Un’altra tegola si abbatte
sulla sanità calabrese. Il neocommissario, Eugenio Gaudio ha rinunciato al suo
incarico, affidatogli solo 24 ore fa dal Consiglio dei ministri.
Lo ha reso noto lo stesso ex
rettore dell'Università ‘’La Sapienza’’, spiegando di aver preso questa decisione
per motivi personali. "Mia moglie - ha dichiarato al quotidiano ‘’La
Repubblica’’ - non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere
va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi
familiare. Sarebbe una sfida importante, ma la famiglia per me è un valore“.
Gaudio è intervenuto anche
sulla notizia di un suo coinvolgimento dell'inchiesta sull'Università di
Catania. "Sono sempre colpito dall'imbarbarimento della politica. Le do
una notizia in proposito: il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al
mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per il mio
presunto abuso di ufficio".
Colto di sorpresa lo stesso
presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che ieri, in una diretta facebook si
era detto soddisfatto della nomina di Gaudio. “Avevamo chiesto al governo,
insistentemente, che a rappresentarci fosse un calabrese che potesse prendere
in mano la situazione conoscendone il respiro – ha detto ieri Spirlì -. Il
Governo lo ha capito, lo ha recepito e ha proposto a commissario il rettore
Gaudio che ha alle spalle un carriera medica che non finisce mai, un curriculum
veramente eccellente. È una persona che ha grandi capacità anche
amministrative, per cui pur permanendo il rifiuto dello strumento del
commissariamento, perché speriamo in una amministrazione ordinaria, però è vero
che mi piace pensare che, perché figlio di questa terra, possiamo immaginarlo come
il primo assessore alla sanità del secondo periodo della Calabria”.
Dura la reazione delle
opposizioni: "Via Cotticelli, via Zuccatelli, ora via Gaudio. Attendiamo
se ne vada Speranza - ha tuonato il leader della Lega, Matteo Salvini –“.
Il presidente dei senatori
di Forza Italia, Anna Maria Bernini, si chiede, invece, “cosa debba ancora
accadere perché qualcuno tragga le conseguenze politiche del caos in atto sulla
pelle della Sanità calabrese. Se la situazione non fosse grave e seria, saremmo
alle comiche, un mix di improvvisazione e di incompetenza. Si ponga subito fine
al commissariamento restituendo alla Calabria il controllo delle proprie
strutture sanitarie".
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