Oggi non è un Buongiorno. Oggi, per me, è un punto di non ritorno. Non riesco a comprendere, non riesco a capire.
Parafrasando il grande Vasco vorrei tanto ''trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l'ha''....
Alcune ore fa, ci ha lasciato la governatrice della Calabria, Jole Santelli. La conoscevo da tanto.
Come giornalista, quando era parlamentare di Forza Italia e sottosegretario, prima alla giustizia dal 2001 al 2006 e, poi, al ministero del lavoro e politiche sociali da marzo a dicembre del 2013, l'ho intervistata numerose volte, tanto che si era creato, tra noi, un buon feeling comunicativo. Era sempre disponibile e razionale nel parlare ed esporre le sue idee.
Come è giusto che sia, politicamente, si poteva anche essere distanti dal suo pensiero, ma era una donna con la quale non mancava mai il colloquio e il confronto, anche serrato, sui temi più disparati.
Una leonessa, come l'hanno descritta in tantissimi, nelle ultime ore. Una donna forte e coraggiosa.
Tutta Italia, in questo giorno di dolore, si sta stringendo intorno alla sua famiglia e a noi calabresi in un abbraccio che percepisco come il caldo manto di un velo di seta.
Una sensazione bella ma, nello stesso tempo straziante.
Oggi, ci sentiamo orfani di una donna che, l'inverno scorso, in pieno lockdown ci ha difeso con le unghie e con i denti. Ci ha sempre protetti. Non ci ha abbandonati.
Jole Santelli, è' stata la prima governatrice ad emanare ordinanze restrittive e a cercare di dare ossigeno e conforto a chi ne aveva bisogno. Il tutto con onestà e trasparenza.
Ricordo ancora quando ha lanciato un appello accorato ai nostri corregionali che si trovavano al Nord a non rientrare in Calabria per proteggere i loro familiari più fragili. E' stata in prima linea sempre e comunque, insieme ai suoi cittadini, facendo trasparire una passione politica, figlia del senso del dovere e dello Stato.
Aveva deciso di rendere pubbliche le sue condizioni di salute. Ne aveva parlato senza remore, con una forza e una caparbietà, tipiche di noi donne del Sud. L'ho sempre ammirata per questo. Aveva, infatti, deciso di curarsi a Paola, elogiando le eccellenze, a livello sanitario, che ha la nostra Regione. Era legatissima alla città di San Francesco che sicuramente, come hanno dichiarato i frati minimi "l'accompagnerà al cospetto di Dio nella pace del cielo".
"La malattia - dichiarò - ti dà tanti dolori, ma ti fa un grande regalo. Ti fa conoscere la libertà, ti aiuta a non avere paura di niente, a non rispettare più le convenienze. La malattia, oltre alla disgrazia, mi ha dato la fortuna di non avere paura della libertà, di essere libera e di sentirmi tale. E non ho paura del coraggio che serve perché quello l'ho dovuto conoscere così bene che è diventato un mio amico fraterno"
Dicevo prima che oggi siamo tutti più soli. Dovremmo essere, in questo momento, tutti governatori della nostra Regione. Tutti, insieme, uniti nel continuare a difendere con onestà e trasparenza la nostra terra così martoriata, ma così ricca di persone laboriose, culturalmente preparate e vogliose di operare per il bene, camminando a testa alta senza paura. Lei non ne aveva. Questa è la lezione che lascia a tutti noi.
Ciao Jole.... Le lacrime scendono sul mio viso. Fuori piove ed è come se tutta Italia sta piangendo insieme a noi.
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