L’Inps, sta lavorando con la ragioneria generale dello Stato per valutare la fattibilità di un emendamento alla manovra che introdurrebbe, nel 2021, una decontribuzione totale per i lavoratori autonomi che guadagnano fino a 50 mila euro l’anno e che hanno subito un calo del fatturato del 33%. La misura costerebbe 2 miliardi.
Ma non c’è solo la
decontribuzione. Il vice ministro dell’Economia, Antonio Misiani, ha aperto
anche all’introduzione di un "ammortizzatore sociale" per le PI.
Camillo D’Alessandro,
deputato di Italia Viva e vice-presidente della commissione lavoro della camera
dei deputati, ha reso noto che sugli ammortizzatori sociali, a favore degli
autonomi, ha presentato, come primo firmatario, un “emendamento di maggioranza
alla legge di bilancio, sottoscritto dai capigruppo in commissione Lavoro di
tutte le forze politiche della coalizione di governo”.
Intanto, la maggioranza è
ancora alla ricerca di una sintesi sul superbonus 110%. Sgravio, confermato per
tutto il prossimo anno.
Il Movimento 5 Stelle, forte
anche della spinta che arriva dal mondo delle imprese, chiede però che il meccanismo
venga prorogato fino al 2023.
Dal canto suo, il Tesoro ha
proposto alla maggioranza una proroga, limitata solo a tutto il 2022, finanziata,
oltre che con soldi europei, anche attraverso 1,5 miliardi recuperati fra le pieghe
del bilancio, ma con un paletto.
Potranno, infatti, accedere
al superbonus i contribuenti che dimostrano lavori partiti nei primi sei mesi
di quell’anno e solo chi ha avviato pratiche, delibere e domande presso gli
enti competenti entro il mese di giugno.
Una soluzione, questa, che
farebbe risparmiare soldi allo Stato, come conferma il relatore al Ddl bilancio,
Stefano Fassina, secondo il quale è in corso una “rielaborazione che deve
tenere conto dei vincoli di finanza pubblica. Si tratta di un intervento
costoso”.
Ancora in stand-by la
questione, sollevata dalla Lega, della possibile compensazione dei debiti e dei
crediti delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione.
L’emendamento è stato accantonato ma Fassina ha riconosciuto che "il
problema esiste e che non può essere scaricato sulle imprese".
(Fonte Sky Tg24)
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