In un documento, indirizzato
all'esecutivo che sta per formarsi, primo firmatario Alessandro Bianchi, già
ministro dei Trasporti del Governo Prodi II, viene tracciata una strada per
quello che viene considerato il "vero europeismo".
La via indicata dal documento,
firmato oltre che da Bianchi, da Pier Virgilio Dastoli, Anna Falcone, Emilio
Gabaglio, Carmen Lasorella, Alberto Maritati, Walter Nocito, Domenico Rizzuti,
Tonino Perna, Silvia Prodi, Raffaella Rinaldis e Nadia Urbinati, passa per
cinque priorità:
1)
Il superamento del voto all'unanimità nel
Consiglio Ue;
2)
l'attribuzione all'Unione Europea di
competenze politiche, in merito alle responsabilità condivise, oggi lasciate,
in gran parte, invece, alle prerogative nazionali (salute, migrazioni, etc);
3)
uno Ius soli europeo;
4)
una capacità fiscale dell'Unione Europea;
5)
il rispetto dello Stato di Diritto.
“A
tal fine – si legge nel documento - gli
interessi nazionali possono essere salvaguardati solo partendo dalla
convinzione che gli Stati europei sono più forti insieme nel quadro di una
sovranità condivisa (da misurare sullo stato di diritto e su un intreccio più
solido delle relazioni internazionali) piuttosto che separati dalla
contrapposizione fra apparenti sovranità nazionali".
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