Voglio cercare di fare un po’
di chiarezza, soprattutto a me stessa e capire cosa sono questi famosi 21
indicatori, alla base dell’individuazione delle zone a rischio.
Il monitoraggio prevede tre macro aree.
La prima riguarda gli
indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio:
1 - Numero di casi
sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale
di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
2 - Numero di casi
notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi
dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di
ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di
sorveglianza nello stesso periodo.
3 - Numero di casi
notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia
intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in
Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva
notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
4 - Numero di casi
notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o
residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso
periodo.
5 - Numero di checklist somministrate
settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie
6 - Numero di strutture
residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con
almeno una criticità riscontrata
Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti:
7 - Percentuale di tamponi
positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il
"re-testing" degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting
(territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
8 - Tempo tra data inizio
sintomi e data di diagnosi.
9 - Tempo tra data inizio
sintomi e data di isolamento (opzionale).
10 - Numero, tipologia di
figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale
al contact-tracìng.
11 - Numero, tipologia di
figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale
alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei
contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
12 - Numero di casi
confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare
indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi
di infezione confermati.
Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari:
13 - Numero di casi
riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
14 - Rt calcolato sulla base
della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su
data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
15 - Numero di casi
riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana
16 - Numero di casi per data
diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata
Covid-19 per giorno.
17 - Numero di nuovi focolai
di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un
aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
18 - Numero di nuovi casi di
infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di
trasmissione note.
19 - Numero di accessi al PS
con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici
riconducibili a Covid-19
(opzionale).
20 - Tasso di occupazione
dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19.
21 - Tasso di occupazione dei posti letto totali
di Area Medica per pazienti COVID-19.
Oggi pomeriggio, intanto, conferenza stampa di Gianni Rezza e Silvio Brusaferro, rispettivamente direttore del settore prevenzione del ministero della salute e presidente dell’Istituto superiore di sanità, per spiegare i criteri alla base dell’istituzione delle zone rosse, arancioni e gialle.
"L'aggiornamento sui dati di oggi non va bene – ha affermato Rezza - con 34.500 casi, non è un buon segnale anche perché la percentuale di tamponi positivi supera il 10%. Anche i 445 decessi odierni sono molti. 220 mila circa i tamponi, 99 ricoveri in più in terapia intensiva. Nei giorni scorsi la situazione sembrava essersi stabilizzata – ha dichiarato Rezza - pur tenendo conto della variabilità quotidiana, ma il dato di oggi ci dice che sembra che globalmente ancora il virus corre e frenarlo è necessario".
Si lavora su indicatori,
come incidenza Rt e occupazione posti letto. Se c'è una regione con pochi casi
e ha alta occupazione delle terapie intensive, quella è una regione in
sofferenza – ha continuato Rezza -. Sono dati che vanno letti nella loro
interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza. Dopo 14
giorni, ci potrà essere una descalation per le regioni, cosi come se nella
prossima cabina di regia ci fossero situazioni diverse, altre regioni
potrebbero diventare rosse. Inoltre il sistema non è così rigido e c'è la
possibilità di fare zone rosse anche in una regione che non è rossa.
Da qui la spiegazione del
perché la Calabria è rientrata nella zona Rossa. “Il suo inserimento – ha spiegato
Rezza - nasce da un Rt elevato a 1.84. Questo vuol dire che anche se in questo
momento non c'è un numero di casi particolarmente elevati, Rt ci porta a
pensare che c'è un aumento della trasmissione in atto e, quindi, ci potrebbe
essere criticità nel numero dei casi nel prossimo futuro. Inoltre ci potrebbe
essere occupazione delle terapie intensive superiore l 50%. Non c'è ora eccesso
di casi ma c'è un trend che va verso la criticità, ma nel giro di 2 settimane
la situazione può rientrare".
Con la cabina di regia il
dialogo è costante e sono al suo interno rappresentate tutte le Regioni. È una
struttura tecnica che ha rappresentanti indicati dalla Conferenza delle
Regioni".
Nell’ambito del punto
stampa, è stato preso in considerazione anche il caso Campania. “Qui – ha proseguito Rezza - l'indice di
trasmissibilità Rt è più basso, rispetto a quello della Lombardia o della
Calabria. Ciò significa che la trasmissione molto aumentata nelle scorse
settimane si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto. Ci sono Regioni
come l'Umbria o la Provincia autonoma di Bolzano che oggi segnano più di 700
positivi che, sulla popolazione, è un numero piuttosto ampio ed elevato".
Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro ha, invece, parlato di una fase di transizione “in cui – ha detto - ci sono delle ricrescite e bisogna intervenire per riportare la curva in una fase più controllata. L'analisi del rischio guarda il trend. Non è uno strumento che dà i voti e non è una valutazione su Regione o Province ma è uno strumento per capire dove siamo, come evolve la situazione e dove si sta andando. È un processo automatico con regole rigide molto definite".
(Fonte Ansa)
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