giovedì 5 novembre 2020

Emergenza Covid. Cosa sono i 21 indicatori alla base dell'individuazione delle zone a rischio. Rezza: "Il virus corre globalmente e bisogna fermarlo". Oggi 34.500 nuovi casi. In Calabria 358 positivi

 

Voglio cercare di fare un po’ di chiarezza, soprattutto a me stessa e capire cosa sono questi famosi 21 indicatori, alla base dell’individuazione delle zone a rischio.


Il monitoraggio prevede tre macro aree.

La prima riguarda gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio:

1 - Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

2 - Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

3 - Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

4 - Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

5 -  Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie

6 - Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata

Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti:

7 - Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il "re-testing" degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.

8 - Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.

9 - Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).

10 - Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.

11 - Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

12 - Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari:

13 - Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.

14 - Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).

15 - Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana

16 - Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno.

17 - Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).

18 - Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.

19 - Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici

riconducibili a Covid-19 (opzionale).

20 - Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19.

21 -  Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.


Oggi pomeriggio, intanto, conferenza stampa di Gianni Rezza e Silvio Brusaferro, rispettivamente direttore del settore prevenzione del ministero della salute e presidente dell’Istituto superiore di sanità, per spiegare i criteri alla base dell’istituzione delle zone rosse, arancioni e gialle.


"L'aggiornamento sui dati di oggi non va bene – ha affermato Rezza - con 34.500 casi, non è un buon segnale anche perché la percentuale di tamponi positivi supera il 10%. Anche i 445 decessi odierni sono molti. 220 mila circa i tamponi, 99 ricoveri in più in terapia intensiva. Nei giorni scorsi la situazione sembrava essersi stabilizzata – ha dichiarato Rezza - pur tenendo conto della variabilità quotidiana, ma il dato di oggi ci dice che sembra che globalmente ancora il virus corre e frenarlo è necessario".

Si lavora su indicatori, come incidenza Rt e occupazione posti letto. Se c'è una regione con pochi casi e ha alta occupazione delle terapie intensive, quella è una regione in sofferenza – ha continuato Rezza -. Sono dati che vanno letti nella loro interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza. Dopo 14 giorni, ci potrà essere una descalation per le regioni, cosi come se nella prossima cabina di regia ci fossero situazioni diverse, altre regioni potrebbero diventare rosse. Inoltre il sistema non è così rigido e c'è la possibilità di fare zone rosse anche in una regione che non è rossa.

Da qui la spiegazione del perché la Calabria è rientrata nella zona Rossa. “Il suo inserimento – ha spiegato Rezza - nasce da un Rt elevato a 1.84. Questo vuol dire che anche se in questo momento non c'è un numero di casi particolarmente elevati, Rt ci porta a pensare che c'è un aumento della trasmissione in atto e, quindi, ci potrebbe essere criticità nel numero dei casi nel prossimo futuro. Inoltre ci potrebbe essere occupazione delle terapie intensive superiore l 50%. Non c'è ora eccesso di casi ma c'è un trend che va verso la criticità, ma nel giro di 2 settimane la situazione può rientrare".

Con la cabina di regia il dialogo è costante e sono al suo interno rappresentate tutte le Regioni. È una struttura tecnica che ha rappresentanti indicati dalla Conferenza delle Regioni".

Nell’ambito del punto stampa, è stato preso in considerazione anche il caso Campania.  “Qui – ha proseguito Rezza - l'indice di trasmissibilità Rt è più basso, rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione molto aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto. Ci sono Regioni come l'Umbria o la Provincia autonoma di Bolzano che oggi segnano più di 700 positivi che, sulla popolazione, è un numero piuttosto ampio ed elevato".


Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro ha, invece, parlato di una fase di transizione “in cui – ha detto - ci sono delle ricrescite e bisogna intervenire per riportare la curva in una fase più controllata. L'analisi del rischio guarda il trend. Non è uno strumento che dà i voti e non è una valutazione su Regione o Province ma è uno strumento per capire dove siamo, come evolve la situazione e dove si sta andando. È un processo automatico con regole rigide molto definite".

(Fonte Ansa)

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