Nuova stretta sulla movida, arrivata dopo gli ultimi episodi di assembramenti e feste illegali, vietando l’asporto dai bar a partire dalle ore 18:00 ed estendendo il divieto di spostamento tra regioni anche nelle zone gialle, così come avvenuto dalle feste di Natale ad oggi.
Sul tavolo c’è, anche, la
possibilità di istituire una zona bianca, seppur difficile da raggiungere in
quanto servirebbe un Rt sotto 0.5, in cui poter riaprire tutto senza
limitazioni e la possibilità di riaprire i musei, ma soltanto nelle Regioni
gialle.
Indiscrezioni sulle nuove misure restrittive erano trapelate ieri al termine della riunione che il premier, Giuseppe Conte, ha avuto con i capi delegazione.
Oggi, sono state presentate
e discusse con le Regioni nell’ambito del vertice con il ministro agli affari
regionali, Francesco Boccia, al quale hanno partecipato anche il ministro della
salute, Roberto Speranza, e i rappresentanti di Anci e Upi. Tra i governatori
erano presenti Fontana, Bonaccini, Toti, De Luca, Marsilio, Toma e per la
Calabria Spirlì.
Si parla di vietare la vendita di cibi da asporto dopo le ore 18:00. Ed ecco il primo scontro con le regioni.
“Ho detto al Governo di essere contrario al
divieto di asporto take away per ristoranti e bar dopo le ore 18:00 - ha
dichiarato il governatore della Liguria, Giovanni Toti, al termine della riunione
con il governo. Queste attività – ha ribadito - pur potendo continuare con le
consegne a domicilio, rischiano di essere penalizzate ancora di più, dopo aver
già subito pesanti restrizioni. Bene invece l’introduzione di una zona bianca,
come avevamo proposto già oltre un mese fa, cioè una zona dove, virus
permettendo, si possa cominciare un lento ritorno alla normalità”.
Dubbi e timori ai quali ha
risposto il ministro Boccia, secondo il quale “tutte le attività che rimarranno
chiuse saranno ristorate“.
I presidenti di regione hanno, comunque, già annunciato di volersi opporre alla paventata possibilità di far scattare, automaticamente, la zona rossa nel caso si superasse il limite dei 250 contagiati per 100 mila abitanti. Una raccomandazione, perorata dagli scienziati, che però potrà vedere la luce solo dopo il confronto di domani e solo dopo il passaggio in parlamento del ministro della salute, Roberto Speranza, in programma il 13 gennaio.
Lo stesso Speranza avrebbe
proposto di intervenire sugli indici di rischio per facilitare gli ingressi in
zona arancione delle regioni a rischio alto, ribadendo che sarà mantenuto il
modello delle fasce e che sarà confermato, nel nuovo Dpcm, l’abbassamento della
soglia dell’Rt: con 1 si va in arancione e con 1,25 in zona rossa.
Nel corso della conferenza,
sono state illustrate anche le altre misure.
Conferma per tutte le zone
della regola che consente a massimo due persone di andare a trovare a casa parenti
e amici;
stop alla mobilità tra le
regioni, anche tra quelle gialle;
istituzione di una zona bianca, per “dare un segnale” del lavoro che si sta facendo e che consentirà di entrare in una fase diversa in tempi però più lunghi.
“Il divieto di ospitare a
casa più di due parenti o amici – ha spiegato il ministro Speranza - si è
dimostrata una norma ragionevole che ha funzionato nel periodo natalizio. Credo
che avrebbe senso confermarla. Domani sarà il Parlamento ad esprimersi ed entro
giovedì venerdì avremo un testo definitivo.
La situazione epidemiologica
non è da sottovalutare – ha continuato Speranza -. L’epidemia è ancora molto
forte e per questo servono ancora restrizioni e comportamenti corretti. Senza
le misure restrittive introdotte per le vacanze di Natale avremo altri numeri”.
Il ministro della salute ha
parlato anche delle vaccinazioni. “Il vaccino – ha ribadito - è una speranza,
ma le misure sono ancora necessarie ad evitare un aumento incontrollato dei contagi.
Nessuno, sottovaluti la serietà della situazione”.
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