Sono 250 gli indagati nell'ambito dell'operazione ''Tela del Ragno'', condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e del raggruppamento speciale e coordinata dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. All'operazione partecipano 500 militari, elicotteri e unità cinofile.
63 le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip. Agli arrestati sono contestati i reati di associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, usura ed estorsione.
Accertate infiltrazioni in numerosi appalti pubblici e sequestrati 15 milioni di euro di beni mobili e immobili.
Al centro dell'indagine, le dinamiche criminali delle cosche del capoluogo e del versante tirrenico della provincia di Cosenza, con la ricostruzione della maggior parte dei fatti di sangue che hanno contrassegnato il territorio negli ultimi 30 anni di guerre di mafia.
L'operazione di questa mattina, ha consentito di disarticolare sette cosche della 'ndrangheta, attive nell'area del tirreno cosentino e nel capoluogo, con diversi interessi in varie regioni d'Italia.
Scoperti anche autori e mandanti di numerosi omicidi e attentati, consumati nell'ambito di una guerra di mafia tra diversi gruppi criminali, in consorteria tra loro per il controllo delle attività illecite sul territorio.
Gli arresti sono stati compiuti sia in Calabria, sia nel Lazio, sia in Lombardia e nel Veneto.
Colpite le cosche Lanzino-Locicero di Cosenza, subentrata a quella dei Perna-Ruà, Muto di Cetraro, Scofano-Mastallo-Ditto-La Rosa e Serpa di Paola, Calvano e Carbone di San Lucido, e Gentile-Besalvo di Amantea.
Nell'ambito della conferenza stampa di questa mattina, gli inquirenti hanno espresso soddisfazione per la brillante operazione, portata a termine dai militari dell'arma.
Secondo il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Eugenio Facciolla, applicato alla Dda per coordinare l'inchiesta che ha portato all'arresto di 63 persone,''dopo 30 anni si è ristabilita la legalità. 'Quella di oggi - ha aggiunto - è una grande operazione che disarticola alcune pericolose consorterie criminali''. A Facciolla, fa eco il procuratore generale di Catanzaro, Santi Consoli, secondo il quale "i cittadini devono collaborare, devono avere fiducia nelle forze dell'ordine e della magistratura. Le risposte ci saranno come ci sono oggi". Il magistrato ha proseguito facendo esplicito riferimento ai commercianti, agli imprenditori e alle altre vittime del racket e dell'usura, invitandoli a ribellarsi.
Nell'ambito della conferenza stampa di questa mattina, gli inquirenti hanno espresso soddisfazione per la brillante operazione, portata a termine dai militari dell'arma.
Secondo il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Eugenio Facciolla, applicato alla Dda per coordinare l'inchiesta che ha portato all'arresto di 63 persone,''dopo 30 anni si è ristabilita la legalità. 'Quella di oggi - ha aggiunto - è una grande operazione che disarticola alcune pericolose consorterie criminali''. A Facciolla, fa eco il procuratore generale di Catanzaro, Santi Consoli, secondo il quale "i cittadini devono collaborare, devono avere fiducia nelle forze dell'ordine e della magistratura. Le risposte ci saranno come ci sono oggi". Il magistrato ha proseguito facendo esplicito riferimento ai commercianti, agli imprenditori e alle altre vittime del racket e dell'usura, invitandoli a ribellarsi.
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