“L’intelligence, rappresenta
uno strumento necessario per la sicurezza della democrazia”. È quanto ha
dichiarato il professor, Mario Caligiuri, a margine di un evento didattico che
si è tenuto, nei giorni scorsi, all’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Nell’ambito del Corso di
perfezionamento in “Criminologia e Ricerca sociale” dell’ateneo catanzarese, è
stato presentato l’ultimo lavoro editoriale di Caligiuri “Intelligence e
magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria”, edito
da Rubbettino.
L’evento è stato organizzato
in collaborazione con l’associazione forense “Diritto di difesa” e accreditato
presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro.
A portare i saluti sono
stati Geremia Romano, direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche dell’ateneo
e Paolo Piccinini, segretario dell’associazione “Diritto di difesa”.
“E’ un’iniziativa di cui
siamo molto orgogliosi, anche perché il tema dell’intelligence – ha ricordato
Romano – si collega con gli interessi delle scienze giuridiche e di quelle
sociologiche che, insieme a quelle economiche,
rappresentano le tre anime del nostro Dipartimento”.
Moderati da Luigi Mariano
Guzzo, dottorando di ricerca in Diritto ecclesiastico, i lavori sono stati
introdotti da Cleto Corposanto, direttore del Corso in “Criminologia e Ricerca
sociale”, che ha ricordato il merito di Mario Caligiuri di “essersi adoperato,
da anni, per fare assumere
all’intelligence la dignità di disciplina accademica”.
La prima relazione è stata
svolta da Francesco Iacopino, penalista del foro di Catanzaro seguita da quella
di Domenico Guarascio, sostituto procuratore della Repubblica della Direzione
distrettuale antimafia del capoluogo calabrese.
Secondo Iacopino, “è
importante una riflessione collettiva sull’Intelligence, nella consapevolezza
che Intelligence e magistratura hanno la loro precisa e distinta autonomia“.
Bisogna superare – ha dichiarato – un’impostazione ‘carcerocentrica’ in cui si
ritiene erroneamente che maggiore sicurezza si possa assicurare solo con
maggiore ricorso agli arresti”.
Il procuratore Guarascio ha
poi sottolineato che “pur essendo necessaria un’osmosi costruttiva tra
Intelligence e magistratura, l’unica collaborazione che può verificarsi è
quella culturale e formativa, avendo riguardo della diversa geometria dei
poteri nella democrazia costituzionale”.
Nel tirare le somme
conclusive del simposio, Mario Caligiuri ha messo in evidenza che con questa
iniziativa si “rafforzano ulteriormente i collegamenti tra le università
calabresi. Per anni l’Intelligence – ha affermato – è stata vista come un luogo
oscuro dello Stato. Rappresenta, invece, uno strumento necessario per la
sicurezza della democrazia. Intelligence e magistratura sono ambiti distinti
che possono trovare forme di collaborazione per contrastare efficacemente le
mafie e il terrorismo islamico, che rappresentano pericoli gravissimi per le
democrazie”.
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