lunedì 1 febbraio 2021

Crisi di governo. Bernini (FI): "Serve una Ferrari per risollevare l'Italia". Carfagna (FI): "Sembra un rimpasto balneare. Servono le eccellenze"

 

"La macchina usata di terza mano che stanno cercando di mettere in pista non può funzionare, ci serve una Ferrari per risollevare l'Italia”.

È quanto ha affermato, il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, questa mattina ad Agorà, su Rai 3.

“Troppe sono le pietre d'inciampo di un eventuale Conte ter – ha ribadito Bernini -. Piano vaccini, Recovery plan, sblocco licenziamenti, lavoro.

Non abbiamo mai attaccato le persone, ma le modalità con cui hanno affrontato la crisi e un governo che si pone in continuità con il precedente è destinato a fallire.

A rimetterci saranno come sempre gli italiani, soprattutto gli autonomi, le partite iva, le imprese che devono ancora avere i giusti risarcimenti. Non crediamo ci siano attività 'decotte' da abbandonare al proprio destino – ha continuato la senatrice azzurra -.

Tutti hanno il diritto di tornare a lavorare. Siamo convinti che solo un governo che abbia questo tra gli scopi prioritari, possa essere la soluzione per superare questa fase così difficile". 

In una lettera, pubblicata oggi sul quotidiano ‘'Il Foglio'’, la vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia, Mara Carfagna, ribadisce che l'incarico esplorativo al presidente, Roberto Fico, “offre a tutti la possibilità di valutare se la terza riedizione di un premierato, sorretto da una maggioranza fragile e litigiosa, sia davvero quello che vuole il Paese, la risposta giusta allo stato d'eccezione che viviamo. Io penso di no.

La forza di maggioranza relativa, cui spetterebbe trovare una soluzione 'alta' (il M5S) – continua Carfagna, presidente di '’Voce libera’' - sta trattando la pratica della crisi come se fosse uno qualsiasi dei rimpasti balneari degli anni Ottanta. Il Pd idem.

E per il momento l'opposizione, specialmente nella parte con sensibilità di governo (Forza Italia e Lega), aspetta ancora a compiere il passo che il Paese si attende: una chiamata alla responsabilità collettiva in nome del futuro italiano.

Sono convinta che succeda per i soliti motivi, egoismi di partito o personali, ma soprattutto per una ragione nuova”.

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