“È una crisi senza alcun
fondamento. Confesso il disagio. Non si può cancellare quanto successo”.
È quanto ha affermato il
premier Giuseppe Conte, nel suo discorso, alla camera dei deputati per le
comunicazioni sulla situazione politica, determinata dalle dimissioni dei
ministri di Italia Viva.
Il dibattito, si protrarrà
fino alle ore 15:30, quando la seduta verrà sospesa per sanificare l'Aula fino
alle 17:00.
Poi, il presidente del Consiglio terrà la propria replica. A seguire le dichiarazioni di voto e la votazione sulla fiducia.
"All'inizio di questa esperienza di governo - ha dichiarato Conte a Montecitorio -, nel 2019, prefigurai un chiaro progetto politico per il Paese.
Precisai che il programma non poteva
risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile
sommatoria delle posizioni delle forze di maggioranza.
Un'alleanza tra formazioni
provenienti da storie, esperienze, culture di diversa estrazione e che in
passato si erano confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due
discriminanti. Il convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida
vocazione europeista del Paese.
Sin dall'inizio – ha continuato
il premier - mi sono adoperato perché si delineasse la prospettiva di un
disegno riformatore, ampio e coraggioso per configurare una nuova stagione
riformatrice, basata sulla sostenibilità, sulla coesione sociale e
territoriale, sul pieno sviluppo della persona umana. E ancora oggi c'è una
visione.
In questi mesi drammatici della pandemia da Covid – 19, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo convergenza di vedute, risolutezza di azione anche nei momenti più difficili.
Agli inizi del 2020 – ha proseguito
il capo del governo - il progetto del governo si è dovuto misurare con la
pandemia che ha sconvolto in profondità la società e la dinamica stessa delle
nostre relazioni.
Affrontiamo una sfida di portata epocale. Si vivono paure primordiali, più spesso conosciute da generazioni del passato. Torniamo a sentirci profondamente fragili, alcune certezze radicate sono state poste in discussione.
Ci siamo misurati
quotidianamente come, mai in passato, con scienza e tecniche, con la difficoltà
a fornire risposte efficaci e rapide. Primi in occidente, siamo stati costretti
a introdurre misure restrittive dei diritti della persona, operando
delicatissimi bilanciamenti dei principi costituzionali.
Abbiamo operato sempre
scelte migliori? – si è domandato Giuseppe Conte -. Ciascuno esprimerà le
proprie valutazioni. Da parte mia, posso dire che il governo ha operato con il massimo scrupolo e attenzione per i delicati
bilanciamenti anche costituzionali.
Se oggi posso parlare a nome
di tutto il governo a testa alta, non è per l'arroganza di chi ritiene di non
aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le
energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale.
Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fossero state condivisione, collaborazione, responsabilità, in ciascuna forza politica - ha spiegato Conte -. E' stato fondamentale anche il senso di responsabilità delle forze opposizione che, pur nella dialettica della politica, hanno contribuito ad affrontare dei passaggi critici.
Bisogna darne atto. Avete
avanzato anche proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state
accolte dalle forze di maggioranza.
Proprio nei momenti più critici del Paese – ha detto ancora il premier - dobbiamo trovare le ragioni più nobili e alte della politica, come servizio per i bisogni della comunità nazionale e non come logica di potere.
Alla società che sta uscendo con
difficoltà dalla pandemia, non possiamo offrire risposte mediocri. Il governo
deve essere all'altezza di questo compito”.
Il 13 gennaio, in una
conferenza stampa, sono state confermate le dimissioni delle ministre di Italia
Viva.
“Si è aperta una crisi – ha dichiarato
Conte - che deve trovare in questa sede il proprio chiarimento in trasparenza
del confronto e linearità di azione che hanno caratterizzato il mio mandato. Le
nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del
Paese. Così, agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi
polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo così tutti di
perdere contatto con la realtà.
C'era davvero bisogno di
aprire una crisi politica in questa fase? – si chiede ancora il primo ministro
-. No. Nel pieno della pandemia Covid e mentre da casa ci ascolta chi ha perso
i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio.
Sono qui, oggi, non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso alcun plausibile fondamento".
Questa crisi, ha provocato
profondo sgomento nel Paese. Rischia di produrre danni notevoli e non solo
perché ha fatto salire lo spread, ma ancor più perché ha attirato l'attenzione
dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza
– ha incalzato Conte - non si può cancellare quello che è accaduto.
Nonostante ci sia stato un
chiaro contributo al miglioramento della bozza originaria" del Recovery
plan c'è stata un'astensione, motivata principalmente per il fatto che la bozza
non contempla le risorse del Mes, che però nulla ha a che vedere con il
Recovery fund.
Il Recovery Plan italiano, sarà un piano largamente condiviso. Uno sforzo collettivo di cui andare fieri. Il Paese, merita un governo coeso. Ora si volta pagina”.
Da qui in poi, il premier si
è soffermato sulle politiche di sviluppo. “Quanto alla politica industriale –
ha chiosato - dobbiamo proseguire nel proteggere gli investimenti più strategici
del Paese. Dobbiamo rafforzare politiche di intervento sulla base delle nostre
filiere più produttive.
L'assegno unico mensile – ha
aggiunto - si colloca in una cornice di interventi, volti ad alleggerire il
peso fiscale sulle famiglie. Da luglio, sarà introdotto per le famiglie con
figli sotto i 21 anni”.
Conte ha parlato anche della
riforma elettorale. “Il governo – ha spiegato - nel rispetto delle
determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà a promuovere una riforma
elettorale proporzionale, quanto più possibile condivisa, che possa coniugare
le ragioni del pluralismo con l'esigenza di assicurare stabilità al sistema
politica.
Per le sfide che attendono
l'Italia, servono la massima coesione possibile, il più ampio consenso in
Parlamento. Servono un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli
della delicatezza dei compiti. Capaci di sfuggire gli egoismi e l'utile
personale”.
Riguardo le alleanze, Conte è stato chiaro . “Questa alleanza, può già contare su una solida base di dialogo, alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l'ampiezza del suo respiro.
Sarebbe un arricchimento di
questa alleanza poter acquisire un contributo politico di formazioni che si
collocano nella più alta tradizione europeista, liberale, popolare, socialista.
Ma chiedo un appoggio limpido e trasparente”.
Riguardo la delega all’agricoltura
e la questione dei servizi Conte ribadisce che viste le nuove sfide e anche gli
impegni internazionali, “non intendo mantenere la delega all'Agricoltura se non
lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un'autorità
delegata per l'intelligence di mia fiducia.
Aiutateci a rimarginare la crisi in atto – ha chiesto Giuseppe Conte -.
Cari cittadini, la fiducia deve essere reciproca, deve essere un qualcosa che si alimenta in maniera biunivoca. Avete offerto una risposta di grande responsabilità, state dimostrando di riporre grande fiducia nelle istituzioni.
Confido che con il voto di
oggi anche le istituzioni sappiano ripagare questa fiducia, riparando il grave
gesto di irresponsabilità che ha prodotto questa crisi.
Costruiamo un governo aperto
a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia".
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