martedì 9 febbraio 2021

Molti i dossier aperti sul tavolo del nuovo esecutivo nazionale. Dal blocco dei licenziamenti ad Aspi, Mps, ex Ilva, Alitalia

 

La questione più urgente è quella dei licenziamenti: come e quanto prorogare il blocco è la prima decisione che dovrà prendere il nuovo governo.

Ma da Aspi a Mps, dal destino di Alitalia a quello dell'ex Ilva, non mancano i dossier finanziari e di politica industriale che andranno seguiti fin da subito.

La scadenza di fine marzo per il blocco dei licenziamenti è in cima alle preoccupazioni, citata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco prima di affidare l'incarico a Mario Draghi per formare il governo.

Cgil, Cisl e Uil hanno espresso tutta la loro preoccupazione, dopo aver paventato il rischio di "bomba sociale" se non si penserà per tempo ad adeguate protezioni dei posti di lavoro.

Il governo uscente già aveva aperto ad una possibile proroga, anche se mirata ai settori in difficoltà, accompagnata da nuove settimane di Cig Covid.

Il lavoro tecnico sui Ristori continua al Mef anche in questi giorni in modo da fare presto una volta superata la crisi. 

In merito è intervenuto il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, intervistato nel corso della trasmissione "Studio 24" di RaiNews24 sui temi di stretta attualità e in vista dell'incontro con il Premier incaricato, Mario Draghi, che si terrà domani alle ore 12:45.

"Chiediamo la proroga del blocco dei licenziamenti fino a quando ci sarà l'emergenza e della Cig attraverso il programma Sure – ha detto Bombardieri -.

In parallelo va costruito un percorso di riforma di ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. Siamo per riformare gli ammortizzatori sociali, rendendo il sistema più snello e omogeneo. Per noi bisogna coprire tutti i lavoratori e tutti i lavori". 

Superata la prima prova dei Ristori il nuovo esecutivo dovrà, in parallelo, rimettere mano al Recovery Plan e iniziare a delineare il percorso di alcune riforme, essenziali per incassare i fondi europei.

Il piano, punta tutto su giustizia e pubblica amministrazione, ma il governo Conte aveva promesso anche la riforma dell'Irpef.

Il vero nodo su cui si rischierà sarà, comunque, la riforma delle pensioni, tanto più se attorno al nuovo presidente del Consiglio si dovesse coagulare quella che viene definita “maggioranza Ursula”. 

Altro dossier spinoso quello di Aspi con l'uscita dei Benetton e l'ingresso di Cdp.

Sul dossier si è acceso anche il faro di Bruxelles che ha chiesto all'Italia di chiarire le norme sulle concessioni inserite nel Milleproroghe dello scorso anno.

Lo snodo europeo è quello che va superato anche per la nuova Alitalia-Ita, con l'ipotesi di un nuovo bando di gara in arrivo che allungherebbe i tempi con i conseguenti timori per gli stipendi della vecchia compagnia commissariata se non arriveranno al più presto almeno i Ristori.

Ha già ottenuto l'ok di Bruxelles, e quindi si presenta almeno per il momento meno complesso, il piano per l'ingresso pubblico nella ex Ilva, con l'assemblea di ArcelorMittal Italia che dovrebbe varare l'aumento di capitale da 400 milioni riservato a Invitalia.

Negoziato ancora in corso e tempi lunghi, invece, per la rete unica, legata al riassetto di Open FibeR.

Infine il dossier di Mps. La banca, ha presentato alla Bce un piano di ricapitalizzazione da 2,5 miliardi e cerca un partner per consentire l'uscita dello Stato.

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