Il premier ha firmato. Era mezzanotte quando è circolata la notizia del sigillo al nuovo Dpcm che entrerà in vigore domani. Il testo verrà pubblicato in mattinata in Gazzetta ufficiale, così come si saprà la classificazione delle regioni in base al rischio.
Rispetto alla prima bozza,
circolata nel pomeriggio di ieri, c’è una novità.
I parrucchieri e i barbieri,
dovrebbero restare aperti anche nelle zone rosse. In quelle arancioni chiusi
bar, ristoranti, e stop allo spostamento tra regioni.
Nella zona rossa dovrebbero esserci Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d'Aosta. In bilico la Campania.
In queste zone “è vietato
ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori e gli spostamenti
all'interno del territorio, salvo che per comprovate esigenze lavorative o
situazioni di necessità o per motivi di salute. La didattica a distanza,
scatterà già dalla seconda media, salvo le attività con minori disabili.
Resteranno chiusi bar, pasticcerie, ristoranti, e tutti i negozi che non
vendono beni essenziali. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a
domicilio, fino alle ore 22:00, la ristorazione con asporto, con divieto di
consumare sul posto o nelle vicinanze. Restano aperti i negozi di alimenti e
bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade,
negli ospedali e negli aeroporti. Cancelli aperti anche per le industrie. Nessuna
serrata per farmacie e supermercati che saranno aperti al pubblico".
"In questa area ci sarà un
inasprimento delle regole rispetto alle zone verdi. Bar, ristoranti, gelaterie
e pasticcerie resteranno chiusi sempre e non più solo dopo le ore 18:00. Sono
salvi però parrucchieri e centri estetici. Dovrebbe essere vietato ogni
spostamento in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo
comprovate ragioni di lavoro, studio, salute. Per il resto valgono tutte le
regole delle zone verdi: 50 per cento di capienza sui mezzi pubblici, didattica
a distanza integrale alle superiori, stop ai musei e coprifuoco dalle ore 22:00".
Tutte le altre sono zone verdi.
Qui, le regole sono meno
rigide ma comunque più restrittive rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre.
“Il "coprifuoco" scatta alle ore 22:00. Da quel momento, e fino alle
ore 05:00 è vietato uscire di casa, salvo motivi di salute o lavoro. Alle
scuole superiori, ci sarà la didattica a distanza al 100%.
Come trapelato ieri, l’impianto
del Dpcm non è cambiato di molto. Nel trasporto pubblico, è prevista una capienza
dimezzata: 50 per cento su bus, metro e treni regionali tranne per gli scuolabus.
I centri commerciali saranno chiusi nel weekend e nei giorni festivi. Si
fermano anche i musei, le mostre, le sale bingo.
Le Regioni, hanno chiesto al
governo che la valutazione del rischio epidemiologico venga fatta in
collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali. L’esecutivo, ha
promesso un "coinvolgimento".
Ritorna l’autocertificazione
che dovrà comprovare che la persona in oggetto è in circolazione per motivi di
lavoro, di salute e per necessità indifferibili.
Il testo nelle ultime ore è
stato al centro di uno scontro con le Regioni. "Destano forti perplessità
e preoccupazione - si legge nel documento, firmato dal presidente della conferenza
delle regioni, Stefano Bonaccini - delle disposizioni che comprimono ed
esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome. Le Regioni,
chiedono di varare il provvedimento ristori insieme al Dpcm, e ribadiscono la
richiesta di univoche misure nazionali e, in via integrativa, provvedimenti più
restrittivi di livello regionale e locale".
Pronta la risposta del governo. In una lettera inviata alle
regioni dal ministro degli affari regionali, Boccia, e dal titolare della
Salute, Roberto, Speranza, entrambi rispondono ai rilievi inviati sul Dpcm. “Sull'elaborazione
dei dati – fa sapere l’esecutivo - decisiva per stabilire in quale fascia di rischio
collocare una Regione, il decreto garantisce il coinvolgimento delle Regioni
stesse. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia
sull'emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute
emetterà le ordinanze di chiusura "sentiti" i presidenti delle Regioni.
Il decreto – si legge nella missiva inviata ai governatori - sarà varato in
settimana e le erogazioni saranno tempestive”.
(Fonte Ansa)
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