“È chiaro che la risposta alla guerra contro il virus deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico - scriveva l'ex presidente della Bce sul quotidiano economico -.
La sfida è come agire con
sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in
una prolungata depressione".
Rileggendo oggi
quell'intervento è possibile trovare i punti chiave del programma sul quale
Draghi, una volta ottenuto l'incarico da Mattarella, proverà a chiedere la
fiducia del parlamento.
"La perdita di reddito
del settore privato – affermava Draghi - dovrà essere eventualmente assorbita,
in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più
alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà
accompagnata da una cancellazione del debito privato.
La priorità è difendere il lavoro. La priorità non deve essere solo offrire un reddito di base a chi perde il lavoro. Dobbiamo proteggere la gente dalla perdita del lavoro. Se non lo facciamo emergeremo dalla crisi con una permanente occupazione più bassa.
Di fronte a circostanze non
previste un cambio di mentalità è
necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra.
Lo shock che ci troviamo ad
affrontare non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di chi la soffre.
Il costo dell'esitazione potrebbe essere irreversibile.
La memoria delle sofferenze
degli europei negli anni 1920 sono un ammonimento".
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