venerdì 20 novembre 2020

Nonostante le scuse, non si placa la bufera politica che ha investito il senatore del Movimento 5 stelle, Nicola Morra. Roberta Santelli: "C'è un abisso tra lei e mia sorella. Ha ragione. Si dimetta"

 


Ieri, in una intervista rilasciata a Radio Capital, il presidente della commissione parlamentare antimafia, ha usato parole non appropriate (a mio avviso senza rispetto alcuno) nei confronti del governatore, Jole Santelli, e di tutti i calabresi (in questo ultimo caso, il riferimento è all’arresto del presidente del consiglio regionale, Tallini).

"Chiedo scusa alle persone che si  sono sentite offese o colpite da parole che sono state volutamente tagliate e cucite per far intendere ciò che il sottoscritto – ha dichiarato Morra - non ha mai pensato. Io mi batto per una sanità pubblica universale che intervenga per chi è più debole e chi è più debole è il malato. Io rifiuto qualunque accusa di insensibilità. Da parte mia c'è sempre stato il massimo rispetto per chi vive la condizione della malattia. Io ho semplicemente ricordato come l'elettorato debba essere pienamente responsabile delle proprie scelte".

Dal senatore penta stellato ha preso le distanze il Movimento. “Le affermazioni del senatore Nicola Morra sulla presidente Santelli, i cittadini calabresi e i malati oncologici – si legge in una nota - non rispecchiano il pensiero del M5s, che ne prende le distanze. I cittadini chiamati al voto e ad esprimere la loro preferenza lo fanno sulla base della loro libera e insindacabile opinione. E proprio in virtù di questa libertà – si legge ancora nella nota - dovrebbero essere i partiti del centro destra a chiedere scusa ai cittadini calabresi per aver candidato e fatto eleggere personaggi come Tallini, oggi agli arresti”.

Ed è tutto il centro destra nazionale a chiedere le dimissioni del parlamentare.

Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Maria Stella Gelmini, "Nicola Morra è riuscito ad offendere la memoria di una persona che non c'è più come Jole Santelli, ad offendere tutti i calabresi che sembravano rei di chissà quale colpa, e ad offendere anche i malati oncologici.

Duro affondo anche da parte dalla Lega. "Da Morra parole vomitevoli – ha affermato il leader, Matteo Salvini. Chiedo le sue immediate dimissioni. Un pensiero per la cara Jole Santelli". 

Dal Centro sinistra, ha preso le distanze Emanuele Fiano. "Parole indegne – ha detto l’esponente del Pd -.  Morra si scusi. Bisogna combattere senza tregua l'ndrangheta, non offendere i calabresi con parole qualunquiste”.

Furioso il senatore di Italia Viva, Davide Faraone. “Il rispetto per chi non c’è più – scrive in un post su Facebook - distingue gli uomini dalle bestie. Le parole di Morra sulla compianta Jole Santelli sono semplicemente indegne. Solidarietà ai familiari e a tutto il popolo calabrese”.

Sul caso è intervenuto anche il presidente facente funzioni della Giunta regionale della Calabria, Nino Spirlì, secondo il quale "non può restare impunita una volgarità così bassa nei confronti del presidente Jole Santelli. Politico di alto rango, prestigiosa avvocata, donna esemplare, eroica combattente contro il male peggiore, che non era il cancro, ma la malapolitica. Della sua patologia, privata, personale, non ne ha fatto scudo, né strumento".


Qualche ora fa la nota, diramata dalla sorella di Jole Santelli. “Ha ragione – ha spiegato Roberta Santelli, rivolgendosi al senatore Morra - c’è un abisso tra lei e mia sorella. Lei era una persona educata, sensibile, con grande esperienza ma soprattutto preparata. Riusciva ad avere ottimi rapporti personali con tutti anche con i suoi colleghi con cui lavorava, certo da posizioni politiche diverse, ma sempre per il bene della Calabria e dei calabresi. Si vergogni come uomo e come politico – prosegue Roberta Santelli – di ciò che ha avuto il coraggio di dire. E si dimetta per favore, e questo lo scrivo da italiana e calabrese, dall’importante ruolo politico che ricopre non per quello che ha detto su Jole ma perché Lei è assolutamente inadeguato a ricoprire il ruolo che fu, tra gli altri, del Presidente Luciano Violante, ottimo amico di mia sorella della quale aveva grande stima”.

 

Me medesima: Anche se le idee politiche sono diverse non bisogna mai mancare di rispetto a nessuno. Dico NESSUNO. Bisogna rispettare sempre chi la pensa diversamente da noi e fare tesoro degli insegnamenti che provengono dal confronto costruttivo. Ad oggi, non credo che valgano più le giustificazioni di chiunque. Non si può giocare sulla pelle di tutti coloro i quali patiscono le sofferenze, dovute alla malattia, qualunque essa sia, e, soprattutto, sull'onestà della maggioranza dei cittadini calabresi. Stiamo sprofondando in un abisso senza via  d'uscita. Finiamola.

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