"Se tra due settimane
le cose non dovessero cambiare, stabiliremo misure più restrittive e chiuderò
anche le scuole primarie e le prime classi della media. Nessuno potrà
impedircelo".
È chiaro il governatore
della Sicilia, Nello Musumeci, riguardo la zona rossa che scatterà nell'Isola
da domani fino al 31 gennaio.
Come prevede il Dpcm, recepito
dalla regione, le lezioni saranno in presenza negli asili nido, scuola
dell'infanzia, primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado,
mentre per le altre classi si continuerà con la didattica a distanza. Sono
attualmente circa duemila i contagi giornalieri in Sicilia.
"Siamo una delle regioni con il più alto numero di contagi – ha ribadito Musumeci - ma siamo anche una delle regioni che ha fatto un'ottima campagna di vaccinazione e che ha utilizzato già tutte le dosi. Se continuiamo ad usare l'aspirina anziché il bisturi ci ritroveremo in primavera ad essere ancora chiusi".
Dalla Sicilia al Friuli
Venezia Giulia, la situazione scuole non cambia. Il presidente, Massimiliano
Fedriga, ha dichiarato all’Ansa che "lunedì le scuole non
riapriranno".
Il riferimento è alla
decisione di ieri del Tribunale amministrativo regionale che ha accolto il
ricorso di alcuni genitori contro l'ordinanza regionale che disponeva la
chiusura delle scuole secondarie di secondo grado fino alla fine di gennaio.
Secondo quanto si è appreso,
il Governatore starebbe lavorando ad una nuova ordinanza che scongiura la
decisione del Tribunale amministrativo e che potrebbe essere emessa già oggi.
Secondo indiscrezioni, la
nuova ordinanza ricalcherebbe la precedente e disporrebbe nuovamente la
chiusura degli stessi istituti scolastici fino al 31 gennaio.
Il governatore Fedriga, ha
precisato che il provvedimento contro il quale è stato proposto ricorso seguiva
"le indicazioni del comitato tecnico scientifico, favorevole alla
didattica a distanza. “L’ho emesso – ha affermato – per salvaguardare la salute
di tutti ed evitare la saturazione degli ospedali".
Fedriga, ha ricordato i dati
diffusi dall’Istituto superiore di sanità e dall’Inail, relativi al mese di
dicembre, in cui risulta che "la fascia di popolazione più colpita è tra i
10 e i 19 anni, con una specifica e maggiore incidenza sugli adolescenti di età
superiore ai 14 anni”.
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