Continuano a susseguirsi indiscrezioni su coloro i quali dovrebbero prendere in mano le sorti della sanità in Calabria.
Dopo la telenovelas dei tre commissari ad acta, l’intervento del primo ministro, Giuseppe Conte, che si è addossato tutte le responsabilità, rispetto alle nomine, da ieri si alternano nomi quali Francesco Paolo Tronca, il professor Pellegrino Mancini, responsabile regionale per i trapianti della Calabria, indicato dal leader della lega, Matteo Salvini, Federico Maurizio D’Andrea, lo stesso Gino Strada, il professor Crisanti e tanti altri. Il toto nomine, comunque, continua.
Pochi minuti fa, è sceso in
campo anche l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che all’Adnkronos
parla della Calabria come una regione dove “contrariamente a ciò che si dice,
non esiste un problema di gestione sanitaria, ma di gestione amministrativa e
trasparente della sanità. Sono due cose completamente diverse. La regione –
continua Bertolaso - va gestita da chi non ha interessi per e con la salute
calabrese. Non è vero che mancano medici. Ce ne sono di bravissimi. Non è vero
nemmeno che mancano infermieri o posti letto. Mancano persone in grado di farla
funzionare”.
Bertolaso analizza anche la
querelle del commissario. “Probabilmente – dichiara - per il ruolo di
commissario non serve un bravo medico come Strada e nemmeno un ex rettore come
Gaudio. È necessario qualcuno che sappia leggere tra le pieghe di queste
vicende e sappia cambiare atteggiamento ad un sistema. Chi può essere? Non lo
so, un magistrato forse, un manager. Un Gratteri per esempio, che ha
fotografato in pieno la situazione della regione e che, secondo i sondaggi,
sarebbe anche gradito dai cittadini. Serve gente che deve avere chiara, negli
occhi, la pessima gestione della cosa pubblica e sanitaria calabrese. Gente che
sappia intervenire nelle ramificazioni e nell’illegalità insita alle strutture
e che sappia estirparne il male – ha concluso Bertolaso -. Una volta fatto
questo si ragionerebbe. Tutto ciò che sta accadendo, la ricerca ossessionata di
un commissario è umiliante per il popolo calabrese, che non si merita questo”.
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