giovedì 26 gennaio 2012

...Per non dimenticare

Domani, venerdì 27 gennaio, si celebra il giorno della memoria per non dimenticare uno degli avvenimenti più atroci della storia. Un surplus di manifestazioni e iniziative che portano alla mente la liberazione di Auschwitz dai tedeschi. L'immagine di quel cancello con la scritta ''Arbeit macht frei'', ossia "Il lavoro rende liberi'', è rimasta indelebile nella memoria di chi ha vissuto quei tragici momenti. 
Auschwitz era considerata la città della morte. Un'area, composta da diversi campi, Birkenau e Monowitz, ed estesa per decine di chilometri. All'interno, erano state create camere a gas e forni crematori, ma anche baracche dove i prigionieri lavoravano e soffrivano prima di venire avviati alla morte. 
Gli ebrei arrivavano in treni merci e, dopo essere arrivati sulla cosiddetta ''Judenrampe'' (la rampa dei giudei) subivano una selezione che li portava quasi tutti direttamente alle ''docce'' (le famigerate camere a gas). 
Solo ad Auschwitz sono stati uccisi quasi un milione e mezzo di ebrei.

Da qui il termine ''Shoah''. La parola ebraica che significa ''catastrofe''. Un termine che ha sostituito ''olocausto'', usato per definire lo sterminio nazista, perché con il suo richiamo al sacrificio biblico, esso dava, implicitamente, un senso a questo evento e alla morte insensata e incomprensibile di sei milioni di persone. 

Il Giorno della Memoria è  una presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di queste atrocità. Atrocità che non deve più accadere. Ecco perché il ricordo deve rimanere impresso, sempre e comunque, nella memoria di ognuno di noi come incipit a perseverare sul cammino del bene e della pace tra i popoli. 

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