sabato 28 novembre 2020

Covid - 19. Il virus muta. Secondo gli esperti: “Bisogna continuare il monitoraggio anche nei prossimi mesi, in modo da poter adattare i futuri vaccini alle eventuali forme mutanti"

 


"Il virus potrebbe aver già raggiunto il suo massimo adattamento all'ospite umano nel momento in cui lo abbiamo scoperto". È quanto ha affermato la genetista Lucy Van Dorp dell’University College di Londra.

SarsCoV2 sta mutando, ma finora non sembra essere diventato più contagioso per l'uomo.  La buona notizia arriva dall'analisi dei genomi virali, prelevati da oltre 46.000 malati di Covid - 19 in 99 Paesi del mondo.

Lo studio, coordinato dall'Ucl e pubblicato sulla rivista ‘’Nature Communications’’, documenta più di 12.000 mutazioni, ma nessuna sembra aver dato un particolare vantaggio evolutivo al coronavirus.

“Bisogna continuare il monitoraggio anche nei prossimi mesi, dichiarano gli esperti, in modo da poter adattare i futuri vaccini alle eventuali forme mutanti.

In questa fase – spiegano i ricercatori - dobbiamo restare vigili perché il vaccino potrebbe aumentare la pressione selettiva sul virus, favorendo la comparsa di nuove forme mutanti. Siamo convinti – commenta il coordinatore dello studio Francois Balloux dell'Ucl - che riusciremo a individuarle subito, in modo da adattare i vaccini per tempo, se necessario”.

A Balloux fa eco l’immunologa italiana, Antonella Viola, dell’ateneo di Padova, secondo la quale SarsCov2 è piuttosto stabile. Emergono ogni tanto delle varianti – ha continuato la scienziata - ma per ora quella che si è diffusa da noi è sempre la stessa. I vaccini in studio sono efficaci verso la variante che circola e, alcuni in particolare, come quello di Pfizer e Moderna, hanno questa caratteristica. Se tra un anno il virus fosse mutato sarebbe facile adattarli".

“Finora – si legge in un lancio Ansa - sono 12.706 le mutazioni individuate nel genoma di SarsCoV2, indotte, per lo più, dall'azione del sistema immunitario dell'uomo. Di queste, 398 si sono sviluppate in più occasioni e in maniera indipendente.

I ricercatori ne hanno esaminate, in particolare, 185 che durante la pandemia sono comparse almeno tre volte in modo indipendente. Collocandole nell'albero evolutivo del virus, hanno potuto osservare che nessuna di queste ha dato un particolare vantaggio ai virus portatori. Nessuna mutazione ha aumentato la trasmissibilità, neppure la famosa mutazione D614G della proteina Spike”.

(Fonte Ansa)

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