Si terrà il 15 Febbraio c 2016 alle ore 16 all'Aula "Caldora" dell'Università della Calabria, la giornata di formazione CyberIntelligence e il fattore umano nell’era dei Big Data” promossa dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza. Nell'occasione verrà presentato il volume “Intelligence e scienze umane.Una disciplina accademica per il XXI secolo” di Mario Caligiuri ed edito da Rubettino. La giornata formativa prevede dopo i saluti del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cosenza Menotti Imbrogno, gli interventi a cura di Aurelio Longo della Commissione Innovazione Ordine Ingegneri Cosenza, Domenico Saccà dell'Università della Calabria che illustrerà alcuni progetti di innovazione avviati nel settore ICT presso il TechNest dell’Ateneo calabrese, le conclusioni saranno affidate a Mario Caligiuri direttore del Master in Intelligence dell'Università della Calabria, che presenterà il suo ultimo volume “Intelligence e scienze umane. Una disciplina accademica per il XXI secolo”. "L’intelligence può diventare a pieno diritto materia di studio nelle università italiane" ha dichiarato Caligiuri. Per l’Italia la sfida è immensa, poiché si parte da basi culturali arretrate. Si pensi alla modesta conoscenza dell’inglese, ai ritardi nell’alfabetizzazione digitale, alla scarsa frequentazione delle facoltà scientifiche. Ci sono poi gli ostacoli di una pubblica amministrazione ancora improntata da logiche, mentalità, regole impostate sulle procedure e non sui risultati. Ma ancor più grave il ritardo delle imprese rischia di mettere a repentaglio l'innovazione del mercato. Internet mobile, cloud, big data, nuove fonti energetiche e relative tecnologie, Internet of the things, crowdsourcing, sharingeconomy, robotica avanzata, veicoli autoguidati, piattaforme P2P, intelligenza artificiale, machine learning, manifattura avanzata, stampa 3D, materiali innovativi, biotecnologie, genomica rappresentano gli agenti di profondi cambiamenti. Le società che sapranno accompagnarli sono destinate ad avere successo, per le altre inizierà il declino. Secondo uno studio dell’Ucimu, (Associazione di costruttori Italiani di macchine utensili, robot, automazione, e di prodotti a questi ausiliari) quasi l’80% delle nostre aziende non ha un sistema informatico integrato negli apparati produttivi. "I Comuni, le Asl e gli ospedali sono le realtà più vulnerabili agli attacchi informatici nella pubblica amministrazione italiana" ha dichiarato Aurelio Longo esperto di ICT, sostenendo che "è questa la fotografia che emerge dal primo rapporto sulla sicurezza informatica nella pubblica amministrazione Italiana". "Una situazione allarmante - ha proseguito Longo -perché sottrarre illegalmente i dati da questi enti pubblici significa assumere informazioni sulle persone, ed equivale a veri e propri furti di identità". Il libro a cura di Mario Caligiuri, direttore del primo master in Italia di Intelligence di una università pubblica che il 27 febbraio inizierà all'Università della Calabria le lezioni della V edizione, ha contiene al suo interno importanti contributi come quello di Giuseppe Spadafora dell'Università della Calabria (Intelligence e pedagogia), Virgilio Ilari dell’Università Cattolica di Milano (Intelligence e scienze storiche), Carlo Mosca dell’Università Cattolica di Milano e già vice direttore del SISDE (Intelligence e scienze giuridiche), Giorgio Galli dell’Università di Milano (Intelligence e scienze politiche), Umberto Gori dell’Università di Firenze (Intelligence e relazioni internazionali), Pino Arlacchi dell’Università di Sassari e già segretario dell’ONU (Intelligence e scienze sociali), di Gerardo Iovane dell’Università di Salerno (Intelligence e scienze dell’informazione), Tiziano Agostini e Alessandra Galmonte dell’Università di Trieste (Intelligence e scienze psicologiche), Francesco Sidoti dell'Università dell’Aquila (Intelligence e scienze dell’investigazione) e le conclusioni di Roberto de Mattei dell’Università Europea di Roma e già vice presidente del CNR. Questa pubblicazione, che raccoglie prestigiosi punti di vista, intende rappresentare un primo contributo per riconoscere l’intelligence come disciplina accademica nel nostro Paese.
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