"Non ci prestiamo a giochi di palazzo – si legge in una nota dello scudo crociato -. Stiamo nel centrodestra. Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos. Gli italiani sono stanchi e stremati.
Continueremo a lavorare in
questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in
vendita".
Il nodo è il governo Conte
ter. I responsabili chiedono un nuovo esecutivo, con le dimissioni del premier
e la creazione di un'altra squadra.
È, quindi, in una fase di
stallo la crisi di governo dopo la porta chiusa dell’Udc che mette, nero su
bianco, la volontà di restare nel centrodestra e non diventare la quarta gamba
del governo, dopo l’uscita di scena di Italia Viva.
Da quanto si è appreso, c’è
grande sconforto in queste ore tra chi lavora per una soluzione, a caccia dei
cosiddetti ‘’Costruttori’’.
Con la defaillance dell’Udc,
sarebbero venuti meno 8 senatori.
I numeri, al momento, non consentirebbero la permanenza del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.
"Siamo nel pieno di una
fase emergenziale che rischia di essere aggravata dai ritardi nella produzione
e consequenziale consegna dei vaccini – ha dichiarato il senatore di Forza
Italia, Renato Schifani -. Di fronte ai rischi e alle sfide che ci aspettano,
la crisi di governo è già durata troppo.
Non abbiamo settimane per
risolvere la paralisi istituzionale in cui la maggioranza ha trascinato il
Paese. Va trovata una soluzione subito. Ci aspettiamo, perciò, che Conte venga
in Parlamento con una chiara definizione delle tempistiche per uscire dallo
stallo.
O il governo va avanti – ha detto Schifani - oppure si arrivi presto al voto. Qualsiasi altra strada, in questa fase, sarebbe lastricata di irresponsabilità".
Secondo il governatore della
Liguria, Giovanni Toti, “i senatori che fanno riferimento al gruppo di ‘’Cambiamo’’
sono fermamente convinti che il governo Conte, due o tre che sia, non è una alternativa
credibile per il Paese.
Per quanto mi è dato sapere
- ha aggiunto il leader di Cambiamo! Nell’ambito del vertice del centrodestra -
anche gli altri senatori liguri che ho sentito, non facenti riferimento al
nostro gruppo, sono saldamente convinti della stessa cosa.
Serve un governo che abbia
stabilità a lungo e capacità di governare – ha proseguito Toti -. Se Conte è in
grado di farlo, non è la nostra tazza di tè, non ci riguarda. Faremo
un'opposizione seria, costruttiva, ma certamente opposizione.
Se Conte non ce la fa – ha concluso Giovanni Toti - si apra la crisi e si trovi il modo di dare risposte al Paese".
Intanto, inizia a sfaldarsi
Italia Viva. Il deputato, Vito De Filippo, ha reso noto che voterà la fiducia.
"E' stata sbagliata la
scelta di Italia Viva di aprire la crisi, mentre il Paese è attraversato da
tante difficoltà e sofferenze. Per questo – ha spiegato De Filippo - lunedì
voterò la fiducia al governo.
Ho deciso di continuare il
mio impegno parlamentare per favorire l'uscita dall'emergenza sanitaria e
sociale e la necessaria ripresa economica nel gruppo del Partito Democratico,
riprendendo il filo di un percorso che viene da lontano e, in questo senso,
ringrazio il segretario Zingaretti e il capogruppo Delrio".
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