Nei giorni scorsi, il Tar si
era pronunciato sulla base del ricorso di 150 genitori sospendendo la parte del
provvedimento, relativo alla didattica nelle scuole primarie, e lasciando in
vigore quella relativa agli istituti d’istruzione superiore.
Le scuole primarie, in
ragione della sentenza del Tar, sono state riaperte stamattina in tutta la
regione con l’eccezione di alcuni Comuni, in cui sono intervenuti provvedimenti
dei sindaci, a causa dell’aumento dei contagi.
“Siamo soddisfatti perché viene riaffermata e tutelata la dignità costituzionale del diritto all’istruzione, contro le chiusure generalizzate delle scuole non sorrette da dati scientifici – hanno dichiarato gli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti –. Auspichiamo che il presidente Spirlì, i sindaci e i dirigenti scolastici prendano atto serenamente di queste due decisioni della giustizia amministrativa”.
Nelle motivazioni, il
Consiglio di Stato sottolinea che “l’eventuale misura regionale più
restrittiva, tenuto conto della rilevanza del diritto all’istruzione e del
contesto di socialità specialmente per gli alunni più giovani, avrebbe dovuto
essere motivata con dati scientifici, evidenzianti il collegamento tra focolai
attivi sul territorio e impatto dell’attività scolastica in presenza, alla
circostanza che, trattandosi di Regione non classificata “zona rossa”, nell’ordinanza
regionale vi è una chiusura generalizzata senza alcuna, ove esistente,
indicazione di zone interessate da incremento di contagi, né, peraltro, le
problematiche relative al trasporto, risolvibili con diligente ed efficace
impegno amministrativo nei servizi interessati, possono giustificare la
compromissione grave di diritti costituzionalmente tutelati dagli studenti
interessati”.
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