venerdì 1 giugno 2018

Il neo ministro, Paolo Savona? Un maestro di intelligence economica. Il ritratto del professor Mario Caligiuri su formiche.net


Il ritratto del nuovo ministro agli Affari europei, tra i primi nel nostro Paese a delineare il concetto di intelligence economica

La stella polare di Paolo Savona, nella sua vita dalla schiena diritta, è sempre stata l’interesse nazionale. Da direttore del servizio studi della Banca d’Italia, da professore universitario, da ministro della Repubblica del governo Ciampi. Appunto per questo, ha sempre coltivato lo studio dell’intelligence come strumento per tutelare il benessere e la sicurezza degli italiani.
Questo aspetto della sua biografia è significativo, sebbene non messo adeguatamente in risalto. Non a caso, Paolo Savona è stato tra i primi nel nostro Paese a delineare il concetto di intelligence economica, pubblicando nel 2011 insieme a Carlo Jean un volume per Rubbettino dal titolo “Intelligence economica. Il ciclo dell’informazione nell’era della globalizzazione”.
Il suo pensiero nasce dalla considerazione che è aumentato enormemente il peso dei fatti economici nella vita dello Stato e questo richiede un’attività di informazione specializzata, poiché la rilevanza di una Nazione dipende dalla forza della sua economia. Pertanto, in modo da tutelare i cittadini e la democrazia c’è bisogno di un’intelligence economica qualificata. La credibilità è fondamentale in questa attività che va orientata verso quelle che il professore definisce “categorie logiche” e che così individua: “modifiche dell’ordine economico internazionale, spionaggio industriale a fini di concorrenza scorretta, movimenti migratori anarchici, manipolazioni biologiche ed ecologiche, crisi di identità culturale e religiose, crisi bancarie e finanziarie”.
Paolo Savona ha il senso delle Istituzioni e la responsabilità delle sue funzioni. Non a caso, ha fatto parte, come esperto di economia, delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei Servizi di intelligence, che poi è stata approvata nel 2007 quasi all’unanimità dal Parlamento.
Nei suoi incontri con esponenti finanziari e accademici di tutto il mondo, addolcendo i fatti negativi ma mettendo in risalto i fatti positivi ancora più numerosi che riguardano il nostro Paese, Savona rileva non solo la “capacità di reazione degli italiani agli eventi anche imprevedibili” ma sopratutto, facendo riferimento alle posizioni assunte dal secondo dopo guerra in poi, evidenzia che nelle posizioni internazionali, “tra sobbalzi e tormenti, il Paese ha saputo stare dalla parte giusta anche nei momenti di massimo pericolo corso dalla democrazia e, pagando il costo delle sue scelte, ha saputo rovesciare i risultati in ciascun momento previsti facendo uso di modelli econometrici”.
Così si è recentemente espresso nel suo saggio sui presupposti dell’intelligence economica contenuto nel volume “Materiali di intelligence. Dieci anni di studi 2007-2017”, curato da me e Marco Valentini per i tipi della Rubbettino e in libreria da appena una settimana. Un testo che racchiude l’esperienza del Master in Intelligence Università della Calabria del quale Savona è stato componente del comitato scientifico e docente, a conferma di un interesse accademico e culturale che fa emergere come l’intelligence debba fare parte del bagaglio degli uomini delle Istituzioni, essendo indispensabile per migliorare e salvaguardare la democrazia dei tempi difficili.

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