giovedì 28 gennaio 2021

Crisi di governo. Consultazioni al Quirinale. Matteo Renzi: "Preferiamo un governo politico che istituzionale, ma siamo disponibili anche a un governo istituzionale. Al Capo dello Stato, non abbiamo fatto il nome di Conte perché siamo in una fase precedente"

 

La delegazione di Italia Viva a colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Al Colle, i capigruppo di Senato e Camera Davide Faraone e Maria Elena Boschi, Matteo Renzi e da Teresa Bellanova.

All'uscita, il fiume in piena di Matteo Renzi.

"Da mesi - ha affermato - chiediamo di discutere sui contenuti. Per le nostre idee siamo disposti ad abbandonare le poltrone. Siamo il Paese con la situazione economica più difficile dal dopoguerra.

Non siamo stati ascoltati. Abbiamo lasciato per motivazioni politiche.

La nostra proposta - ha continuato Renzi - è quella di portare l’Italia su una discussione vera riguardo il piano del Next Generation Eu e del Recovery Fund. Andare alle elezioni no. Pensiamo che occorra un governo presto. Diamo la nostra disponibilità per individuare le soluzioni più opportune.

Italia Viva, ha espresso al presidente della Repubblica la preoccupazione non già per la crisi politica ma sanitaria, economica ed educativa del Paese dopo la pandemia. C'è chi pensa di far credere che la discussione sia tra caratteri, personalità, piccoli risentimenti, niente più lontano dal vero: non sta né in cielo né in terra.

Andare ad elezioni sarebbe un errore per l'Italia. Rischiamo di perdere l'appuntamento con il Recovery. 

Occorre un governo presto e abbiamo dato disponibilità al presidente per individuare le soluzioni più opportune. Preferiamo un governo politico che istituzionale, ma siamo disponibili anche a un governo istituzionale.

La Caccia al singolo parlamentare è indecoroso. Si è fatto credere che con un voto o due si affrontava la crisi. Iv è esattamente l'opposto come dimostrano le nostre ministre che si sono dimesse

Il Paese vive la più difficile situazione economica dal dopoguerra, siamo preoccupati dallo sblocco dei licenziamenti, dal rapporto tra popolazione e decessi per Covid tra i più alti al mondo e una difficoltà oggettiva nella gestione della scuola che per noi è la prima preoccupazione.

Dobbiamo occuparci della nuova generazione. Abbiamo chiesto di parlarne con quella che era la maggioranza fino a poche settimane fa e abbiamo chiesto risposte all'altezza e non le abbiamo ricevute: alla luce di questo abbiamo chiesto con atto di grande coraggio e nobiltà di lasciare le poltrone.

Abbiamo sentito ‘'mai più con Italia Viva'’, '’non più con Italia Viva’', poi 'Italia Viva è irresponsabile e inaffidabile'.

Pensiamo sia inaffidabile chi non vuole affrontare adesso la questione dei prossimi anni. Non siamo né inaffidabili né irresponsabili ma molto chiari e diretti. Abbiamo sentito parole su di noi al limite dell'insulto. Vogliamo sapere dalle altre forze se ritengono IV parte o non parte della maggioranza. Rimettiamo la valutazione a chi in queste settimane ha messo veti su noi.

Al Capo dello Stato, non abbiamo fatto il nome di Conte perché siamo in una fase precedente. Abbiamo subito 15 giorni di fango perché siamo stati gli unici a porre problemi di merito. 

Non ci siamo prestati alla guerra del fango. Per noi, il punto fondamentale è dire che siamo pronti ad appoggiare un governo istituzionale o politico, con larga preferenza per quest'ultimo, ma questa proposta politica necessita il passaggio ulteriore di capire se vogliono stare o no con noi. 

Devono confrontarsi con noi, non con gli hashtag. Poi discuteremo delle persone. Io non vedo altra maggioranza politica che non contempli Italia Viva. 

Sul lavoro è intervenuta l'ex ministro dell'agricoltura, Teresa Bellanova. 

"La preoccupazione che abbiamo - ha affermato - è che una questione sociale rischia di trasformarsi in questione di ordine pubblico. 

I settori che sono a più a rischio sono quelli dove c'è meno rappresentanza sociale -ha aggiunto- c'è bisogno di mettere mano ad una seria politica di riforma degli ammortizzatori, a politiche attive del lavoro".


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