Ha combattuto una coraggiosa battaglia, morendo così come era vissuta: con dignità, forza e onore. Nelle settimane scorse, il mondo ha perso una delle migliori interpreti della musica pop jazz.
All’età di 65 anni è morta la cantante Natalie Cole, figlia della leggenda Nat 'King' Cole. Nel 2009, l'artista era stata sottoposta a trapianto di reni.
Intensa la sua vita e la sua carriera: artisticamente, Natalie iniziò con il Rhythm'n'blues, ma si spostò presto sullo smooth pop e gli standard del jazz che avevano reso celebre il padre.
Con la sua voce delicata e sinuosa, si era impegnata a tenere alto il nome di famiglia e alimentare la leggenda di Nat King Cole.
Il suo disco Unforgettable... with love, in cui reinterpretava brani resi celebri dal padre, aveva, infatti, venduto oltre 14 milioni di copie, regalandole sei Grammy Awards, tra i quali quello per il miglior album e la migliore canzone che dava il titolo al disco e che Natalie aveva inciso, affiancando la propria voce a quella del padre.
La sua carriera musicale inizia all’età di 11 anni, quando il padre l’accompagnava alle prime audizioni; poi, la morte improvvisa di Nat portò la figlia ad ereditarne lo scettro di icona musicale.
La musica l'aveva nel sangue anche da parte di madre, Maria Ellington Cole, che faceva la cantante nelle big band di Duke Ellington.
Nella sua autobiografia del 2000, Angel on my shoulder, Natalie raccontò anche come aveva vinto la sua battaglia contro le droghe e la dipendenza dall'alcool; nel 1983 trascorse sei mesi in una clinica per disintossicarsi, ma quella vita le lasciò il segno.
Nel 2008, quando annunciò di aver contratto l’epatite C, attribuì il contagio a sangue infetto e agli anni in cui abusava di droga.
Negli ultimi decenni, Natalie Cole aveva avuto anche alcune esperienza televisive, comparendo nelle serie Touched by an Angel e Grey's Anatomy; La sua passione restava però cantare davanti ad un folto pubblico, accompagnata da una grande orchestra.
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