mercoledì 4 gennaio 2012

''CALABRIA''

Inizio questa mia avventura, facendovi immergere in uno scritto che ha caratterizzato e continuerà a essere l'humus del mio vivere quotidiano. 
E' del mio papà e, seppur datato, è sempre attuale....

''La vera storia della Calabria nessuno la può capire. Quel poco che si è scritto e fatto, su punti particolari e di interesse, è stato, sino ad oggi, lavoro di studiosi di altre regioni d'Italia o di stranieri i quali hanno visto le situazioni soltanto dall'esterno senza, cioè, essere partecipi diretti del travaglio e della sofferenza umana di questa regione.
Resta ancora da scovare e grosse sorprese sono possibili, dato che la Calabria, pur nella penombra e anche fuori dai suoi confini geografici, ha un carico di calabresità che non ha mai cessato di agire.
Cerco, ora, di far notare alcuni tratti che sono il frutto più di affetto che di studio verso la Calabria, in quanto è rimasta per più secoli e rimane ancora depositaria di una grande cultura.
E' da tener presente che i numerosi capolavori e documenti storici sulla Calabria non sono stati tradotti dai vari dialetti calabresi e neo latini.
In nessuna regione d'Italia, l'uomo calabrese si sente abbandonato a se stesso, ma di fronte alla natura ingrata, alle montagne inospitali, alle marine malariche, ai torrenti che straripano e distruggono, di fronte ad un'autorità costantemente nemica che pretende tutto, senza nulla o quasi nulla da dare in cambio, nella sua regione la delusione è tale che ha distrutto in questo misero uomo ogni speranza di risorgere.
E per tale motivo non gli resta che il cupo, grigio rassegnarsi o all'altro estremo della stessa disperazione, il gesto forsennato del banditismo.
Questo, si badi bene, vuole essere un incentivo a fare qualcosa di concreto e non di protesta! Poi, contro chi? Il tutto dipende, in grandissima parte, da noi calabresi, dalla nostra volontà di progredire, dallo slancio e dalla serietà tenace, dall'intelligenza e dalla sapienza, nostra prima virtù, la pazienza.
Io sono un calabrese. Sono nato in questa bella terra da una famiglia calabrese. Qui sono stato educato. Ho lasciato la Calabria solo per entrare a far parte della grande famiglia che è l'Arma dei carabinieri.
Dal 1965 al 1974 sono sempre stato lontano dalla mia terra. Tuttavia ce l'ho nel sangue.
Tutti coloro che sono nati in altre regioni d'Italia, economicamente e culturalmente prospere, additate ed ambite da tutti, non possono capire cosa significa avere dentro di se, per tutta la vita, la presenza della propria terra che, pur amandola tanto, ha dovuto lasciare.
Non è campanilismo, ma affetto per una creatura viva. La Calabria è quel che siamo noi.
La nostra terra non è caratterizzata solo da un bellissimo paesaggio, meta di numerosi turisti provenienti da altre regioni e di stranieri. E' bellissima e suggestiva in ogni suo aspetto. 
La nostra Calabria è, essenzialmente, la sostanza umana che portiamo in noi''. 

Mario Saullo

Ps. Questo è solo un assaggio. Neo prossimi giorni vi farò immergere nello spessore dell'anima più pura di un grande figlio di questa terra così bella...
Cri....................

1 commento:

Ha vinto lo Stato. Ha vinto l'Italia. Abbiamo vinto tutti noi.

  30 anni di latitanza. 30 anni di misteri, depistaggi, ombre sul latitante più ricercato al mondo. Questa mattina, all’alba, in una clinica...