venerdì 27 novembre 2020

Nuovo Dpcm. Stagione sciistica: I governatori hanno chiesto la chiusura delle frontiere. Coro unanime: "Riaprire le scuole il 7 gennaio"

 

Sei giorni al fatidico tre dicembre. Giorno del varo del nuovo Decreto del presidente del consiglio dei ministri. La Lombardia resta zona rossa fino al 3 dicembre.

Ieri, da quanto sui è appreso, i presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo di valutare la chiusura delle frontiere, in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L'obiettivo dei governatori, sarebbe quello di evitare la concorrenza degli Stati europei che, invece,  permettono le vacanze sulla neve.


L’esecutivo nazionale, dal canto suo, ha confermato che di riapertura degli impianti sciistici se ne potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale. "Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l'epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo.

Riguardo i ristori è intervenuto il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia. “I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire – avrebbe detto -. La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza – ha proseguito Boccia - e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza”.

Nella riunione in videoconferenza con le regioni, il ministro Boccia è intervenuto anche riguardo le festività natalizie.


"Seguire la messa – ha detto - e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre.

Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti noi a Pasqua – ha proseguito il ministro degli affari regionali -  a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro, ma è un atto di fede".

Altro punto all'ordine del giorno, il caso scuola. "Le regioni, ad unanimità, hanno suggerito al governo di procrastinare al 7 gennaio prossimo ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in Dad. "Tutte le regioni – ha dichiarato il governatore della Liguria, Giovanni Toti hanno ritenuto di dire all’esecutivo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole, in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che, oggi, prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata".

Rispetto agli orari di apertura degli esercizi commerciali, restano atri punti da definire, così come la problematica degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti. Anche su questo, l'orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, eventualmente con qualche deroga.

Oggi, comunque, torneranno a riunirsi i capi delegazione di maggioranza. All’incontro, pare parteciperanno anche  Comitato tecnico scientifico e Istituto superiore di sanità. Si faranno nuove valutazioni, anche alla luce dei dati del nuovo monitoraggio.

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