giovedì 5 gennaio 2012

''CALABRIA''...Secondo atto

Ecco a voi, il secondo capitolo del manoscritto del mio papà. Immergetevi in cotanta beltà...

"La calabria è terra di uomini ai quali la fatica dura, precaria, mal remunerata, senza orizzonte non può dare gioia e, spesso, è desiderata invano.
Ripeto, la calabria ce l'ho nel sangue. Se leggo qualcosa che i calabresi fanno o non dovrebbero fare o non fanno mentre dovrebbero mi viene un improvviso bollore nelle vene da farmi stare molto male.
Il maggiore cruccio di noi calabresi è, forse, proprio questo. Sentirci italiani che non hanno Italia senza ricchezze naturali, con pochi monumenti. Questi ultimi, sopravvissuti su questa terra ballerina. Poveri, ma pieni di idee e di tanta, ma tanta voglia di vivere in questa terra piena di bellezze naturali con un mare così limpido che ci si può specchiare dentro.
La Calabria è, dunque, amore di tutti i calabresi. E' una speranza generale che aiuta il singolo a vivere. Una Calabria viva, moderna, vigile, protesa verso tutta la Penisola, fusa con essa nell'ardimento con tutta la propria pazienza, con il suo tenace amore e con tutta la sua caparbia speranza di far parte davvero dell'Italia non solo come territorio, ma con i fatti.
Chi potrebbe negarle, con falsa modestia, questo grande amore e questa speranza?
La Calabria è una terra amara piena di sudore e privazioni. Priva dei suoi figli migliori. Questi ultimi, dispersi in tutte le regioni d'Italia e del mondo intero alla ricerca di una stabile posizione economica per se stessi e la propria famiglia.
In atto, la situazione economica in Calabria, risulta molto povera tra tutte le regioni italiane. Non si intravede alcuna prospettiva né soluzione ai secolari problemi che, da sempre, affliggono la popolazione calabrese...
Allo stato attuale, l'unico settore dove si nota un grosso movimento di capitali è quello turistico, il quale presenta ancora molte lacune...
L'esodo migratorio e la disoccupazione in Calabria non rimargina la dolorosa piaga, sulla quale si è tanto scritto e parlato. Pertanto, i pochi rimasti, per lo più persone anziane, vedove, vedove bianche e bambini, ogni giorno, vivono la delusione e l'esperienza di una dolorosa povertà, abbinata ad un'altrettanta agonia.
I pochi rimasti, cercano, con affanno, un qualsiasi impiego basta che sia pubblico, unico valido scopo per cui molti giovani e anche meno giovani pensano di poter ancora restare in questa terra...
Quali mutamenti possono essere apportati in una situazione come questa?
Ciò è il vero dramma che tutti i responsabili non riescono ancora a vedere.
Sembra che questa terra, negli anni '80, sotto molti aspetti, sia rimasta ancora all'occupazione borbonica.
Infatti, i numerosi turisti che affollano i nostri siti soltanto nel periodo estivo, cercano ancora l'antico e le confezioni ci cibi tradizionali. Ma quando si ha il coraggio di aprire gli occhi ci si ritrova difronte ad una tragica realtà che, tuttavia, si vive con molta dignità.
Questa è la Calabria che piange una rassegnazione non cercata e non voluta, ma sempre disposta a reagire".

Mario Saullo

Ps. Nei prossimi giorni altre ed esaltanti novità!!!


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