A due giorni dal 7 gennaio
ancora si discute sulla riapertura delle scuole.
Da giovedì prossimo, confermata la ripresa di elementari e medie. Per gli istituti superiori, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono per riaprirli a fine mese.
“In Veneto prosegue la chiusura delle scuole superiori fino al 31 gennaio”. Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente, Luca Zaia, che ha firmato un’apposita ordinanza. "Non ci sembra prudente - ha dichiarato Zaia – riaprire, al momento, le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi".
Il presidente della regione
Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha immaginato un'ordinanza che
sposti dopo il 31 gennaio il rientro in classe dei ragazzi delle secondarie di
secondo grado.
"Ovviamente - ha spiegato l’assessore regionale all’istruzione, Alessia Rosolen - ci sono possibilità di intervenire da qui al 31 gennaio, a seconda di come la curva epidemiologica si modificherà nelle prossime settimane".
La Valle d'Aosta è, invece,
pronta ad aprire le scuole superiori il 7 gennaio. “La decisione di un rinvio
sarebbe molto grave – ha dichiarato all’Ansa l’assessore regionale all’istruzione,
Luciano Caveri -. Abbiamo le condizioni di sicurezza per poterlo fare.
Se altre Regioni ritengono di non essere in grado di aprire, possono stabilire il rinvio autonomamente con proprie ordinanze, ma se Roma decidesse diversamente per tutti saremmo di fronte a un fatto compiuto che ci preoccuperebbe moltissimo".
In Campania, le scuole
riapriranno lunedì 11 gennaio quando potranno tornare in classe gli alunni
della scuola dell'infanzia e delle prime due classi della scuola primaria. L’accordo
è scaturito al termine della riunione dell'Unità di crisi della regione che ha
valutato i dati epidemiologici in relazione alla possibilità di un ritorno in
presenza. L’ordinanza ad ok arriverà entro domani.
A partire dal 18 gennaio, da
quanto si è appreso, sarà valutata la possibilità del ritorno in presenza per
l'intera scuola primaria e dal 25 gennaio per la secondaria di primo e secondo
grado.
Intanto, si accende la polemica tra M5s e alcune regioni.
“Lo scorso 23 dicembre –
affermano gli esponenti pentastellati in commissione Istruzione al Senato -
sono stati presi degli accordi tra il governo e le regioni, messi nero su
bianco, che devono essere rispettati. A maggior ragione per il fatto che i dati
dell'Istituto superiore di sanità ci dicono che frequentare gli ambienti scolastici
non rappresenta un amplificatore dei contagi, e che se si seguono regole
rigorose come da mesi la comunità scolastica sta facendo, la riapertura non
solo è possibile ma è doverosa.
Anche dal coordinamento,
effettuato dal ministro Lamorgese con la rete delle prefetture – continuano i grillini
- è emerso l’ok alla riapertura, sulla base di modelli organizzativi condivisi.
D'altronde le regioni hanno ricevuto ulteriori 150 milioni di euro, che si
aggiungono agli oltre 300 già ricevuti in estate, per quelle che sono le
esigenze del trasporto pubblico locale in relazione alle scuole.
A questo punto – incalzano gli
esponenti del movimento - ciascuno si assuma le proprie responsabilità. I
governatori, dicano chiaramente ai loro elettori cosa hanno fatto fino ad oggi
per garantire agli studenti del proprio territorio il diritto costituzionale
allo studio e all'istruzione. La didattica a distanza e la didattica integrata
possono accompagnare quella in presenza, ma non più sostituirla.
Non si perda altro tempo. La
scuola deve riaprire e ulteriori ritardi e slittamenti per l'incapacità di
qualcuno non sono più ammissibili".
Infine, la notizia che il
Tar ha chiesto al governo una "relazione" per chiarire le evidenze
scientifiche che hanno spinto a imporre l'uso della mascherina, in orario
scolastico, per bimbi fra i 6 e gli 11 anni.
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