lunedì 21 marzo 2022

"....E' il mio cuore il paese più straziato...."

 


 “Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro

Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto

Ma nel cuore nessuna croce manca

È il mio cuore il paese più straziato”.

Leggendo la poesia di Giuseppe Ungaretti ‘San Martino del Carso’ mi sovviene un balzo nell’anima, pensando alla distruzione delle città ucraine. Mariupol, Cherson, Kharkiv, Kiev, Odessa e tante altre, atterrite dal bagliore di missili, bombe che accerchiano il cielo e la terra in un ammasso di terrore.

Sono passati 26 lunghi giorni. Il mondo sta cambiando. Tutte le dinamiche hanno preso una piega diversa. L’emozione ha preso il sopravvento. I sentimenti sono cambiati in ognuno di noi.

È vero. “È il mio cuore il paese più straziato”, parafrasando Ungaretti. I battiti sono fiochi. L’anima è lacerata, come brandelli di neve al sole. Gli occhi di ognuno versano lacrime, cercando una motivazione a tanta disumanità.

Non c’è un perché a tutto ciò. Non c’è un senso a questa vita che cambia in maniera repentina e travolge qualunque cosa si trovi davanti. Non esiste alcuna spiegazione, almeno io non riesco a darmela. Vedo le immagini che scorrono in tv, leggo fiumi di inchiostro, ascolto voci discordanti, percepisco sentimenti che vanno dallo sconforto più assoluto alla speranza che tutta questa barbarie cessi di esistere.

Intanto i combattimenti continuano, i morti si contano a centinaia. Uomini, donne, bambini. Fotogrammi strazianti che lacerano l’anima. Accadimenti che abbiamo studiato sui libri di storia e che ci siamo ritrovati a vivere nel 2022. Sembra un film dell’orrore. Ora dopo ora, si materializza davanti a tutti noi uno scenario sempre più devastante.

L’unica consolazione è la consapevolezza che qualcosa ancora si può fare. Si deve fare. Gli occhi di quei bimbi scappati dall’inferno non possono lasciarci impietriti. L’amore verso il prossimo, quel sentimento puro che il nostro cuore sa donare, deve spingere tutti noi a fare di più. A proteggerli, a donare loro quella serenità perduta. 

Lo dobbiamo a noi stessi. Solo così riusciremo ad essere un popolo giusto tra i giusti.

Maria Cristina Saullo

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