L’undicesima
edizione di Rapsodia
D’autunno in
programma a Buonvicino
venerdì 11 dicembre
avrà come momento saliente la consegna del prestigioso Premio
Nazionale Ippolito
Cavalcanti a Vito Teti, professore di Antropologia
Culturale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università
della Calabria. Una
cerimonia prevista durante il convegno ‘ Cibo: Cultura, Sapori e
Simboli nel Mezzogiorno
d’Italia’ inserito all’interno di una rassegna che prevede
degustazioni di piatti della tradizione, vino locale e dolci tipici,
mercatino, esibizione di gruppi musicali e rappresentazioni della
Natività.
Venerdì 11 alle ore 19:00 nel
Museo Arti Gusto Buonvicino
si terrà il convegno a cura di Vito Teti dedicato alla cultura, ai
sapori e ai simboli del cibo nel Sud della nostra Nazione e ci sarà
la consegna del Premio Nazionale Ippolito Cavalcanti realizzato dal
maestro orafo Domenico Torto. Il convegno, moderato dalla giornalista
Marianna De Luca, dopo i saluti iniziali del Sindaco di Buonvicino,
Ciriaco Biondi, prenderanno parte Domenico Pappaterra, Presidente del
Parco Nazionale del Pollino, Antonello Grosso La Valle, Presidente
del Consorzio Pro Loco Riviera dei Cedri, Ernesto Astorino,
Consigliere con delega alla Cultura e Antonella Biondi, Presidente
della Pro Loco Buonvicino. Alle 20:30 nella piazzetta
San Ciriaco e nel Centro storico
il via della serata gastronomica dedicata a Ippolito Cavalcanti con
degustazioni di antiche ricette rivisitate dagli chef Salvatore
Benvenuto e Giuseppe Greco. Durante la serata si esibirà il gruppo
Bashkim Etnofolk. Alle ore 21:30 inaugurazione della mostra
permanente ‘Venite Adoremus’ con le sculture di Angelo Aligia a
rappresentare la Natività. L’evento è organizzato dal Comune di
Buonvicino e dalla Pro Loco Buonvicino, con il contributo economico
del Parco Nazionale del Pollino. Il Consorzio Pro Loco Riviera dei
Cedri nella persona del Presidente Antonello Grosso La Valle esprime
i complimenti al Comune di Buonvicino, alla Pro Loco Buonvicino e al
Parco Nazionale del Pollino. Il Presidente Antonello Grosso La Valle
dichiara: è necessaria la valorizzazione delle aree interne e
montane e sicuramente Buonvicino rappresenta un’area dove la
sinergia dei vari organismi ha determinato una programmazione nelle
diverse forme di attrazione “ sentieri naturalistici - ecologici,
Festa Patronale di San Ciriaco, Percorso museale, Artigianato locale
e prodotti tipici, il modello di ospitalità attento ai prodotti del
territorio, all’ambiente e alla cultura dei luoghi appunto
l’albergo diffuso,
un Turismo nella direzione della sostenibilità con una strategia che
guarda all’attivazione di partenariati locali e alla programmazione
dello sviluppo
rurale. In sintesi, le aree interne e quelle montane continuano a
segnalare, specie nell’attuale crisi, una difficoltà
socioeconomica, e soprattutto demografica, anche se le attività
agricole evidenziano
delle tendenze positive, grazie a strategie di attività e
specificità territoriali ( prodotti tipici, allevamento, agricoltura
biologica, turismo rurale ecc…). La Giornata Internazionale
della Montagna ha le sue radici nel 1992 con l’adozione del
capitolo 13 dell’Agenda 21 in occasione della Conferenza delle
Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. L’obiettivo della
Giornata Internazionale
della Montagna è il
far crescere una maggiore consapevolezza sullo sviluppo sostenibile
delle aree montane e della loro importanza per la salute ecologica
del territorio e il benessere delle persone. Si è puntato dunque a
sensibilizzare i diversi soggetti in un maggiore impegno nel ruolo
dello sviluppo sostenibile, indicando alle comunità montane un ruolo
di protagoniste per le azioni che riguardano e promuovono
direttamente strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
L’aver trascurato questi habitat non ha soltanto avuto
ripercussioni sulle comunità che vi abitano, ma sta avendo ricadute
negative su ogni abitante della città; alle comunità montane
bisogna dare specifici strumenti, migliorare le loro condizioni di
vita dal momento che esse nel corso dei secoli hanno sviluppato
metodi di gestione del territorio resistenti ai rischi, e far sì che
esse diventino i veri custodi e gestori delle montagne invece di
essere costretti ad abbandonarle per la città.
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