“Avverto pertanto il dovere
di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento
perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba
identificarsi con alcuna formula politica”.
Parto da questa frase, pronunciata
dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso prima dell’annuncio
della convocazione del professor, Mario Draghi, al Quirinale perché oggi si è sentito parlare, a più riprese, dell'auspicio che venga varato un ‘’Governo politico”.
Ho letto e riletto il
discorso del Capo dello Stato. Certo il ‘’Debba’’ non significa non ‘’Possa’’,
ma credo che il monito di Mattarella sia stato compreso da pochi.
È un mio modesto pensiero,
ma siamo in un periodo storico, in cui, è giusto che le parole siano lette e,
soprattutto, capite.
Basta improvvisazione.
Cultura!
"Ringrazio
il presidente della Camera dei deputati per l'espletamento impegnato, serio e
imparziale del mandato esplorativo che gli avevo affidato.
Dalle
consultazioni al Quirinale, era emersa come unica possibilità di governo a base
politica quella della maggioranza che sosteneva il governo precedente. La
verifica della sua concreta realizzazione ha dato esito negativo.
Vi
sono, adesso, due strade fra loro alternative: dare immediatamente vita a un
governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti, sanitaria,
sociale, economica, finanziaria, o quella di immediate elezioni anticipate.
Questa seconda strada va attentamente considerata perché le elezioni
rappresentano un esercizio di democrazia. Di fronte a questa ipotesi, ho il
dovere di porre in evidenza alcune circostanze che oggi devono far riflettere
sull'opportunità di questa soluzione.
Ho
il dovere di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale e la
conseguente riduzione dell'attività di governo, coinciderebbe con un momento cruciale
per le sorti dell'Italia.
Sotto
il profilo sanitario, i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere
il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo richiede un governo nella
pienezza delle sue funzioni, per adottare i provvedimenti via via necessari, e
non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna
elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di
vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento fra lo Stato e le Regioni.
Sul
versante sociale, fra l'altro, a fine marzo verrà meno il blocco dei
licenziamenti, e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela
sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere, da parte di un
governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale.
Entro
il mese di aprile, va presentato alla Commissione europea il piano per
l'utilizzo dei grandi fondi europei ed è fortemente auspicabile che questo
avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili
finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo
si ha per il confronto con la Commissione. Questa ha due mesi di tempo per
discutere il piano con il nostro Governo, con un mese ulteriore per il Consiglio
europeo per approvarlo. Occorrerà quindi successivamente provvedere
tempestivamente al loro utilizzo per non rischiare di perderli.
Un
governo dall'attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. Per qualche
aspetto, neppure potrebbe e non possiamo permetterci di mancare questa
occasione fondamentale per il nostro futuro.
Va
ricordato che dal giorno in cui si sciolgono le Camere, a quello delle
elezioni, sono necessari almeno 60 giorni.
Successivamente
ne occorrono poco meno di 20 per proclamare gli eletti e riunire le Camere.
Queste devono, nei successivi giorni, nominare i propri organi di presidenza.
Occorre quindi formare il Governo e questo per operare a pieno ritmo deve
ottenere la fiducia di entrambe le Camere. Deve inoltre organizzare i propri
uffici di collaborazione nei vari ministeri.
Dallo
scioglimento delle Camere nel 2013 sono trascorsi quattro mesi, nel 2018 sono
trascorsi cinque mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un Governo
senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi per la lotta alla
pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi
problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri
concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi
quotidiani.
Credo
che sia giusto aggiungere una ulteriore considerazione. Ci troviamo nel pieno
della pandemia, il contagio del virus è diffuso e allarmante, e se ne temono
nuove ondate nelle sue varianti.
Va
ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca
a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e
presentare le candidature. Inoltre, la successiva campagna elettorale richiede
inevitabilmente tanti incontri affollati, assemblee, comizi. Il ritmo frenetico
elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari
distanziamenti.
In
altri Paesi, in cui si è votato obbligatoriamente perché erano scadute le
legislature dei parlamenti o i mandati dei presidenti, si è verificato un grave
aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che
purtroppo continuiamo ogni giorno, anche oggi, a registrare.
Avverto pertanto il dovere
di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento
perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba
identificarsi con alcuna formula politica.
Conto quindi di conferire al più presto un incarico per formare un governo che
faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho
ricordato".
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