Oggi e domani, a Bruxelles
in primo piano il ‘’Next Generation Eu’’. Si tratta di un piano di ripresa,
proposto dalla Commissione europea, su cui è stato trovato un accordo dal
Consiglio dei capi di stato e di governo, per far ripartire l'economia del
continente.
Gli Stati membri hanno
deciso di raccogliere debito europeo per 390 miliardi di euro di sovvenzioni ai
paesi e 360 miliardi, distribuiti sotto forma di prestiti, che arriveranno
entro il 2027.
Il Next Generation Eu è
ripartito in diversi programmi di spesa.
Il principale è il Recovery
and resilience facility, “Dispositivo per la ripresa e la resilienza”. In poche
parole il ‘’Recovery Fund’’. Si tratta di un fondo che arriva a 672,5 miliardi
di euro, divisi in 360 prestiti e 312,5 sussidi. A questo se ne aggiungono
altri: React-Eu, Horizon Europe, InvestEU sono i principali. In tutto,
metteranno a disposizione circa 75 miliardi di euro di sovvenzioni.
Per il momento, si conoscono solo le stime della Commissione su quanti sussidi dovrebbero arrivare ai vari paesi per il Recovery Fund.
L’Italia, dovrebbe essere la
nazione che ne beneficerà di più, seguito da Spagna e Francia, con 65 miliardi
e mezzo. Il governo italiano ha, però, già stimato che i fondi a disposizione
entro il 2027 dovrebbero essere in totale 205 miliardi, tra circa 78 di sussidi
e 127 di prestiti.
Il Next Generation Eu non è
ancora stato approvato. Va infatti votato, insieme al bilancio europeo, su cui
è stato posto il veto da Polonia e Ungheria. Per ora la Commissione ha
solamente pubblicato delle linee guida per gli stati membri.
I primi soldi arriveranno
non prima di metà 2021. La Commissione europea, ha suggerito agli stati di
presentare delle prime bozze di programmi nazionali di spesa, in cui indicare i
progetti da finanziare con i soldi europei, a partire dal 15 ottobre, mentre le
versioni definitive dovranno essere inviate dal primo gennaio dell'anno 2021 e
non oltre il 30 aprile.
A partire dal prossimo anno,
gli stati potranno ricevere un anticipo del 10 per cento delle risorse europee,
non appena verrà approvato dall'Unione europea il piano di spesa nazionale.
La Spagna è lo Stato tra i
più avanti, secondo l'elaborazione di Sky TG24. Secondo fonti della Commissione
europea, è tra i 7 paesi membri che hanno già consegnato la bozza definitiva
del proprio piano di spesa e di riforma.
A inizio ottobre aveva pubblicato
una prima bozza del ‘’Recovery Plan’’ per spendere 72 miliardi di euro nel
prossimo triennio. ll governo spagnolo, ha anche deciso di rinunciare ai
prestiti del ‘’Next Generation Eu’’ per concentrarsi solo sui sussidi. I tassi
di interesse a cui si finanzia sul mercato sono solo poco più costosi, rispetto
a quelli che dovrebbe rimborsare alla Commissione europea.
La Francia è il secondo
paese in classifica. A settembre, è stata la prima ad ultimare il piano da
inviare alla Commissione europea. Da allora, ha intrapreso un negoziato con
Bruxelles, che non risulta ancora terminato. Non a caso, il ministro
dell'economia, Le Maire, ha assicurato che “il documento sarà pubblicato entro
dicembre, o al massimo gennaio”. Si tratta di un progetto di rilancio
dettagliato, per il biennio 2021-2022, pari a 100 miliardi di euro, finanziato
per 4 euro su 10 proprio dal ‘’Next Generation Eu’’. Di questi la maggior parte
dovrebbero essere a fondo perduto, mentre circa 8 miliardi saranno prestiti.
L'Italia, ha pubblicato, nel
mese di settembre, solo delle linee guida generiche per definire, poi, il vero
e proprio piano successivo. Questo documento riporta le modalità con cui
verranno scelti i progetti da presentare in Europa e gli obiettivi generici del
piano. Per riuscirci, il governo ha scritto di voler utilizzare, per il 2021,
25 miliardi di euro, tra prestiti e sussidi, 37 e mezzo nel 2022 e 43 miliardi
nel 2023. L’esecutivo nazionale ha, comunque, fatto sapere che il vero e
proprio piano sarà ultimato solo a febbraio 2021, anche se la legge di bilancio
per l'anno prossimo già incorpora fondi del ‘’Next Generation Eu’’, in
particolare 14,5 miliardi di euro.
La Germania, ha presentato
la sua manovra economica per l’anno prossimo, che dovrebbe ammontare a 96
miliardi. Non tutti questi però saranno finanziati attraverso il ‘’Next
Generation Eu’’, perché i tedeschi avranno diritto a una quota minore del piano
europeo. Il ministro delle finanze, Olaf Scholz, ha annunciato che del ‘’Recovery
Fund’’ la Germania “userà quasi 23 miliardi di euro”. I capisaldi della spesa
saranno per le infrastrutture digitali, la decarbonizzazione e l’ammodernamento
della pubblica amministrazione. Il piano nazionale da presentare alla
Commissione europea ancora non c’è, anche perché l'interesse dei tedeschi verso
i fondi europei è basso, ma i partiti della coalizione al governo, Cdu e Spd,
hanno definito delle indicazioni generali.
Le priorità di spesa sono
state comunicate dalla presidente, Ursula Von der Leyen. Il 37% dei fondi dovrà
andare alla transizione verde e non meno del 20% a quella digitale.
L’'Italia punta sull'efficienza
degli immobili (40,1 miliardi) e le infrastrutture (27,7 miliardi), oltre ad
essere l'unico paese a voler investire in modo forte sul terzo settore (3 miliardi).
La Francia, invece, eccelle,
a parità con l'Italia, sulla transizione energetica, la spesa a favore delle
imprese (31,4 miliardi) e su lavoro e giovani (11,6 miliardi). Su queste due
ultime voci pesano molto alcune spese, la cassa integrazione e il taglio delle
imposte alle aziende, che la Francia può permettersi in quanto utilizza anche
soldi propri, e non solo europei che non permetterebbero questi impieghi.
La Spagna, infine, ha deciso
di spendere molto in ricerca e sanità (il 16,5% dei fondi) e sull'istruzione e
il piano asili nido (17,6%).
Anche i contributi "a
fondo perduto" andranno ripagati. La Commissione europea, si indebiterà
sui mercati finanziari per reperire i soldi da girare agli stati. I soldi ai
creditori privati bisognerà restituirli.
Le strade proposte sono due:
gli stati membri potrebbero pagare secondo le quote che già versano al bilancio
europeo, altrimenti potrebbero essere introdotte nuove imposte europee, pagate
da contribuenti e imprese. Ciò significa che l’Italia, sulla parte di sussidi,
dovrebbe restituire circa 50 miliardi di euro nel corso di diversi anni,
rispetto agli 80 che incasserà dal ‘’Next Generation Eu’’. Anche la Spagna
pagherà meno di quanto riceverà, mentre Germania e Francia dovranno rimetterci
nel lungo termine. Il grosso delle restituzioni inizierà dopo il 2027 e potrà
essere spalmato in più di 30 anni.
(Fonte Sky Tg24)
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