Possiamo continuare a
sperare in un futuro migliore?
Possiamo auspicare che si
possa uscire presto da questo limbo fatto di crisi economica, emorragia di
posti di lavoro, disoccupazione alle stelle e chi più ne ha più ne metta?
Interrogativi che
campeggiano quotidianamente.
In questi ultimi mesi, siamo
stati abituati a coup de theatre.
Per la prima volta, nella
storia della Repubblica italiana, un presidente della Repubblica è succeduto a
se stesso. Giorgio Napolitano, un grande padre della Patria, ha deciso di
rimanere al suo posto con responsabilità.
Ci troviamo ad essere
governati da un esecutivo delle grande intese. I due maggiori partiti, Partito democratico
e Popolo della Libertà, nonostante le diverse visioni politiche, stanno
lavorando insieme per far uscire l’Italia dall’empasse in cui è caduta.
Da ieri, però, sembra che il
clima sia cambiato.
Siamo stati incollati per
tutto il pomeriggio alla Tv, in attesa della sentenza della Corte di Cassazione
sul processo Mediaset che vedeva, come maggior imputato l’ex premier, Silvio Berlusconi.
Un dibattimento, durato diversi anni.
Davanti al ‘’Palazzaccio’’, si scorgevano
miriadi di telecamere, cronisti, provenienti da tutto il mondo, che hanno raccontato, nel dettaglio, gli
attimi prima l’entrata, nell’Aula ‘’Brancaccio’’, dei giudici che hanno
decretato la fine di un’epoca.
Erano le 19:40. Il presidente
della sezione feriale della Corte di Cassazione, Antonio Esposito ha letto il
dispositivo. Condanna confermata a quattro anni di reclusione per Berlusconi,
(dovrà scontare solo un anno) con l’accusa di frode fiscale, e rinvio alla
Corte d'Appello di Milano ma solo per la rideterminazione della pena
accessoria, ovvero la durata dell'interdizione dai pubblici uffici.
Si tratta della condanna di
un uomo che ha caratterizzato un ventennio di vita politica italiana. Una
sentenza storica che rimarrà negli annali come tutti gli avvenimenti che si
sono susseguiti nel 2013.
La giustizia ha fatto il suo
corso: ‘’La legge è uguale per tutti’’.
Ovviamente, non entro nel
merito del giudizio. Voglio solo basarmi, obiettivamente, come è mio costume,
sui fatti, rimanendo ancorata a quella positività che anima, da sempre il mio
cuore.
C’è chi parla di un’imminente
caduta del governo.
Sinceramente, non sono d’accordo.
Credo che la strada
intrapresa debba continuare a viaggiare su questo binario.
Le forze politiche lo devono
fare per tutti noi cittadini onesti che ce la stanno mettendo tutta per non
mollare.
Lo devono fare, soprattutto
per l’Italia, la nazione più bella del mondo, abitata da un popolo che non si è
mai fatto sopraffare e che è risorto tante volte dalle macerie di avvenimenti
ben più seri.
Oggi, il termine giusto è ‘’SPERANZA’’.
Rimbocchiamoci le maniche. Continuiamo ad amare il nostro Paese, credendo in un
futuro migliore.
A tal fine prendo in prestito una frase di Papa Francesco: ''Non lasciatevi rubare la speranza, quella che ci dà Gesù''.
Cristina Saullo