Il Consiglio dei ministri ha
approvato nella notte il testo con il nuovo decreto legge sull’emergenza Covid
che fa da cornice alle regole che saranno in vigore a partire dal 16 gennaio.
Entro domani, il premier,
Giuseppe Conte, dovrà emanare un nuovo Dpcm
arricchito di altre misure restrittive, come lo stop all’asporto dai bar dopo
le ore 18:00 e la chiusura prorogata degli impianti da sci.
Ieri sera, la Camera dei
deputati ha approvato, con 295 voti a favore, 220 contrari e sette astenuti, la
risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro della salute,
Roberto Speranza, sul prossimo Dpcm e ha introdotto ulteriori disposizioni
urgenti per il contenimento della diffusione del Covid -19.
Prorogato al 30 aprile lo Stato di Emergenza.
Da quanto si è appreso, da
domenica prossima quasi tutta Italia dovrebbe diventare arancione.
Sono 9 le regioni e province
autonome che saranno classificate arancione.
Tra esse, dovrebbe esserci
anche la Calabria. Probabilmente, tre regioni, Lombardia, Emilia Romagna e
Sicilia, diventeranno zone rosse con misure più stringenti.
Dal 16 gennaio al 5 marzo, sono
vietati gli spostamenti tra le regioni e le province autonome, salvo quelli
“motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero
per motivi di salute. È, comunque, consentito il rientro alla propria
residenza, domicilio o abitazione”.
Resta confermata la regola
che consente a un massimo di due persone di andare a visitare amici o parenti
una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05:00 alle ore
22:00, oltre ai minori di anni 14 sui quali si eserciti la potestà genitoriale
e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”.
Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale sono, comunque, consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.
Il nuovo decreto, istituisce
anche la cosiddetta zona “bianca” nella quale gran parte delle misure
restrittive vengono a cessare.
Qui si collocheranno le
Regioni con uno scenario di “tipo 1”, con RT sotto l’uno, un livello di rischio
“basso” e una bassa incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive,
inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti.
In area “bianca” non si
applicano le misure restrittive previste dai decreti del presidente del Consiglio
dei ministri per le aree gialle, arancioni e rosse, ma le attività si svolgono
secondo specifici protocolli.
Nelle stesse aree, possono
comunque essere adottate, con Dpcm, specifiche misure restrittive in relazione
a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista
epidemiologico. Sarà ministro della Salute, con una sua ordinanza, a
individuare quali saranno queste regioni.
Per ciò che concerne i
vaccini, istituita “una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare,
sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio
nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di
supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento.
“Su istanza della Regione o
Provincia autonoma interessata – si legge nel testo del Dl – la piattaforma
nazionale esegue, in sussidiarietà, le operazioni di prenotazione delle
vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di
certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al
Ministero della salute.
Le prime tappe della campagna di vaccinazione sono chiare e definite: innanzitutto il personale sanitario, le Rsa e le persone dagli 80 anni in su.
“Si tratta di oltre 6
milioni di persone di cui più di 4 sono over-80 – ha affermato il ministro
della salute, Roberto Speranza -. Aver scelto questa priorità rappresenta un
tratto di umanità e civiltà profondamente giusto.
Non credo ci possano essere
dubbi. Il Ssn, tanto più in una grave
emergenza, ha obbligo di tutelare innanzitutto il diritto alla salute a partire
dai più deboli, che corrono più rischi di perdere la vita.
Siamo ragionevolmente
fiduciosi – ha aggiunto Speranza – che un aumento delle dosi disponibili
avverrà in tempi non lunghi, aspettiamo certi che Ema e Aifa non perderanno
neanche un giorno nel loro lavoro. Vogliamo correre ma dobbiamo farlo
nell’assoluta sicurezza, ecco perché dobbiamo dare agli scienziati tutto il
tempo necessario”.
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