In Italia, si abbassa la curva epidemica, ma i decessi sono ancora troppo alti. Oggi, si sono registrati 853 decessi ( ieri erano 630).
“Abbiamo 23.232 positivi, con 188.659 tamponi – ha affermato il direttore del reparto di prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa del ministero sull'analisi della situazione epidemiologica -. Ieri, erano 149.000. Quindi, c'è stato un leggero aumento del numero dei positivi. Il numero dei nuovi infetti è, però, ancora troppo alto. Quando saremo a 50 su 100mila saremo sollevati. Finché la situazione resta questa l'allerta resta alta. Attualmente, siamo a 730 per 100 mila abitanti in una escalation che è andata da 50, poi a 200 per 100 mila abitanti e che ha continuato a salire”.
Per la prima volta dall'inizio della seconda ondata, calano i ricoveri per Covid - 19 nei reparti in area medica. Dal bollettino, reso noto dal ministero della Salute emerge che, ad oggi, ci sono 34.577 persone ricoverate, 120 in meno rispetto a lunedì, quando erano 34.697.
"A fronte del dato dei
morti, che deve richiamare di andare avanti nella strategia presa – ha dichiarato
Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità - 12,31% è il rapporto
tamponi-casi. Il numero degli accessi alle terapie intensive è 6 a fronte di
120 di una settimana fa, e quello dei ricoveri è 120 in area medica contro 528 di
una settimana fa. Gli indicatori, vanno nella direzione sperata".
Rezza ha espresso
preoccupazione per gli spostamenti a Natale, perché, a suo parere, rappresentano
un rischio.
"Non posso negare la
mia preoccupazione – ha spiegato -. Spostamenti illimitati per Natale e
aggregazioni rappresenta un rischio per la diffusione dell'infezione. Poi
vedremo quali saranno le decisioni per il prossimo mese”. Dal canto suo,
Locatelli ha aggiunto che oltre gli 800 decessi di oggi “ci devono portare a
ricordare che non siamo fuori dal problema. Ci può essere una via di mezzo che,
ad esempio, potrà fare riferimento a restrizioni, dopo particolari ore, o a non
creare ampi momenti di socialità".
Sul vaccino antinfluenzale, Rezza ha riferito che quest'anno si sono acquisiti fra 17 e 18 milioni di dosi. Ma può capitare che le dosi arrivino in modo scaglionato per motivi anche di produzione. “Chiaramente – ha affermato - c'è stata forte domanda. Se le scorte non erano arrivate dappertutto ciò ha portato disagio, ma la campagna sta andando bene e siamo soddisfatti”.
E sul vaccino SarsCov2
Locatelli e Rezza sono stati chiari. “Almeno tra 60% e 70% della popolazione
dovrebbe essere vaccinata contro il SarsCov2 – ha continuato Rezza - per
ottenere l'immunità di gregge.
Ciò vuol dire vaccinare 42
milioni di italiani – ha detto ha Franco Locatelli, e questa è una grande
sfida. Ma ci sarà un progressivo incremento delle dosi di vaccino, a partire
dal 2021, e avere più di un vaccino è un vantaggio. È falso che il paese non si stia organizzando,
niente di più falso. Al contrario - ha chiosato - si sta lavorando in maniera
intensiva su come sviluppare il piano per la vaccinazione anti covid nel minore
tempo possibile. Lo sforzo lo stiamo facendo per creare la strategia per uscire
dalla pandemia. Ci sarà, poi, bisogno di uno stretto rapporto tra Governo e
Regioni". Il Paese deve essere consapevole che si sta lavorando".
Rezza e Locatelli sono
intervenuti anche sulla polemica in corso per ciò che concerne la stagioni
sciistica. Secondo Franco Locatelli, “aprire gli impianti è incompatibile con
numeri. Nessuno sottovaluta l'impatto di una chiusura delle attività sciistiche,
però i numeri attuali non rendono compatibile una ipotesi di riapertura perché
vorrebbe dire esporre tutto il paese ad una ripresa della curva epidemica e
avere una concertazione europea è assolutamente fondamentale".
(Fonte Ansa)
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