L’Abruzzo, com’è noto, è ancora in zona rossa. Il governatore, però, non ci sta e emana una ordinanza che ribalta il colore in arancione. Una decisione che non è piaciuta all’esecutivo nazionale.
"La invitiamo e diffidiamo a revocare, ad horas, l'ordinanza regionale con cui l'Abruzzo esce dall'area rossa, ricordandoLe le gravi responsabilità che potrebbero derivare dall'applicazione delle misure da Lei introdotte riguardo alla salute dei cittadini abruzzesi". È quanto scrivono i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza al governatore abruzzese, Marco Marsilio. "Ci riserviamo di intraprendere ogni iniziativa, anche giudiziaria, - continuano i due ministri - per garantire l'uniforme applicazione delle misure volte alla gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 e salvaguardare, in particolare, il bene primario della salute delle persone".
Marsilio, comunque, va dritto per la sua strada. Al suo fianco si è schierata Giorgia Meloni.
"Solidarietà al
governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, - ha dichiarato la leader di Fratelli
D’Italia - per le inaccettabili minacce ricevute dal governo. Ignobile l'accusa
di irresponsabilità e di mettere in pericolo la salute dei cittadini.
L'Abruzzo – continua Giorgia
Meloni - è stata, insieme all'Alto Adige, l'unica regione ad aver anticipato
l'ingresso in zona rossa prima della decisione dell’esecutivo e che ha avviato
uno screening massivo per individuare asintomatici e spegnere focolai sul
nascere.
Una regione – incalza Meloni
- che ora può riaprire le attività in sicurezza perché i dati epidemiologici lo
consentono. I primi responsabili della diffusione del virus sono Conte e i suoi
ministri – conclude Giorgia Meloni - che pontificano in Tv ma non hanno fatto
assolutamente nulla per fermare il contagio e aiutare famiglie e imprese in
ginocchio”.
Dal canto suo, il
governatore Marsilio ha reso noto di aver ricevuto, intorno all’ora di pranzo la
lettera di diffida, firmata dai ministri Boccia e Speranza. “Non voglio
drammatizzare il conflitto con il governo – ha dichiarato - ma francamente
considero eccessivo se non risibile il tono intimidatorio e la minaccia di responsabilità
penale, rispetto ai contagi che deriverebbero da questo evento".
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