mercoledì 13 gennaio 2021

Consiglio dei ministri: Approvato il Recovery Plan con una dotazione di 222 miliardi di euro.


Alta velocità e asili nido. Rivoluzione verde e Giubileo, telemedicina, pagamenti digitali e reti 5G.

Ecco, in sintesi, cosa contiene il Recovery Plan italiano approvato, ieri sera, dal Consiglio dei ministri, con l’astensione delle due ministre di Italia Viva. Con una dotazione di 222 miliardi il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, spazia su diversi progetti per fare dell'Italia un Paese più moderno, digitale, sostenibile e inclusivo.

Sei le missioni principali che, a loro volta, raggruppano 16 componenti:

digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;

rivoluzione verde e transizione ecologica;

infrastrutture per una mobilità sostenibile;

istruzione e ricerca;

inclusione e coesione;

salute.

La mission è suddivisa in tre componenti per oltre 46 miliardi:

PA;

sistema produttivo;

cultura.

Vi rientrano infrastrutture digitali per la raccolta dei dati, con la nascita di Poli Strategici nazionali, per garantire più servizi digitali, dalla cittadinanza digitale alla digitalizzazione dei pagamenti, ma anche per la cyber security e la gestione di dati sensibili.

Semplificare e accelerare, i processi sono le parole d'ordine per la giustizia, mentre per la digitalizzazione del sistema produttivo, che potrà beneficiare del piano Transizione 4.0, si punta su tecnologie, ricerca, sviluppo e innovazione, reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari.

Negli 8 miliardi del capitolo cultura e turismo c’è spazio la riqualificazione di borghi, parchi, giardini storici e periferie, un progetto speciale per Roma 'Caput mundi' in vista del Giubileo del 2025 e un 'Progetto Cinecittà' per il cinema.

Per l’ambiente, numerosi gli input. Ridurre le emissioni, migliorare l'efficienza energetica, proteggere e conservare l'Italia per consegnarla migliore alla Next Generation. In evidenza territorio, acque, mari, patrimonio culturale e paesaggistico, città e foreste.

Alla "Rivoluzione verde e transizione ecologica" è destinata la fetta maggiore di risorse, con 68,9 miliardi. Si va dall'idrogeno verde alle energie rinnovabili, dalle ciclovie, con 1.000 km di piste ciclabili in città e 1.626 km di piste turistiche, al rimboschimento fino al riciclo dei rifiuti.

6,3 miliardi sono destinati a progetti su "Impresa verde ed economia circolare", 18,2 miliardi a "Transizione energetica e mobilità locale sostenibile", 29,3 miliardi per "Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici", 15 miliardi per "Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica". Nel Piano, rientra anche la decarbonizzazione dell'ex Ilva.

Altro capitolo riguarda le infrastrutture con risorse pari a circa 32 miliardi. Di questi, 28,3 miliardi sono destinati a ferrovie e strade. Si punta a rafforzare le grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto ferroviarie, con un focus sul Mezzogiorno.

Sono previste risorse anche per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali con maggiori criticità.

Altri 3,68 miliardi sono stati inseriti per intermodalità e logistica integrata, con investimenti per rendere i porti più competitivi e sostenibili.

Per il capitolo ‘’Istruzione e ricerca’’, sono stati stanziati 28,5 miliardi di euro.  Il tutto, al fine di colmare il deficit di competenze che limita il potenziale di crescita, migliorare i percorsi scolastici e universitari degli studenti, agevolandone l'accesso, rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni.

I fondi per la scuola saranno così suddivisi:

16,7 miliardi per il potenziamento delle competenze e diritto allo studio;

11,7 miliardi per la ricerca all'impresa.

Per scuola e formazione, tra i principali intenti ci sono l'aumento dell'offerta di asili nido e servizi per l'infanzia, l'ampliamento delle opportunità di accesso all'istruzione, il contrasto all'abbandono scolastico e una migliore formazione e reclutamento dei docenti. È , inoltre, previsto l'efficientamento energetico e la cablatura delle scuole.

Bisogna intervenire sulle fragilità sociali, focalizzando l’attenzione su donne e lavoro, giovani e famiglie marginali con una precisa attenzione alle discriminazioni di genere. 

La missione, con un impegno di 27,26 miliardi, è dedicata proprio al "sostegno all'empowerment femminile, al contrasto alle discriminazioni di genere e all'aumento dell'occupazione, soprattutto giovanile.

E a proposito di lavoro, si ipotizza la revisione delle politiche attive, con il rafforzamento dei centri per l'impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati.

La seconda componente, "Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo settore", mira invece a supportare situazioni di fragilità sociale ed economica, a sostenere le famiglie e la genitorialità.

Una specifica linea d'intervento è stata pensata per le persone con disabilità o non autosufficienti e prevede l'incremento di infrastrutture e la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza. 

Infine sono previsti "Interventi speciali di coesione territoriale", con il rafforzamento della strategia nazionale delle aree interne, rilanciata dal Piano Sud 2030.

Capitolo sanità. Assistenza di prossimità e digitalizzazione sono i due snodi per i quali il governo mette in gioco 19,72 miliardi.

“La sanità – si legge nel Piano - deve essere vicina ai bisogni delle persone, con strutture sul territorio e telemedicina. 

La novità è l'arrivo di 2.564 case della Comunità che diventeranno il punto di riferimento sul territorio, anche per l'assistenza domiciliare integrata sulla quale si conta di realizzare 575 centrali di coordinamento, attivare 51.750 medici e fornire kit a 282mila pazienti.

Previsti anche 730 mini-ospedali entro il 2026 e l'ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero con l'arrivo del Fascicolo Sanitario Elettronico.

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