Secondo quanto si è appreso, la maggioranza dei governatori, avrebbero condiviso la necessità di mantenere le misure nelle prossime settimane.
Di parere opposto Attilio
Fontana, Massimiliano Fedriga e Vincenzo De Luca che avrebbero chiesto una
linea di prudenza uguale per tutta Italia, con il Paese in zona arancione ed
eventualmente ulteriori strette in caso di peggioramento dei dati.
Dai presidenti sarebbe, poi,
arrivata al governo la richiesta di ristori certi per le attività che
rimarranno chiuse.
Intanto, le nuove ordinanze
entrate in vigore domenica 10 gennaio, collocano in area arancione 5 Regioni:
Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto.
In zona gialla figurano
Abruzzo, Campania, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche,
Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento,
Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta;
In zona arancione, come
detto, ci sono Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto
In zona rossa nessuna
regione. Solo la città di Messina che ha adottato misure stringenti da lockdown
totale.
Una situazione critica un pò
ovunque, con un peggioramento in cinque regioni, e che fotografa l’onda lunga
della seconda ondata che, di fatto, non è mai finita.
Molto, dipenderà dalle
misure che il Governo deciderà di adottare nel prossimo Dpcm, che vedrà la luce
il 15 gennaio per diventare ufficiale a partire dal 16 e per almeno un mese.
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