Si è preso del tempo, ma la
riserva dovrebbe essere sciolta a breve. Agostino Miozzo, attuale coordinatore
del Comitato tecnico scientifico, dovrebbe decidere in serata se accettare o
meno la carica di commissario ad acta alla sanità in Calabria.
Dopo la fumata nera di ieri
sul nome di Narciso Mostarda, il Governo ha interpellato Miozzo che ha chiesto
qualche ora per decidere.
Da più parti ci si chiede se
la moglie sia d’accordo. Questa mattina, ai microfoni di 24Mattino, condotto da
Simone Spetia, il coordinatore del Cts dopo aver bypassato sull’ipotesi di
diventare commissario per la Sanità in Calabria ha disponibilità della moglie a
trasferirsi a Catanzaro: “è da ieri notte che ne stiamo parlando – ha spiegato
Miozzo - e mi ha terrorizzato dicendomi ‘non ti permettere di dire che ho
qualcosa contro la Calabria’, quindi, nel caso, lei sarebbe d’accordo”.
Come detto, Agostino Miozzo, questa sera dovrebbe comunicare la sua decisione al primo ministro, Giuseppe Conte.
È uno dei volti noti
dell’emergenza coronavirus in Italia, in virtù del suo ruolo di coordinatore
del team di esperti che accompagna il governo nella gestione dell’epidemia da
Covid 19.
Miozzo, 67 anni, originario
di Camposanpietro, un piccolo paesino in provincia di Padova, ha conseguito,
nel 1980, la Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia presso l’Università
degli Studi di Milano. Due anni dopo, presso l’Ateneo di Harara, nello Zimbawe,
ha proceduto con il perfezionamento in chirurgia ostetrico ginecologia, mentre
nel 1984 ha partecipato ad un corso, tenuto dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità.
Da fine gennaio di quest’anno,
è coordinatore del Cts. Il primo ottobre scorso, è andato in pensione, ma il presidente del consiglio e il
ministro della Salute, Roberto Speranza, gli hanno chiesto di continuare a
coordinare il Comitato fino alla fine dello stato di emergenza, fissato, per il
momento, al 31 gennaio del 2021.
Da ieri, la richiesta di
aiutare la Calabria.
L’auspicio è che, chiunque
venga nominato, operi in libertà e con grande senso dello Stato e delle
istituzioni. I calabresi non hanno bisogno di passerelle, ma solo di gente
seria, onesta e preparata.
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