Sono settimane, ormai, che
assistiamo attoniti a sbarchi di immigrati sulle coste italiane. Decine e
decine di persone, ammassate su barconi di fortuna che attraversano il canale
di Sicilia per scappare dalla guerra. Uomini, donne, bambini indifesi con gli
occhi pieni di speranza. Ovviamente, teatro degli avvenimenti non è solo il
nostro Paese ma anche i territori medio orientali, confinanti con le aree in
conflitto. Qui, sono tante le persone, assiepate nei campi profughi, in attesa
di poter far rientro nella loro terra.
Un’immagine, però, colpisce
l’occhio del comunicatore più attento. Si tratta di uno scatto nitido, dove le
protagoniste sono le donne. Le vedi all’esterno dell’accampamento, circondato
dal deserto, con indosso il loro vestito tradizionale, sedute su un terrapieno
o su una seggiola di fortuna. Insieme alle più giovani, scorgi le ‘’Anziane’’,
intente a domare il fuoco, a cucinare o a stendere i pochi indumenti che sono
riuscite a portar via. Sullo sfondo, il bianco delle tende dell’Uncr che fanno
comprendere quanto la tragedia sia immane e come sia arrivato il momento che si
ponga fine alle atrocità per far scoppiare la Pace
Da quel lembo di terrà, si
passa al mare. Quello specchio d’acqua, teatro di scie nitide, provocate da
quei barconi che lo attraversano. Navi di fortuna con su decine e decine di
esseri umani. E anche qui, le protagoniste sono loro: le donne. Figlie dei
tempi. Figlie, fragili all’apparenza, ma con una grande forza. Le noti subito con
le loro tuniche, i foulard incollati al capo, con quel viso segnato dal tempo e
dalla paura. Le vedi aggrappate a passamani di fortuna, con in braccio i loro
piccoli. Alcune di esse hanno dato alla luce i propri bimbi durante la
traversata. Li tengono stretti al proprio grembo come per proteggerli, per
farli sentire al sicuro.
Sono le prime a toccare
terra, a baciarla come l’El Dorado. Quel luogo leggendario, situato al di là
del mondo conosciuto, dove i bisogni materiali sono appagati e gli esseri umani
vivono in pace tra loro, godendo della vita. Spesso viene associato al paradiso
terrestre o all'Eden situato agli antipodi.
Tutte, nessuna esclusa, vengono
assistite da quell’esercito di volontari ai quali si aggrappano in un abbraccio
avvolgente pieno di speranza. Nei loro occhi scuri e grandi, a volte celati da
un velo, si scruta tutto l’orrore che hanno vissuto. Bombe, distruzione,
carestia, soprusi. Ma, allo stesso tempo, si percepisce tutta la forza che
hanno avuto per scappare da quell’inferno. Un inferno di fuoco e fiamme che
avvolge tutto, che sopprime i sogni dei loro bimbi, dei loro mariti.
È questo il senso proprio
dell’esistenza di una donna che racchiude in se quello spirito di beltà, proprio
di chi ha nell’animo l’ardore di sconfiggere il male per raggiungere la luce
che splende in fondo al tunnel. Il loro coraggio sprona ad andare avanti.
Cri...
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