anche i principi propri della tradizione iniziatica pitagorica, orfica ed egizia.
Come in cielo così in terra, era il principio di Ermete Trismegisto “come in alto così in basso”.
“La tua fede ti ha salvato” era il principio della legge di attrazione e della volontà che ancora oggi si insegna nelle società segrete e comincia ad essere diffuso nella società profana tramite la volgarizzazione della cosiddetta legge di attrazione: la tua fede, non io, non Dio, ti hanno salvato, ma la tua fede, cioè l’intensità della tua convinzione.
“In principio era il verbo” è la regola della parola creatrice, da cui deriva la scienza dei mantra, e le formule magiche delle società segrete, che ben conoscono la potenza delle parole.
La grande innovazione di Cristo era quindi innanzitutto il messaggio di amore, come motore dell’universo e come principio di Dio, e in secondo luogo la semplicità e la possibilità di diffondere tale messaggio a chiunque, non solo agli iniziati.
Roma, per fermare l’avanzata del messaggio di Cristo, fa l’unica cosa che si può e si deve fare quando non si riesce a fermare un fenomeno: lo si compra, lo si corrompe, lo si fa passare dalla propria parte.
La religione cristiana diviene quindi religione ufficiale dell’impero dal 391 con Teodosio, e da quel momento in poi Roma distruggerà sistematicamente il messaggio autentico di Cristo.
La Chiesa cattolica diventava la portatrice di un messaggio di odio e di violenza contro il diverso, contro l’eretico, contro le altre religioni. Coloro che proponevano messaggi di amore autentico, come i Catari e i Dolciniani, venivano sistematicamente distrutti in un bagno di sangue. Chi si azzardava anche solo a proporre riforme della Chiesa nel senso dell’autentico messaggio di Cristo veniva bruciato, come Savonarola o Giordano Bruno.
Si salvarono dal massacro solo quei veri cristiani, come San Francesco, che portando anche un messaggio di povertà non faceva paura ai potenti; mentre i Templari e i Catari invece avevano tra le loro fila nobili, guerrieri, e persino re; e per questo motivo erano troppo pericolosi e furono sterminati.
Non a caso Roma aveva nel suo nome l’anagramma del messaggio cristico. La parola Roma, infatti, letta al contrario, è AMOR, che in latino è, appunto, la parola amore. Anche simbolicamente, quindi, il messaggio di Cristo veniva distrutto da una potenza il cui nome già evocava il principio contrario a quello cristico. E sempre dal punto di vista simbolico, la Chiesa edificava il suo impero su due personaggi chiave che, diremmo ai tempi di oggi, erano i meno indicati come testimonial della nuova religione: Pietro e Paolo. Il primo, che era l’apostolo che aveva rinnegato Cristo per tre volte; il secondo, che non aveva mai conosciuto Cristo di persona. I seguaci di Cristo continuarono in segreto la loro missione di divulgazione, ma a partire da Costantino in poi il vero messaggio di Cristo veniva trasfigurato, e doveva essere diffuso solo nel segreto delle tradizioni iniziatiche giovannite. In altre parole, alcuni seguaci di Cristo diffondevano il suo messaggio, contenuto prevalentemente nel Vangelo di Giovanni, ma lo facevano in segreto, nascondendolo dietro ai simboli e agli insegnamenti che si tramandavano all’interno delle organizzazioni segrete rosacrociane e templari.
I Templari erano l’ala militare dei Giovanniti, i Rosacroce l’ala – potremmo dire – civile. Dante era un rosacroce.Non a caso la sua confraternita aveva un nome evocativo: Fedeli d’Amore. Cavalcanti, Lapo Gianni, Guinizzelli, ecc., non erano certamente – come la cultura ufficiale ce li ha dipinti – dei poeti che cantavano tutto il giorno le lodi a delle donne improponibili ,anche perché erano spesso dei traditori e donnaioli impenitenti, e la maggior parte delle loro poesie erano quasi senza senso se interpretate alla lettera, l’amore di cui trattavano i Fedeli d’Amore era quello di Cristo; erano, insomma, Fedeli a Cristo, non all’amore fisico. Il segreto più importante della Divina commedia è contenuto nell’ultimo canto del Paradiso ed è il segreto di DIO. Dio, quel Dio che la Chiesa cattolica dipingeva e dipinge ancora talvolta come vendicativo e punitivo, è invece “pinto della nostra effige” (non a caso il termine Dio è dato dal termine IO con l’aggiunta della leggera D, che rappresenta anche il numero 4, che a sua volta rappresenta Dio, anche per i pitagorici). E il segreto dell’universo è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.Dio, sta dicendo Dante, è dentro di noi, e noi siamo dèi (come dice anche San Giovanni). E dobbiamo tendere all’Uno (UNI VERSO = verso l’uno). E il segreto di tutto, quel segreto che pare così banale ma che in realtà la Chiesa cattolica ha tentato di sopprimere diffondendo un principio opposto, è l’Amore.Cristo è dunque Amore. Amore è Cristo. Ora, se teniamo presente che il simbolo dei Rosacroce è la croce, al centro della quale c’è la rosa, che rappresenta il cuore di Gesù, il suo sangue, e dunque anche Gesù stesso, si capisce anche l’importanza della Rosa nel simbolismo massonico, rosacrociano e templare. Quindi può stabilirsi questa equazione: Rosa = Amore = Cristo. Il segreto con cui i poteri occulti tenevano e tengono in pugno la nostra società è, quindi, tutto racchiuso nella figura di Cristo. Attorno alla sua figura si gioca una lotta tra massoneria e Chiesa cattolica, fatta di ricatti, colpi bassi, scomuniche vicendevoli, ma anche di patti e alleanze. Ma il segreto di Cristo è tutto lì: l’amore.
Per avere una società docile sottomessa ad ogni minimo capriccio del potere, si è creata una società senza amore, perché senza amore le persone sono infelici, e una persona infelice è facilmente sottomessa. Una persona felice, infatti, non andrebbe in guerra (perché dovrebbe rischiare di morire per poi non rivedere più i propri cari, le proprie cose?).
Una persona infelice obbedisce ad ordini illegittimi e commette anche illegalità, perché ha paura di perdere quel poco che ha e di diventare ancora più infelice perdendo il lavoro.
Una persona infelice lavorerà anche dieci ore al giorno come un mulo e sottopagato, se non sa e non conosce in quali altri modi potrebbe essere felice.
La tecnica usata da certi poteri per sottomettere la popolazione è stata quindi molto semplice: togliere l’amore da tutte le manifestazioni della vita sociale e individuale.
In primis, anziché insegnare alla gente ad essere felice, spiegando il senso della vita e della morte, si insegnava e si insegna alla gente a primeggiare, a prendere bei voti anche nelle materie in cui non hanno alcun interesse, e ad accumulare soldi. Cioè si insegnava loro il miglior modo per essere infelici, intanto perché non si può primeggiare in tutto, e in secondo luogo perché anche quando si primeggia, ciò non porta la felicità.
Si insegnava poi a dipendere dalla stima altrui, e non da quella per se stessi, in modo da farci dipendere dagli altri. Queste cose le conosceva bene Umberto Eco, che nel suo romanzo Il nome della rosa parlava di un libro segreto, un libro “con cui si uccide e per cui si uccide”. Questo libro è la Commedia di Aristotele, che nel romanzo tratterebbe il tema del “riso”; in realtà, come abbiamo spiegato in altre tavole architettoniche, esso è la Divina Commedia.
La scelta del titolo non è casuale; esso da una parte richiamava la Divina Commedia, ma dall’altra facendo riferimento al riso stava alludendo anche alla felicità; il libro era proibito perché un libro che parlasse di felicità non può che essere inviso ai poteri forti, che vogliono una popolazione sottomessa perché infelice. Eco, insomma, sapeva bene che il fine dei poteri occulti era mantenere la gente nell’infelicità perché conosceva bene i segreti della Rosa. Un segreto conosciuto anche da Franco Battiato, che a quanto ci dice nella canzone “La cura”, conosceva le leggi del mondo e ne farà dono alla donna amata, secondo alcuni, al discepolo, per chi interpreta la canzone come un discorso che il maestro fa al suo discepolo. E quali sono le leggi del mondo lo dice in un’altra canzone: “Tutto l’universo obbedisce all’amore”. Il risultato della sottrazione dell’amore in tutti i settori del vivere è il seguente. I politici fanno il loro lavoro per potere, non per amore, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti.I magistrati fanno il loro lavoro per prestigio, quindi non interessa loro portare giustizia e amore.
La maggior parte della gente fa alcuni lavori per prestigio o per soldi, scambiando la felicità con l’accumulo di beni. Pochi quindi fanno un lavoro per amore e passione, e spesso quei pochi vengono derisi perché non guadagnano abbastanza o perché il lavoro non è troppo prestigioso. Chi non si piega alle leggi della società, chi vuole fare il pittore, il cantante, il regista, nonostante i pochi guadagni, viene deriso e considerato con sprezzo un “artista”, un fannullone, uno che non vuole mettere la testa a posto. La corruzione diffusa e l’impossibilità di diventare anche portalettere senza una raccomandazione hanno fatto sì che oggi il 90% delle persone faccia il suo lavoro solo per portare a casa lo stipendio, non per amore di ciò che fa. Quindi abbiamo impiegati costantemente incazzati, negozianti che tendono a fregare il cliente perché non mettono amore nella loro attività e nel servizio alla clientela, professionisti che non vedono l’ora di andare a casa e che se ne fregano del cliente che hanno davanti, imprese che fabbricano prodotti scadenti, ecc. Contribuisce a questo stato di cose la cultura ufficiale. Dalla cultura è stato tolto tutto ciò che è vivo, vero, e che potrebbe rendere interessante quasi tutto. Si studia Dante Alighieri senza capire di che amore parla, e la maggior parte dei commentatori pensa davvero che egli abbia scelto San Bernardo come sua guida perché “era devoto alla Madonna” e non perché – magari – era il creatore della regola templare.Si studia la storia senza capire le reali connessioni tra eventi, quindi senza capire il motivo per cui certi fatti accadono, sì che la storia ufficiale viene presentata come un insieme di fatti casuali e la maggior parte della gente non si appassiona a questa materia.Anche altre materie, come la matematica, vengono presentate in modo arido. Nessuno dice allo studente che Pitagora non era solo un matematico, anzi, non lo era affatto; Pitagora era invece un iniziato che aveva una scuola di misteri, che non a caso morì assassinato insieme a molti seguaci, perché insegnava la matematica dell’universo e l’unità delle religioni. Non a caso gli iniziati ad alcune società segrete vengono anche chiamati tutt’oggi Pitagorici. E la matematica i massoni la conoscono bene, tanto da chiamare il loro Dio “Grande Architetto dell’Universo”, e tanto da renderli ossessionati da date e simboli sì da metterli ovunque e da non fare un passo, spesso, senza aver consultato astrologi e numerologi.Se quindi per una persona normale, un profano, il fatto che MORO sia morto assassinato nella città di ROMA (A-MOR) è un caso, l’iniziato capisce subito le implicazioni di un simbolismo del genere, come capisce bene il motivo per cui al numero 9 di Via Caetani (Caetani era un dantista di fama internazionale) dove Moro fu lasciato morto, c’è il Conservatorio di Santa Caterina della Rosa.
Ma l’iniziato non ne parla con i profani, perché non capirebbero Visto che viviamo in un’epoca di (relativa) libertà di pensiero, verrebbe da domandarsi il motivo per cui la conoscenza massonica non venga divulgata anche ai profani. Intendiamoci… Oggi chiunque può acquistare testi massonici in qualsiasi libreria; esistono persino in commercio i rituali di morte di Waite e di altre organizzazioni, quindi c’è veramente di tutto. Ma il problema è anzitutto che il 99% di questi testi sono incomprensibili; in secondo luogo certi concetti (l’influenza della massoneria nella società e nella storia, il conflitto tra massoneria e Chiesa, ecc.), non sono “insegnati” nelle scuole, dove anzi si insegna tutto il contrario.
Allora viene spontanea la domanda sul perché il pensiero, la dottrina e la conoscenza massonica non possano essere diffusi e divulgati con semplicità a tutti.
Il problema non è la conoscenza in sé, ma la coscienza; capire che alla base del conflitto tra massoneria e Chiesa c’è l’amore, significherebbe aprire gli occhi alla gente, farla svegliare, farle ricercare la felicità. Si dà quindi alla gente al massimo la conoscenza, ma non la coscienza (e non a caso il termine conoscenza è dato da coscienza, con l’aggiunta di un NO: no coscienza).
Perché una società di persone infelici è una società di schiavi; una società di persone felici non è manipolabile. Immaginiamoci cosa succederebbe in una società come la nostra se venisse immesso l’amore in tutti i campi lavorativi e sociali. Senza trasformazioni strutturali, senza riforme legislative, avverrebbe naturalmente questo:
- polizia e carabinieri inizierebbero a fare il loro lavoro con passione e amore per la ricerca della verità, in pochi mesi verrebbero sgominate l’internazionale pedofila, le mafie, e altri cancri sociali;
- i magistrati laverebbero per la giustizia e non per tornaconto personale; sparirebbero gli insabbiamenti, i processi politici, le distorsioni;
- gli avvocati difenderebbero i loro clienti al meglio, sicuri di avere un processo equo e giusto, e troverebbero più facilmente accordi con le controparti nell’interesse di tutti;
- i giornalisti si rifiuterebbero di pubblicare notizie farlocche, e in prima pagina anziché esserci le ultimissime sul calcio o sulle finte trombate di Berlusconi, ci sarebbero ipotesi di soluzione per evitare la crisi finanziaria, si parlerebbe di tutelare realmente le minoranze deboli e si porterebbero alla luce tutti gli scandali, facendo quindi finire l’epoca dei poteri occulti, perché esisterebbero solo poteri palesi, quindi trasparenti, quindi controllabili dai cittadini, quindi onesti;
- nella sanità non ci sarebbe l’immenso buco nero che sottrae miliardi di euro alle casse statali e che finisce nelle tasche degli amministratori, ma questi soldi verrebbero utilizzati per medicine, strutture, ecc., e gli ospedali inizierebbero a funzionare per incanto;
- si svilupperebbero le medicine alternative perché molti medici, di fronte ad ipotesi di cure non tradizionali, non partirebbero negativamente solo per la paura che gli venga sottratta una fetta di mercato, ma cercherebbero di capire quale sia la soluzione migliore per la cura del paziente;
- i politici migliorerebbero in poco tempo i settori legislativi carenti e cesserebbero di incanto le guerre; amministrando in nome del popolo, per amore di esso, e puntando al benessere della popolazione, nessun leader politico sarebbe così miope da scatenare una guerra (“fratello palestinese, scusa se ci hanno insediato nei vostri territori… qualcuno ha avuto questa bella idea per metterci l’uno contro l’altro, ma ora che il danno è fatto cerchiamo di convivere pacificamente”; “fratello israeliano, ma figurati… non devi scusarti, in fondo la Palestina era vostra, e siete stati scacciati da popolazioni prive di amore ed era giusto che tornaste; la Palestina era la vostra casa e lo è ancora, avete dato al mondo tante cose belle, è giusto che rimaniate, c’è terra per tutti”);
- i grillini perdonerebbero i parlamentari attuali (“vi perdoniamo perché non avete avuto colpa di ciò che avete fatto, ma ora mettetevi in riga eh birbantelli”) senza insultare Bersani e senza chiamarlo “morto che parla”, eccitando così lo scontro politico; e Bersani e Berlusconi si accorderebbero per formare il nuovo governo prendendo il programma di Grillo, sia pure con una piccola ritoccatina in materia di banche e moneta;
Certo, ci sarebbero sempre il serial killer che ama uccidere l’altro, il banchiere che ama solo il denaro, la mafia che si organizzerebbe per vivere illegalmente, il ladro e il violento, ma non potrebbero continuare a lungo il loro lavoro se i politici amassero il loro, e lo amassero anche le forze dell’ordine, la magistratura, i militari, ecc. ecc.
Sarebbe un mondo diverso senza necessità di alcuna riforma particolare.
Il lavoro della società verso la felicità e l’amore è tuttavia cominciato.
Nonostante la strenua lotta dei poteri occulti per rendere le persone infelici, nonostante la sistematica uccisione di tutti i maestri che hanno diffuso un messaggio diverso, Cristo, Osho, Gandhi, M.L. King, molti maestri nell’umanità hanno piantato un seme che non potrà più essere estirpato.
Cristo per primo ha gettato il seme, seppure destinato a germogliare nei secoli futuri, e la sua crescita è ormai inarrestabile. L’amore è quindi un concetto apparentemente banale, ma in realtà tanto rivoluzionario da dover essere mascherato da amore cortese nel 1200, ed esser comunicato in segreto nelle società misteriche nei secoli successivi, proprio per la sua portata rivoluzionaria, deve essere introdotto piano piano, a piccole dosi nella società. Non potrebbe essere diversamente, perché la società non è pronta a questo concetto. Eppure esso è ormai recepito in molti ambienti, tanto che rimasi colpito quando Berlusconi dichiarò – forse un pochino enfaticamente – che “l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio” dopo la finta aggressione a piazza San Babila. Finta l’aggressione, finto – almeno per quello che mi è sembrato – il messaggio, ma devo dire che credo fosse la prima volta che sentivo da un politico una frase del genere. E questo vuol dire che il seme è stato comunque gettato.
La titanica lotta di questi duemila anni, tra Chiesa cattolica e Rosacroce prima, e Massoneria poi, può essere letta in due modi. Il primo è quello di considerare la Chiesa come l’istituzione che per secoli ha cercato, e cerca tuttora, di ostacolare il progresso e la conoscenza, che ha distrutto la figura di Cristo e di Dio portando ovunque nel mondo messaggi di sopraffazione, di odio, intolleranza, e cercando di conquistare le coscienze di tutto il mondo (in parte riuscendoci, dato che la Bibbia è stato il primo libro ad essere stampato nella storia, ed è tuttora il libro più letto nel mondo); e la massoneria come la forza che ha cercato di ostacolare per secoli questa tendenza, portando luce e conoscenza (“Dal silenzio la luce” si intitola uno degli ultimi libri sui Rosacroce pubblicati dalla Giunti editore). Non mancando di notare però, che a partire dal 1717, come dice Carpeoro, questa istituzione ha iniziato il suo declino perché non è più una palestra di perfezionamento dell’individuo ma spesso una congrega dove si fanno affari, si cercano rapporti economici, e spesso si trama nell’ombra con la sicurezza dell’impunità. E attualmente Chiesa cattolica e massoneria vanno spesso a braccetto e perseguono identici fini con identici mezzi, diventando due facce di una stessa medaglia, come Giano Bifronte e San Giovanni, Battista ed Evangelista. La seconda è quella di partire dal presupposto che l’aspirazione a conquistare il mondo e assoggettare le masse è stata sempre tipica dell’uomo, e quindi non esistendo la Chiesa cattolica ci sarebbe stata un’altra istituzione che avrebbe cercato di fare lo stesso.
La Chiesa cattolica ha invece il merito di aver diffuso ovunque la figura di Cristo, e anche se in modo distorto, anche se travisandolo, anche se mal interpretandolo, ha comunque introdotto un concetto, che è quello dell’amore. La massoneria, dal canto suo, ha diffuso la conoscenza e la cultura, non a caso tutti i più grandi uomini dell’umanità in passato erano massoni. E’ dalla fusione di queste due forze, dal meglio di esse, che un domani arriverà un’umanità migliore, che avrà amore e conoscenza, saggezza ed equilibrio. Il percorso di crescita dell’umanità è fatto a gradi e non potrebbe essere fatto diversamente (non a caso nelle scuole iniziatiche pitagoriche si diceva che occorre celare i misteri ai profani, perché la verità, se rivelata al depresso diventa un’arma per la sua autodistruzione, al malvagio diventa un’arma pericolosa per gli altri, mentre lo stolto non ne reggerebbe il peso e impazzirebbe).
Se 2000 anni fa il re poteva far tagliare la testa a chiunque, e tutti pensavano fosse legittimo, ma al tempo stesso quando questi passava per le strade lo acclamavano in massa, oggi l’umanità è molto diversa. Siamo insomma un po’ più evoluti rispetto a 2000 anni fa, e ce ne vorranno forse altrettanti perché il perfezionamento sia completo. In tal senso la Chiesa cattolica, nel tentativo a breve termine di fermare l’insegnamento di Cristo, probabilmente ne ha solo ritardato la diffusione, ma ha avuto il grande merito di aver fatto conoscere la sua figura ovunque nel mondo; e qualunque ricercatore spirituale che non persegua solo la “conoscenza” ma ricerchi la verità, non può prima o poi se non arrivare all’unica via, come diceva Scaligero nel passo citato da Cammerinesi in una mia tavola architettonica precedente. Quell’unica via che è data dal punto di contatto che esiste in tutte le religioni, ebraica, cristiana, musulmana, buddhista e induista.
La massoneria ha il grande merito non solo di aver diffuso ovunque la conoscenza e la saggezza, ma va detto che ha anche permesso un maggiore approfondimento relativamente alla figura di Cristo (se non fosse stato per la massoneria infatti non avremmo conosciuto i vangeli gnostici e non sarebbero nati gli studi alternativi sulla sua persona). Se leggiamo le cose in un’ottica anche di crescita della consapevolezza, anche personaggi additati in genere negativamente come Aleister Crowley, il mago nero più famoso del ventesimo secolo, hanno dato un forte contributo alla diffusione dell’amore; il motto di Crowley, che era il riassunto del suo sapere esoterico, era “Amore è la Legge, Amore sotto il dominio della Volontà”. Certo il suo era un amore che non corrispondeva al concetto di amore di Cristo (il quale forse avrebbe utilizzato il motto “volontà sotto il dominio dell’amore”); ma leggendo i testi e la biografia di Crowley si scorge comunque il grandissimo amore che lui aveva per la magia e per l’esoterismo, ed è per questo che la sua figura ha contribuito più di ogni altra a diffondere il sapere esoterico nella società. La sua opera e la sua vita sono un immenso canto d’amore per la magia, anche se, probabilmente, non traspare un identico amore per se stesso e per gli altri (anzi traspare una volontà di autodistruzione, ma lui stesso si dichiarava strumento di forze superiori non controllabili). In futuro la società, per non trasformarsi in una prigione fisica e mentale, dovrà vedere il diffondersi sempre maggiore di Accademie e scuole di pensiero, dove si insegni (senza il vincolo del segreto e senza il senso di superiorità che caratterizza gli iniziati rispetto ai profani) la spiritualità e il perfezionamento dell’individuo. In tal senso occorrerà partire dalla scuola, trasformando le attuali scuole, che sono una sorta di catene di montaggio per produrre utili idioti per il sistema, in una struttura che educhi il ragazzo a pensare, che lo stimoli a occuparsi prevalentemente dei propri talenti e non a primeggiare con gli altri anche in materie per lui di nessun interesse, che insegni veramente cosa è successo dietro alle quinte della storia ufficiale, che spieghi davvero il significato della Divina Commedia e di molte, troppe cose, che attualmente si studiano meccanicamente senza capirne il significato.
Ho scritto
Mario Saullo
I miei articoli su telegiornaliste.com "Ilaria Alpi. Un ricordo indelebile"
Sono passati 20 anni, ma il
suo ricordo rimane indelebile nella mente di ognuno. La Somalia è cambiata, ma
Ilaria Alpi è rimasta la stessa, come il suo essere giornalista nell’anima con
un unico intento: quello di raccontare sempre e comunque la verità.
Era il 20 marzo del 1994.
Una giornata difficile da dimenticare. Arrivò la notizia di un agguato a Mogadiscio.
Un rincorrersi di voci contrastanti.
Poi il vuoto più assoluto in
cui piombò tutta l’Italia. A cadere sotto i colpi di un kalashnikov la giornalista
di Rai 3, Ilaria Alpi, e l’operatore Miran Hrovatin. Entrambi erano in Somalia
per seguire la guerra civile e per indagare su un traffico di armi e rifiuti
tossici illegali.
Un ventennio difficile in
cui si è cercato e si continua a cercare la verità assoluta su quanto accaduto.
Ma, a parte la ricostruzione degli avvenimenti che, bene o male, sono a
conoscenza dell’opinione pubblica, quello che rimane indelebile nella mente è
il sacrificio e quello spirito di abnegazione che ha portato Ilaria e Miran a
partire per una Terra lontana, ricca di insidie, per raccontare ciò che stava
accadendo con servizi e reportage che sono rimasti nella storia.
Non si conoscono a fondo i
reali motivi che hanno portato all’esecuzione dei due operatori
dell’informazione italiana. Non si sa chi ha ordinato l’omicidio e chi ha
coperto esecutori e mandanti. Comunque sia, c’è la volontà di continuare a
scavare per capire, far luce su un delitto che ha scosso le coscienze.
Molti sono gli appuntamenti
per non dimenticare, organizzati in Italia per ricordare Ilaria Alpi. L’impegno
continua e con esso la voglia e la passione di chi non vuole che il ricordo
svanisca. Le istituzioni si sono mobilitate. La Rai e tutti i colleghi hanno
voluto ricordare la grande giornalista e il suo operatore con manifestazioni
che si sono susseguite in questi giorni.
Mercoledì scorso, alla
camera dei deputati, appuntamento voluto dalla presidenza di Montecitorio. Il
20 marzo, invece, la Tv di Stato ha mandato in onda, su Rai 3, in prima serata,
una trasmissione, condotta da Andrea Vianello, incentrata sui due giornalisti. Un
ricordo, al quale si sono associate personalità di spicco del mondo della
cultura e dello spettacolo che hanno contribuito alla battaglia per non
dimenticare la collega uccisa.
In più, mostre fotografiche
e l’uscita di due lavori editoriali: “Ilaria Alpi. La ragazza che voleva
raccontare l’inferno” di Gigliola Alvisi, e “La strada di Ilaria” di Francesco
Cavalli.
Documenti, ricordi,
sensazioni, di una donna che ha fatto del giornalismo la sua grande passione e
che è morta per raccontare solo la verità. Nient’altro che la verità.
Maria Cristina Saullo
sabato 22 marzo 2014
lunedì 17 marzo 2014
We Are Happy From ... UNICAL ( Università della Calabria )...Molto bello...Bravi ragazzi!!!!
Iniziano
a spopolare i tormentoni musicali che fanno accendere, nei giovani, quella
genialità che li rende partecipi della vita reale. Negli ultimi giorni,
‘’Happy’’ sta diventando un vero e proprio cult all’Università della Calabria.
Dopo la città dei Bruzi, il tormentone è arrivato anche al campus di Arcavacata
che, per l’occasione, è diventato la cornice ideale per l'evento musicale che
sta trascinando i ragazzi del cosmo a ballare sulle note del brano di Pharrel
Williams, "We are happy". L'iniziativa, che sta facendo schizzare le
visite su youtube e le condivisioni sui social network, è stata promossa dallo
staff di ‘’Unconditional’’, composto da un gruppo di studenti dell'Unical,
molti dei quali provenienti da Scalea. Si tratta di Armando Benvenuto, Luigi Cino,
Francesco Pandolfi, Benedetta Di Deco, Domenico Mammì, Antonella Fabrizio,
Simone Bloise, Alberto Vecchio, Feliciana Lanuara, Daniele Zangaro, Stephan
Gezzar. Nel video appaiono circa 140 tra studenti e persone che lavorano tra i
"cubi" dell’ateneo cosentino. Tutti, accomunati da un unico ritmo:
"happy". Ed è proprio questa frase che caratterizza il video. La
gioia, la serenità, la grinta, la felicità che solo i giovani sanno trasmettere
in quel messaggio universale che significa ‘’fratellanza’’ e ‘’cultura’’.
giovedì 13 marzo 2014
giovedì 27 febbraio 2014
I miei articoli su telegiornaliste.com "Arianna Fontana. Lo Sport che appassiona ed entusiasma"
Si tratta di Arianna Fontana, classe 1990, pattinatrice valtellinese di short track: vincitrice, a Sochi, di un argento nei 500 metri, una medaglia di bronzo nei 1500 e, con le compagne Lucia Peretti, Martina Valcepina ed Elena Viviani, un'altra medaglia di bronzo nella staffetta 3000 metri che ci inorgogliscono.
La Fontana, ha arricchito il nostro medagliere con la quinta medaglia olimpica, la quarta della sua carriera sportiva in tre edizione dei giochi.
Una grinta e una passione che hanno portato la giovane nei podi più alti e blasonati dello sport italiano; e lo aveva detto alla vigilia dell’avventura in terra di Russia: l’obiettivo, infatti, era quello di entrare in tutte le finali e poi giocarsi un posto sul podio. Detto… fatto!
Tutto sta procedendo in maniera egregia: anche nei 1500 metri, l’azzurra ha disputato una gara perfetta e di grande carisma, confermando di essere diventata una delle migliori pattinatrici al mondo. Prima nella sua semifinale, nella prova che ha assegnato le medaglie si è arresa solamente alla cinese Yang Zhou e alla sudcoreana Suk Hee Shim.
Una carriera in grande ascesa, quella della 23enne che è già entrata nella storia dello short track italiano. Uno sport fatto di passione, grinta e coraggio che solo chi come lei può trasmettere a tutti coloro i quali vogliono cimentarsi ed entrare in questo cosmo, caratterizzato da una competizione sana.
Maria Cristina Saullo
Ritroviamo il nostro coraggio...
‘’Coraggio’’. Vorrei partire proprio da questa parola che, negli ultimi giorni, sta campeggiando in ogni dove. Sono stati consumati fiumi di inchiostro su questo termine.
Il ‘’Coraggio’’, dal latino coraticum o anche cor habeo. Aggettivo, derivante dalla parola composta cor, cordis cuore e dal verbo habere avere: ho cuore.
È la virtù delle virtù umane. Molte volte, viene indicata anche come fortezza, che fa sì che chi ne è dotato non si tiri indietro di fronte ai pericoli, affronti, con serenità e caparbietà, i rischi, non si abbatta mai e si renda partecipe di tutto ciò che vita gli prospetta.
Si, il ‘’Coraggio’’ di cambiare le cose. Il ‘’Coraggio’’ di guardare in faccia il proprio interlocutore, usando quanto di più bello il creato ci ha donato: l’intelletto. La forza di capire, comprendere le varie fasi della vita, studiare, e tanto, essere curiosi rispetto a quello che ci circonda, usare un linguaggio parlato alla portata di tutti e, soprattutto, comprensibile. Tutto questo, a mio modesto avviso, fa parte dell’universo ‘’Coraggio’’. Un sentimento, insito in ognuno di noi, che, forse, per troppo tempo, è rimasto sopito nei meandri dell’anima. Pian pianino sta emergendo, come senso di responsabilità verso noi stessi e il nostro Paese che ha bisogno di quel senso di appartenenza che, oggi più che mai, serve, a noi giovani e meno giovani, disillusi da tutto ciò che ci circonda.
Sarà che negli ultimi giorni siamo stati invasi da un surplus di emozioni. Emozioni vere che ci hanno fatto sobbalzare dalla sedia. Da cronista, ho cercato di capire e comprendere tutto ciò che stava accadendo. Mille gli interrogativi che hanno pervaso la mia mente. Mille i dubbi come quello se un giovane 39enne potesse o meno farci innamorare nuovamente dell’Italia. Credo di si. Almeno lo spero. Ne abbiamo bisogno tutti.
Sono rimasta sorpresa e piacevolmente colpita, dopo aver ascoltato attentamente gli interventi del neo premier, Matteo Renzi, prima di ricevere la fiducia del Senato e della Camera.
Ho ammirato il suo coraggio. Ho ammirato il suo linguaggio, se vogliamo un po’ fuori dagli schemi, ma schietto e concreto. Un modo di esprimersi, parlando a braccio, alla portata di tutti e, soprattutto, un modo di essere vicino a tutti noi.
Credo abbia avuto molto coraggio. Ci ha messo la faccia, e insieme a lui, tutto il nuovo esecutivo. Ma non solo. La faccia ce la mettiamo tutti. Uomini e donne, bambini e persone meno giovani che si espongono ogni giorno. Questo è il coraggio!
Maria Cristina Saullo
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