Lieve peggioramento generale
dell'epidemia, aumento delle regioni a rischio alto, preoccupazione per le
varianti Covid - 19.
È questo il quadro delineato
nella bozza del monitoraggio sull'andamento di Covid-19 in Italia.
Il documento, redatto da
Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, è relativo alla
settimana 25 - 31 gennaio con i dati aggiornati al 3 febbraio.
"Si osserva un lieve
generale peggioramento dell'epidemia – si legge nel report - con un aumento nel
numero di regioni classificate a rischio alto, 3 rispetto a 1, e con la
riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana, 7 rispetto alle 10
del report precedente, in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti
virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni italiane, che
possono portare ad un rapido incremento dell'incidenza.
In questa fase delicata
dell’epidemia - si legge ancora nel report - questi iniziali segnali di
contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel
numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente
messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che
regionale.
L’attuale quadro a livello
nazionale sottende forti variazioni inter-regionali. In alcuni contesti, un
nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un
sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in
cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le
persone ricoverate per Covid-19 in area critica.
Sono tre le Regioni-Province
autonome, Bolzano, Puglia e Umbria,
con una classificazione di rischio alto;
undici, Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia,
Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Molise e Toscana, con
rischio moderato, di cui il Molise ad alto rischio di progressione a rischio
alto nelle prossime settimane;
sette, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Sardegna, Sicilia, Valle d'Aosta
e Veneto con rischio basso.
L’Umbria e a provincia
autonoma di Bolzano – si legge nel documento - hanno un Rt puntuale maggiore di
1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2.
Le altre Regioni e province hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno, ma 5 regioni riportano il valore medio attorno all’1. Si tratta di Abruzzo; Friuli-Venezia Giulia; Liguria; Marche e Toscana.
Si mantiene stabile il
numero di Regioni/Province autonome che hanno un tasso di occupazione in
terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica.
Il tasso di occupazione in
terapia intensiva, a livello nazionale, – rileva il report - si colloca sotto
la soglia critica (26%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in
terapia intensiva è in diminuzione da 2.372 del 26 gennaio a 2.214 del 2
febbraio. Il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in
diminuzione, passando da 21.355 del 26 gennaio a 20.317 del 2 febbraio.
Tale tendenza a livello
nazionale – viene evidenziato nel report - sottende forti variazioni interregionali,
con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il
relativo impatto, uniti all'incidenza, impongono comunque misure restrittive”.
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