venerdì 6 novembre 2020

Emergenza Covid: Spirlì annuncia ricorso contro "Calabria zona rossa". Domani Consiglio regionale straordinario. Proteste dei cittadini. E la politica?

 


Calabria zona rossa. Il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, ieri ha annunciato un ricorso al Tar contro il provvedimento firmato dal ministro Roberto Speranza.

“Non si comprendono i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la vita o la morte di un territorio – ha detto Spirlì - perché è di questo che si tratta. Un nuovo lockdown, rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria. Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione, attraverso misure differenziate e restrizioni mirate, è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo. I dati ufficiali - dice ancora Spirlì - confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l'ordinanza ministeriale. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo".

Domani, intanto, alle ore 12:00, tornerà a riunirsi, in seduta straordinaria il Consiglio regionale, con un unico punto all’ordine del giorno: “Calabria zona gialla”.

L’assise, presieduta dal presidente, Domenico Tallini, ha assunto tale decisione “su sollecitazione – si legge in una nota – dei gruppi consiliari di maggioranza e della giunta regionale”. La seduta si terrà a porte chiuse, vista la situazione sanitaria.

E i calabresi? Ieri sera sono scesi in piazza. Nel tirreno cosentino, blocco della statale 18 a Scalea. Manifestazioni anche a Praia a Mare e Scalea. A Cosenza, i manifestanti hanno bloccato lo svincolo dell’autostrada A2. Nel capoluogo sit in di protesta davanti la cittadella regionale. popolazione in strada anche a Lamezia Terme. In piazza a Reggio Calabria centinaia di persone. Qui, un carabiniere è stato ferito da un sasso scagliato durante la manifestazione. Il fatto è accaduto in Piazza Italia dove si sono radunate circa 600 persone che hanno urlato slogan e fatto esplodere petardi. Il militare è stato subito medicato. Da quanto si è appreso, le ferite sono lievi.

Adesso, dopo aver, a grandi linee, delineato la cronaca di ieri, vorrei ribadire e l’ho fatto più volte anche in questo mio blog, che la violenza non serve a nulla. Devastare vetrine, infierire contro le forze dell’ordine non fa cambiare la situazione. Manifestare è legittimo e previsto dal nostro impianto costituzionale, ma altro è solo criminale.

Noi, in Calabria, siamo sempre stati zona rossa, soprattutto a livello medico. Per curarsi, ancora oggi, in molti casi, ci si affida al Nord. Siamo un popolo di migranti sanitari. Non dovrebbe essere così perché abbiamo personale sanitario eccellente che si prodiga e lavora tanto e bene. Siamo stati depredati da una mala gestione. E bene dirlo.

Non è un Dpcm che può decretare la Calabria area ad alto rischio. Lo siamo già. Resta a noi, solo a noi, cercare di ribaltare la situazione. Come? Scendendo in campo, PACIFICAMENTE, con proposte. Dove eravamo quanto ci hanno commissariato le Asp per infiltrazioni della criminalità organizzata? Dove eravamo quando ci hanno chiuso gli ospedali? Siamo noi, il popolo votante a decretare. Abbiamo questa facoltà. Non ce la facciamo sfuggire di mano. Basta mediocrità. Basta clientele. Ci vuole preparazione, passione e onesta. La politica si riappropri del senso nobile del termine e ritorni ad operare a testa alta con e per la gente nella grande Agorà della vita.  

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