La questione più urgente è quella dei licenziamenti: come e quanto prorogare il blocco è la prima decisione che dovrà prendere il nuovo governo.
Ma da Aspi a Mps, dal
destino di Alitalia a quello dell'ex Ilva, non mancano i dossier finanziari e
di politica industriale che andranno seguiti fin da subito.
La scadenza di fine marzo
per il blocco dei licenziamenti è in cima alle preoccupazioni, citata anche dal
presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco prima di affidare l'incarico
a Mario Draghi per formare il governo.
Cgil, Cisl e Uil hanno
espresso tutta la loro preoccupazione, dopo aver paventato il rischio di
"bomba sociale" se non si penserà per tempo ad adeguate protezioni
dei posti di lavoro.
Il governo uscente già aveva
aperto ad una possibile proroga, anche se mirata ai settori in difficoltà,
accompagnata da nuove settimane di Cig Covid.
Il lavoro tecnico sui Ristori continua al Mef anche in questi giorni in modo da fare presto una volta superata la crisi.
In merito è intervenuto il
segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, intervistato nel corso
della trasmissione "Studio 24" di RaiNews24 sui temi di stretta
attualità e in vista dell'incontro con il Premier incaricato, Mario Draghi, che
si terrà domani alle ore 12:45.
"Chiediamo la proroga
del blocco dei licenziamenti fino a quando ci sarà l'emergenza e della Cig
attraverso il programma Sure – ha detto Bombardieri -.
In parallelo va costruito un percorso di riforma di ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. Siamo per riformare gli ammortizzatori sociali, rendendo il sistema più snello e omogeneo. Per noi bisogna coprire tutti i lavoratori e tutti i lavori".
Superata la prima prova dei
Ristori il nuovo esecutivo dovrà, in parallelo, rimettere mano al Recovery Plan
e iniziare a delineare il percorso di alcune riforme, essenziali per incassare
i fondi europei.
Il piano, punta tutto su
giustizia e pubblica amministrazione, ma il governo Conte aveva promesso anche
la riforma dell'Irpef.
Il vero nodo su cui si
rischierà sarà, comunque, la riforma delle pensioni, tanto più se attorno al
nuovo presidente del Consiglio si dovesse coagulare quella che viene definita
“maggioranza Ursula”.
Altro dossier spinoso quello
di Aspi con l'uscita dei Benetton e l'ingresso di Cdp.
Sul dossier si è acceso
anche il faro di Bruxelles che ha chiesto all'Italia di chiarire le norme sulle
concessioni inserite nel Milleproroghe dello scorso anno.
Lo snodo europeo è quello
che va superato anche per la nuova Alitalia-Ita, con l'ipotesi di un nuovo
bando di gara in arrivo che allungherebbe i tempi con i conseguenti timori per
gli stipendi della vecchia compagnia commissariata se non arriveranno al più
presto almeno i Ristori.
Ha già ottenuto l'ok di
Bruxelles, e quindi si presenta almeno per il momento meno complesso, il piano
per l'ingresso pubblico nella ex Ilva, con l'assemblea di ArcelorMittal Italia
che dovrebbe varare l'aumento di capitale da 400 milioni riservato a Invitalia.
Negoziato ancora in corso e
tempi lunghi, invece, per la rete unica, legata al riassetto di Open FibeR.
Infine il dossier di Mps. La
banca, ha presentato alla Bce un piano di ricapitalizzazione da 2,5 miliardi e
cerca un partner per consentire l'uscita dello Stato.
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