lunedì 11 gennaio 2021

Il consiglio di Stato ha bocciato il ricorso presentato dalla Regione Calabria contro la decisione del Tar che ha riaperto oggi le scuole medie ed elementari.

La terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Franco Frattini, ha respinto il ricorso in appello presentato dalla Regione Calabria contro la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che aveva annullato l’ordinanza con cui il presidente facente funzione della Giunta, Nino Spirlì, aveva prorogato fino al 15 gennaio la didattica a distanza per gli studenti delle scuole elementari e medie e al 30 gennaio quella per gli studenti delle scuole superiori.

Nei giorni scorsi, il Tar si era pronunciato sulla base del ricorso di 150 genitori sospendendo la parte del provvedimento, relativo alla didattica nelle scuole primarie, e lasciando in vigore quella relativa agli istituti d’istruzione superiore.

Le scuole primarie, in ragione della sentenza del Tar, sono state riaperte stamattina in tutta la regione con l’eccezione di alcuni Comuni, in cui sono intervenuti provvedimenti dei sindaci, a causa dell’aumento dei contagi.

“Siamo soddisfatti perché viene riaffermata e tutelata la dignità costituzionale del diritto all’istruzione, contro le chiusure generalizzate delle scuole non sorrette da dati scientifici – hanno dichiarato gli avvocati Giuseppe Pitaro  e Gaetano Liperoti –. Auspichiamo che il presidente Spirlì, i sindaci e i dirigenti scolastici prendano atto serenamente di queste due decisioni della giustizia amministrativa”.

Nelle motivazioni, il Consiglio di Stato sottolinea che “l’eventuale misura regionale più restrittiva, tenuto conto della rilevanza del diritto all’istruzione e del contesto di socialità specialmente per gli alunni più giovani, avrebbe dovuto essere motivata con dati scientifici, evidenzianti il collegamento tra focolai attivi sul territorio e impatto dell’attività scolastica in presenza, alla circostanza che, trattandosi di Regione non classificata “zona rossa”, nell’ordinanza regionale vi è una chiusura generalizzata senza alcuna, ove esistente, indicazione di zone interessate da incremento di contagi, né, peraltro, le problematiche relative al trasporto, risolvibili con diligente ed efficace impegno amministrativo nei servizi interessati, possono giustificare la compromissione grave di diritti costituzionalmente tutelati dagli studenti interessati”.

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